Ormai mi capita sempre più spesso.
A volte non ci penso per giorni interi e, poi, all'improvviso, ricomincio a parlarne e ricado nell'ossessione: i rubinetti.
Un tempo non lontano, nei bagni, c'erano due onesti rubinetti, piazzati ai lati del lavandino, con sobrie indicazioni per l'acqua calda (in rosso) e fredda (in blu).
Si aprivano ruotandoli e si miscelava l'acqua. Ora non più.
Si è cominciato con il rubinetto unico– e passi– ma, poi, poco a poco, il modesto accessorio idraulico è diventato campo delle audaci sperimentazioni tecniche e di un design sempre più ardito.
Ormai si può aprire con un pedale, con una cellula, con un pulsante, con un interruttore, a intermittenza....Insomma decifrarne il funzionamento è più difficile che capire il sistema binario.
Nei bagni pubblici il pudore e la vergogna ci impediscono di chiedere informazioni: sarà mai possibile che non si riesca ad aprire nemmeno un rubinetto ?
La strategia giusta ci sembra quella di osservare, di soppiatto, la persona davanti a noi.
Ma attenzione !
Soprattutto se si allontana con aria saputa e con lieta disinvoltura: è proprio allora che non bisogna fidarsi.
Il più delle volte il rubinetto è rimasto ostinatamente chiuso e le mani, nascoste nelle tasche – c'è da giurarci- sono ancora insaponate.
La soluzione è quella di uscire, facendo finta di niente e maledicendo silenziosamente, ma con metodo, l'incolpevole accessorio.
Anche la scelta della rubinetteria di casa è diventata una sfida impossibile.
Si decide di rinnovare il bagno ?
Ecco subito infiniti cataloghi con centinaia di pagine patinate e illustrate: rubinetti con termostato, senza, con doccetta incorporata, riducibili, smontabili...
La decisione è dura e gravida di conseguenze.
Provoca laceranti incomprensioni familiari, emicranie notturne e frustrazioni profonde.
E non è finita: a montarli non sarà più il caro vecchio idraulico con la salopette blu e la camicia a scacchi. No davvero!
Arriva il tecnico, con un camice bianco immacolato e un'inquietante valigetta cromata, piena di raffinata strumentazione e, subito, richiede che, durante l'operazione, ci sia un silenzio perfetto; anzi, ci fa capire che il momento è grave e che è meglio uscire dalla stanza e lasciarlo da solo.
Ci richiamerà lui, quando l'acqua sgorgherà, miracolosamente, dallo stupendo quanto incomprensibile oggetto che avrà piazzato e che non riusciremo mai più a far funzionare......
Lo dico sempre io. L'idraulico avrei dovuto fare, altro che mandriana. :)
RispondiEliminamt
Verissimo.
RispondiEliminapost delizioso, perfetto per la Grohe
Marco