sabato 10 novembre 2012

Piet Mondrian,"Broadway boogie-woogie": il ritmo di New York





Quando, nel 1940, si trasferisce negli Stati Uniti, per sfuggire alla guerra che sta per travolgere l'Europa, Piet Mondrian ha sessantott'anni e una lunga carriera alle spalle.
Nato nel 1872, ha iniziato come pittore figurativo, per poi diventare sempre più astratto, fino a teorizzare, insieme a Theo van Doesburg, con cui ha fondato la rivista "De Stjil", una pittura che "risponda a un comune bisogno di certezza, di chiarezza e di ordine" e che sia "un'espressione non soggettiva, ma valida per tutti".



L'opera d'arte, per lui, deve mirare all'essenziale, alla purezza assoluta ed escludere qualsiasi raffigurazione naturalistica. 

Ha abbandonato, dunque, ogni componente figurativa per arrivare a una pittura astratta, fatta di elementi puri: una griglia di linee nere, che si incrociano ad angolo retto, formando quadrati e rettangoli, riempiti con colori primari (rosso, giallo e blu) a cui aggiunge il verde e il grigio.

Scrive in un articolo: "Voglio arrivare il più vicino possibile alla verità e astrarre ogni cosa da essa, fino a raggiungere l'essenza delle cose".




Un artista capace di perseguire le sue scelte con caparbietà e coerenza
Per i più malevoli, un uomo rigido e fin troppo "ingessato".
Chi lo giudica così, di certo non immagina che, dietro la sua apparenza un po' austera, si celi un ballerino provetto con una passione sfrenata per la musica jazz. 
Lo sanno bene, invece, gli amici che lo hanno visto, a Parigi, partecipare, instancabile, a tutte le feste per esibirsi in indiavolati fox-trot.
Lo ha scoperto anche la collezionista americana, Peggy Guggenheim, che, stupefatta, descrive così il loro primo incontro, nel 1939,  nella galleria d'arte, appena aperta a Londra: "L'altro giorno ha fatto il suo ingresso Piet Mondrian, il famoso pittore astratto e, invece di parlare d'arte, mi ha chiesto subito se potevo consigliargli dei locali, dove andare a ballare...Restai sbalordita, ma, quando ballai con lui, mi resi conto che era uno splendido ballerino, pieno di verve e di vita".

A  New York Mondrian si sente libero di coltivare le sue passioni.
Di giorno, continua a scrivere i suoi articoli, a illustrare le sue complesse teorie artistiche, a dipingere, a frequentare musei e gallerie: è un'artista riconosciuto e i più giovani gli rendono omaggio come a un caposcuola. 
Nel suo studio a Manhattan, tutto dipinto di bianco, con rettangoli di carta colorata appesi alle pareti, ascolta la sua musica preferita da un vecchio apparecchio, un radio-fonografo, che ha dipinto di un rosso brillante.

Di notte, si scatena.
Ogni tanto va a ballare con una giovane pittrice, Lee Krasner, destinata a diventare la compagna di Jackson Pollock. 
Ma, per lo più, frequenta un club per jazzisti accaniti, il Minton's Playhouse. Là, tutte le sere, si tengono jam sessions, a cui partecipano musicisti del calibro di Dizzie Gillespie o Charlie Parker. 
In genere  rimane fino a tarda ora, dopo le tre di notte, quando comincia a suonare un pianista geniale e bizzarro, con cui ha stretto amicizia, Thelonious Monk.
Sembra quasi che, da quando è a New York, tutto, per Mondrian, scorra al ritmo della musica. 
Non solo il jazz, ma anche il boogie-woogie, che, a quel tempo, risuona dappertutto e che pare riprenda il rumore sincopato delle ruote dei treni che passano incessantemente sui binari della metropolitana (QUI è il link).
È il ritmo di New York quello a cui Mondrian si abbandona; un ritmo che cambierà per sempre la sua arte.
Il suo stile si rinnova e si adegua all'atmosfera  vivace  che lo circonda. 
In un dipinto come questo, per esempio, la musica è protagonista, fin dal titolo: "Broadway boggie-woogie". 
Ed ecco come appare New York, vista attraverso i suoi occhi:



Il ballo, il jazz, il boogie, insieme all'energia tumultuosa della città, lo hanno portato a  forzare le griglie rigorose che aveva usato finora, fin quasi a "spezzarle". 
Gli elementi, così puri dei suoi dipinti precedenti, si frantumano in una miriade di rettangoli rossi, blu e gialli, che spiccano luminosi sul fondo bianco.
L'astrazione sembra cedere il passo a una pittura diversa, capace di rappresentare tutta l'esuberanza e l'animazione della città.

