lunedì 26 marzo 2012

Il vizio di Degas





A Parigi, nel Museo d'Orsay, c'è una bella mostra su "Degas e il nudo"(qui è il link).
Uno dei dipinti esposti è questo:




È un  pastello, datato intorno al 1880: sullo sfondo di un vivace colore arancio, una giovane donna nuda, voltata di spalle, seduta su un telo bianco, si sta pettinando. 
È talmente concentrata su se stessa che, guardandola, si ha l'impressione di violare qualcosa di intimo. Di rubare un momento privato.

In realtà non è così.
È una messa in scena. Per ottenere l'effetto di una pittura "in presa diretta", Edgar Degas (1834- 1917) ha fatto infinite prove e non ha lasciato nulla al caso.
Ha costruito, nel suo atelier, una vera e propria scenografia, con  una vasca da bagno di zinco e candidi asciugamani e ha fatto posare la modella negli atteggiamenti che lui stesso ha suggerito. Come un regista in un teatro.
La sua idea è quella di rappresentare, come se "fossero spiate, di nascosto, dal buco della serratura", donne che compiono  normali gesti di toilette quotidiana.
E così quella del dipinto non dà affatto l'idea di essere una modella professionista e neanche di essere  in posa.
Sembra una donna qualsiasi, che si è appena svestita, del tutto inconsapevole della presenza del pittore.
Degas ha raggiunto il risultato che desiderava: l'artificio è diventato vita vera. 

Da un po' di tempo sta cercando di  rinnovare il tema tradizionale del nudo.
Basta con la mitologia, le Veneri, le Ninfe o i soggetti tratti dalla Bibbia: Degas è d'accordo con Manet e gli artisti del suo tempo nel pensare che la pittura debba rappresentare la realtà contemporanea.
"Cent'anni fa - afferma - avrei dipinto delle Susanne al bagno, ora dipingo donne che si lavano in una tinozza".

Da sempre la sua passione, il  vizio di cui non riesce a fare a meno- lo dice più volte - è quello della pittura.
Per lui ogni vero pittore deve essere un voyeur, un guardone: uno che spia, che osserva, che è capace di catturare  la vita e di trasmetterla nei suoi dipinti.
Non gli interessa nulla della natura, né di lavorare all'aperto, come fanno gli impressionisti, anzi.
"Bisognerebbe fucilare chiunque pianti  il cavalletto en plein air": ripete spesso.

I soli paesaggi che lo attirano sono quelli interiori, quelli dell'anima.
Vuole che nei suoi dipinti ci siano persone.
Gli ambienti intorno non sono che accessori.

Il suo bisogno di dipingere,  esplorando ogni momento e ogni gesto, del quotidiano, lo porta all'osservazione ostinata e quasi maniacale di un universo che, insieme, lo attrae e lo respinge, quello delle donne. Per lui, conoscerlo, spiarlo attraverso la pittura, è diventata un'ossessione.
Di pastelli con "Donne alla toilette" ne farà almeno trecento. Ma, per lo più, rimarranno accatastati e invenduti nel suo atelier, quasi li avesse dipinti solo per se stesso.

Scoprire il mistero femminile ed entrare in un mondo che gli è estraneo, non deve essere stato facile per uno scapolo incallito come lui.
La sua diffidenza nei confronti delle donne deve essere nota, se uno come Van Gogh, che pure qualche problema di relazione ce l'ha, arriva a dire:  "Degas?  È una specie di triste e solitario notaio che non conosce la gioia delle nozze
Molti lo accusano apertamente di misoginia.
Certamente non è molto amato dalle donne, ma, per dir la verità,  nemmeno dagli uomini.
Amici e nemici sono d'accordo nel dire che ha un pessimo carattere: è  scontroso, sarcastico e di una supponenza insopportabile. Le opinini degli altri non lo interessano e lo fa capire.
"Il n'est capable d'aimer un femme, ni même de lui dire, ni de rien faire: Non è capace di amare una donna, né di dirglielo, né di fare nulla": - dice di lui Berthe Morisot, che è tra i pochi a essergli realmente affezionata.

Si sussurra che, come molti della sua generazione, da Baudelaire a Manet, sia stato vittima di quella che tutti chiamano semplicemente "la malattia", la sifilide. E che, obbligato a prendere distanza dal corpo delle donne, sia rimasto, comunque, affascinato dalla loro segreta intimità.