Così, le linee, che si incrociano ad angolo retto, evocano la pianta della metropolitana, ma rappresentano anche le strade rettilinee di Manhattan, percorse dai taxi gialli e tagliate dal bianco degli isolati, il rosso e il blu delle insegne al neon di Broadway, il lampeggiare dei semafori e di tutte le mille luci di New York.

E sembra quasi di vedere la città dall'alto, con le sue linee e i suoi giochi di colori, mentre il rumore assordante delle voci, dei passi e del traffico, si trasforma nel ritmo allegro e rapido di un boogie.








32 commenti:

  1. Sapevo qualcosa del rapporto tra Mondrian e il jazz, ma ignoravo che fosse un ballerino indiavolato travolto dal ritmo di New York. Una bella sorpresa!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I grandi artisti non finiscono mai di sorprenderci!

      Elimina
  2. Di Mondrian conoscevo solo il nome e forse qualche opera, ma in maniera quasi inconsapevole, di certo superficiale. Bello scoprire questi aspetti quasi "intimi". Stupita sono tuttavia di fronte a questo dipinto che presenti come meno rigoroso... non oso immaginare quelli più rigorosi, prima del jazz e del boogie-woogie... Confusa e casinista come sono io, questo è il massimo della struttura...
    A maggior ragione è importante conosocere questi "retroscena" che tu ci presenti ogni volta così magistralmente! Grazie dal profondo del cuore, è come seguire una lezione sublime di arte.

    Ti auguro un riposante fine settimana, spero con un tempo migliore del nostro: duecentomila sfumature di grigio piombo deprimente.

    Cinzia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E pensa che i dipinti su New York sono quelli in cui Mondrian esplora tutte le possibilità della pittura astratta e, in qualche modo, esce dagli schemi. Prova a guardare quelli del suo primo periodo astratto e vedrai che differenza!

      Elimina
  3. Che artista affascinante, con la sua inestricabile e personalissima miscela di rigore e sfrenatezza, di cerebralismo e vitalismo fisico.
    Un vero personaggio!
    Saluti affettuosi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Davvero un artista affascinante anche nell'evoluzione della sua carriera: è uno dei grandi del XIX secolo.E, in più, ottimo ballerino...

      Elimina
  4. Mondrian New York, Jazz, l'hai scritto su misura per me, dì la verità

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo che l'ho scritto per te: era o non era il tuo compleanno?

      Elimina
  5. E io che non ne sapevo niente???
    Devo sempre ringraziarti, niente da fare:)
    Ciao Grazia e buon fine settimana,
    Lara

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai visto? Anche per me è stata una scoperta, quando l'ho letto nelle memorie di Peggy Guggenheim: è questo il bello della storia dell'arte!

      Elimina
  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io ho fatto il tuo stesso percorso nei confronti di Mondrian: scoprirlo nelle sue contraddizioni tra passione e razionalità, come dici tu, tra lo sfrenarsi del ballo e il rigore del dipingere, è stato uno dei motivi che me lo hanno fatto amare.

      Elimina
    2. scusa Grazia ho fatto un pasticcio e ho cancellato: riscrivo il commento.
      Mondrian è un pittore che, ad un primo approccio, mi apparve ostico e respingente. Forse a causa del mio carattere così distante dal suo freddo ordine. Non so ancora se per spirito di contraddizione o per la coerenza con la sua mente razionale e matematica era invece, da sempre, il pittore preferito di mio marito.
      Tuttavia basta pochissimo per innamorarsi di lui: basta ripercorrere le sue passioni e la più bella è proprio questa del ballo e della musica.
      Così ho scoperto quanto fosse adorabile come la sua freddezza e razionalità si accompagnasse alla passione sfrenata per il ballo: quando si conciliano due opposti siamo già a metà dalla realizzazione di un capolavoro, non trovi?
      Ritmo ed essenzialità: concetti chiave per questo artista e mi chiedo spesso, davanti le sue opere, se siano due conecetti o se, nell'opera di Mondrian, non siano la stessa identica cosa.

      Elimina
  7. Un aspetto inedito di un artista che spiega la frantumazione delle sue " griglie" astratte e la potenza di una città che plasma i suoi artisti come solo New York può fare
    Ciao
    Marco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certamente l'influenza della New York di quegli anni è stata grandissima, anche su un artista maturo come Mondrian. E' davvvero, come dici tu, una città che plasma i suoi artisti.

      Elimina
  8. Bello conoscere anche i retroscena della vita di un artista, forse si può capire di più le sue opere.

    Ciao Grazia

    Nou

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certamente, come nel caso di Mondrian, aiutano a capirlo meglio.

      Elimina
  9. Ancora tanta cultura a New York, ma quegli anni e quelli subito dopo mi sembrano irripetibili!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In quegli anni e nei decenni succesivi New York è stata davvero la capitale dell'arte mondiale.

      Elimina
  10. Non l'avrei detto, Mondrian scatenato ballerino! Evidentemente le regole si introducono per essere infrante, perchè l'unica strada non rettilinea di Manahttan è Broadway e Mondrian... le dedica il dipinto!

    http://www.artdreamguide.com/usa/new-york/map_03.htm

    Ti abbraccio e ti auguro una felce domenica, carissima:)

    RispondiElimina
  11. Risposte
    1. E chissà che Mondrian non l'abbia fatto apposta di dedicare la sua composizione di rette ortogonali all'unica strada non rettilinea!
      Grazie tante per il link e un abbraccio forte

      Elimina
  12. Anche in questi giorni in cui ho pochissimo tempo, appena vedo che c'e' un tuo nuovo post corro a leggerlo... e naturalmente non me ne pento. Mondrian ballerino e' meraviglioso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Silvia! E' vero: Mondrian è meraviglioso anche come ballerino....

      Elimina
  13. Ciao Grazia, il tuo commento è arrivato proprio mentre ti stavo pensando: in un blog ho visto un dipinto di Carl Larsson e ho fatto una ricerca. Tu ne sai qualcosa? Alcuni dei suoi dipinti che ho visto mi piacciono molto, è un artista che mi sembra abbia messo nei suoi lavori un'ingenuità che riesce a trasmettere serenità e gioia, almeno per me è così.

    Buona serata
    Cinzia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non conosco bene Carl Larsson: mi ricordo solo degli acquerelli a soggetto natalizio.
      Lo cerco subito: è un periodo in cui ho bisogno di serenità e di goia. Grazie tante a a presto

      Elimina
  14. Niente di strano che gli piaccia il ballo
    dipinge come si balla,
    rigoroso rispetto del ritmo
    scrupolosa osservanza dei passi
    dignità di portamento
    cromatismo puro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' proprio vero, Massimo, il ballo e i dipinti di Mondrian hanno molto in comune. Ogni grande artista, a suo modo, è un grande ballerino.
      Grazie e a presto

      Elimina
  15. non è tra i miei pittori preferiti, ma forse perchè non so ballare.. ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tu prova comunque a guardarlo a ritmo di jazz e vedrai....

      Elimina
  16. Ciao Grazia!
    Interessantissimo l'articolo su Mondrian e il boogie woogie!!
    Sto facendo una tesi riguardo la musica e l'arte e un capitolo lo vorrei dedicare a Mondrian. Come suggerivi, sono andata alla ricerca delle memorie di Peggy (una vita per'arte, ed. rizzoli) ma non ho trovato il riferimento alle frequentazioni al Minton's Playhouse. Potresti darmi il riferimento bibliografico preciso? (se mi dicessi anche la pag. sarebbe l'ideale!!!) Grazie!
    Federica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Federica, non mi ricordo bene, ma vado a cercare appunti e link. Non ti garantisco di trovarlo alla svelta perché ho i libri sparsi tra le due case di Bologna e di Bruxelles Se puoi, per favore, mandami comunque un email all'indirizzo graago@hotmail.be che uso per la corrispondenza del blog. Grazie

      Elimina