Nel corso della sua carriera ha studiato il movimento dei cavalli e dei fantini a Longchamps o le attitudini delle piccole ballerine dell'Opera. Ora, con lo stesso apparente distacco, osserva  donne colte nei loro momenti più privati. Come questa, immersa nell'acqua di una vasca da bagno.







O questa, resa in un atteggiamento così naturale, da superare ogni accomodamento, ogni finzione.


Come sempre, il volto,  è nascosto, o coperto dalla massa dei capelli.








C'è, comunque, in tutti i dipinti della serie,  una straordinaria mescolanza di dolcezza e timidezza.
Niente di sensuale, né di malizioso: le morbide sfumature gialle,  rosse, verdi o malva dei pastelli, che usa con una straordinaria maestria, cancellano ogni crudezza.

Si ha l'impressione che, mano a mano che li dipinge e al di là di ogni sua aspettativa, scopra quello che, all'inizio, non si era nemmeno immaginato:  che la verità del corpo, così come la rappresenta, non è mai né oscena, né degradante.

È la bellezza pura della vita, senza filtri e senza orpelli.
"E se la grazia fosse nascosta proprio nelle cose più ordinarie ?": si chiedeva, anni prima.
Forse, nei suoi nudi di donne, ha trovato la risposta.



 

 

22 commenti:

  1. "la verità del corpo, così come la rappresenta, non è mai né oscena, né degradante. È la bellezza pura della vita, senza filtri e senza orpelli."

    Ah, che belle parole.
    Quanto confortanti e vere e così tanto spesso dimenticate.

    Grazie per avermele ricordate.

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    1. La bellezza della vita è davvero nei nudi di Degas. Per quello ho voluto pubblicarli: quando li ho visti la prima volta mi ha commosso l'idea che i gesti intimi, privati di tutti i giorni, raffigurati così nella loro verità, senza aggiunte e interpretazioni possano, da soli, diventare arte.

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  2. Questi nudi di donna sono bellissimi e anche poetici.Forse l'arte di Degas è tanta che ha trasfigurato in bellezza la sua diffidenza
    Ciao
    Sara

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    1. "Trasfigurato in bellezza la sua diffidenza": forse è questa una delle ragioni per cui questi nudi mi colpiscono più di altri, per esempio, più di quelli - esaltatissimi - di Renoir (per restare nello stesso periodo)che mi sembra non abbiano la stessa complessità e profondità di sentimento.

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  3. Mettile come vuoi, a me le donne nude piacciono sempre un sacco!

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  4. Un post molto intenso che suscita non poche riflessioni. Penso ad esempio al volto nascosto, chissà se m'invento una scemenza, ma so che fra gli esseri umani non esiste un volto uguale ad un altro, neppure nei gemelli. Per cui nasconderlo dietro ai capelli è un espediente per far emergere l'universalità del corpo che nel volto ha invece la sua unicità. C'è una tale sincerità in quei corpi nudi da non concedere niente al voyerismo perverso e pornografico che tende a isolare gli oggetti parziali, no, qui Degas dipinge il proprio desiderio del corpo di donna rappresentandolo in una semplicità quotidiana che ne rivela l'universale bellezza e tutto quel di più che le parole non risecono a dire.
    Se posso azzardare ci leggo una ipotetica (a mo' di intervista impossibile per capirci) risposta al celebre sonetto XXIV di Shakespeare che chiudeva con questi due versi:
    "Però all'arte dell'occhio manca la miglior grazia: Ritrae quello che vede ma non conosce il cuore."
    Ecco, Shakespeare sembra implicitamente e nascostamente vantare la superiorità dell'arte della penna e del teatro nei confronti della pittura. Se William avesse visto questi dipinti forse avrebbe modificato quei due versi. Forse.
    Un abbraccione

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    1. Trovo che tu abbia davvero espresso i motivi per cui questa serie di Degas è così straordinaria: la sincerità, la verità,il desiderio non per un corpo di donna particolare, ma per la bellezza"universale" che è in ognuno di loro. Nessuna perversione o pornografia ( ovvio che se lui si definisc voyeur, lo è solo dal punto di vista artistico)ma solo profondità di sentimenti e grande, grande arte nel restituirli.
      E i versi di Shakespeare, se permetti, te li "rubo".
      Grazie tantissime

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  5. Molto intenso il tuo post e molto intenso e bello il commento di chi mi precede. Come sempre sei riuscita a romanzare un artista e una esposizione, dando conto del passaggio dalla diffidenza alla meraviglia per la bellezza del nudo femminile. Credo che solo attraverso l'universalizzazione della femminilità Degas riuscisse a vedere la bellezza del corpo delle donne e la mostra , a ogni buon conto, la metto in lista d'attesa.
    Un saluto
    Marco

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    1. Il commento di Ruhevoll mi ha fatto capire di più sulla ragione per cui Degas nascondere il volto delle modelle per rendere così universale, ma in qualche modo per lui meno "paurosa", la bellezza femminile.
      Sec'è ancora posto nella tua lista d'attesa una visita alla mostra (e anche al Museo d'Orsay) vale sempre la pena.

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  6. ci sono in giro tante foto belle di questo tipo: ma, per l'appunto, sono fotografie. Oggi, col digitale, è diventato facilissimo fare quello che una volta potevano fare solo i professionisti: ti faccio muovere un po' e faccio trentasei foto. Una viene buona di sicuro...
    Che Degas abbia fatto questi dipinti, e in questo modo, è veramente meraviglioso, fuori dal comune. A questo proposito mi viene in mente quasi soltanto un altro pittore, però diversissimo da lui: uno scienziato, Leonardo da Vinci.

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    1. I grandi artisti (da Leonardo a Degas) usano il disegno e la pittura per capire e conoscere il mondo che li circonda. A differenza della foto (se non è di un grande) nel dipingere c'è sempre un'interpretazione, un'elaborazione emotiva e sentimentale che viene restituita in pittura. Per questo i nudi di Degas sono capaci di commuoverci

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  7. Col tuo blog continuo a imparare, di Degas sapevo solo delle ballerine e ora imparo qualcosa di più su lui e le sue opere .Penso che mi converrà stamparmeli i tuoi post.
    Ciao
    Anna

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    1. Grazie tante. Se vuoi stampare i post fai pure, a me farà solo piacere

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  8. L'impressione è che quest'uomo riservato, accusato di misoginia( secondo me a torto ), fosse innamorato semplicemente della grazia, della bellezza. I suoi quadri, meravigliosi, mi dicono questo. E le donne nei suoi dipinti sono più che mai presenti.
    Bellissimo post, grazie!

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    1. Hai ragione: Degas, nel suo percorso, arriva davvero a "innamorarsi" della grazia e della bellezza del corpo femminile. Se vedrai altre immagini della serie (tutte splendide) vedrai quanto in ogni gesto, in ogni donna sappia trovare la bellezza del quotidiano.

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  9. Semplicemente vorrei ringraziarti per tutto quello che scrivi (e lo fai bene). Grazie Professoressa. Colgo nei tuoi scritti una immensa passione per la pittura e per i pittori.
    Ciao
    Aldo

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  10. @ Carmen , grazie tante per quello che mi dici. Penso che sull'idealizzazione della donna da parte di certi uomini tacciati di misoginia tu abbia ragione. Degas, presunto misogino, nei suoi pastelli dimostra, invece, quanta grazia e bellezza trovi in loro. Non mostrandone il volto, fa capire anche quanta paura abbia della donna reale. A ogni modo, al di là di ogni tentativo di analisi psicologica, quello che conta è la straordinaria emozione che provocano le sue immagini
    @ Aldo, grazie tante: sì i pittori, come Degas, mi appassionano e sono contenta se qualcosa di questa passione riesco a trasmetterlo anche a chi mi legge.

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  11. Questo post non è solo recensione artistica non banale, ma saggio della psicologia dell'artista messo-a-nudo. E il gioco di parole uno vuole essere ironico, ma lode alla tua capacità di interessare sempre, con l'originalità e la profonda conoscenza delle cose di cui nutri passione.
    Bye&besos pittorici

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    1. Grazie Nela, nel catalogo della mostra ho scoperto un Degas che non conoscevo.Credo che valga la pena anche approfondire il suo aspetto umano, metterlo a nudo, come dici tu,cosi le sue opere acquistano una profondità ancora maggiore.

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