Gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio.... il tempo scorre talmente veloce che quasi non mi ero resa conto che siamo arrivati a giugno ed è già il momento di guardare cosa ci riserva la sesta scena del calendario del ciclo dei mesi di Torre Aquila a Trento.
Sotto il sole splendente del mese, tornano ad essere raffigurate le attività dei contadini, che a
maggio, si erano presi un momento di pausa.
Siamo sulla montagna vicino a Trento,
dove il committente del ciclo, il principe-vescovo Giorgio di Liechtenstein, ha la maggior parte dei
suoi possedimenti.
A giugno, con la buona stagione, inizia il tempo dell'alpeggio.
Ora che
la neve è scomparsa anche alle quote più alte, pastori e servi si sono
trasferiti nei pascoli alpestri: tocca a loro
sorvegliare le mucche, mentre le donne si occupano di mungere, trasportare il latte e lavorare il burro.
In questa scena di vita contadina il pittore, maestro Venceslao, mostra una tale attenzione ai dettagli da
raffigurare perfino le scandole, le tegole fatte con assicelle di legno tipiche della montagna, che coprono
i tetti delle malghe.
Con la stessa esattezza rappresenta gli attrezzi del
lavoro, strumenti ormai quasi dimenticati, come la
zangola: un recipiente cilindrico in legno con un
coperchio forato al centro, da cui passava uno stantuffo, usato per sbattere la
panna e trasformarla in burro.
I contadini e le loro
famiglie, dunque, sono tutti occupati nei pascoli.
Ci si potrebbe chiedere cosa stiano facendo,
invece, i nobili signori, quando ecco che vediamo due eleganti
aristocratici, che, con le loro vesti migliori e preceduti dai loro cagnolini, stanno varcando la porta di una città cinta di mura.
Con il caldo estivo e la luce delle lunghe
giornate hanno, di certo, voglia di lasciare il chiuso delle stanze e di uscire all'aperto.
E chissà che anche loro non siano diretti alla festa che si svolge poco più in basso:
Qui, in un giardino circondato
di siepi verdi e fiorito di gigli, si è raccolto un gruppo di una decina di giovani.
I gentiluomini hanno indossato gli abiti più raffinati con i
loro mantelli trapuntati e foderati, le dame hanno scelto i copricapi più
eleganti o hanno raccolto i capelli in una lunga treccia.
Insieme a loro sono arrivati i musici che già stanno suonando i loro strumenti a fiato.
Tutt'intorno c'è un clima di allegria e di animazione: siamo, probabilmente, nel giorno
del solstizio, il momento più adatto per festeggiare, con le movenze aggraziate di una danza in tondo, il primo giorno d’estate.
Isolati da una cortina di rocce dalla scena dei pastori, ignari della loro fatica, i giovani aristocratici rendono omaggio alla bella stagione e danzano spensierati al suono della musica nel loro "giardino d'amore".
L'atmosfera è ben diversa da quella della scena dei pastori: qui non c'è alcun dettaglio che rammenti la concretezza della realtà. Anzi, la mancanza di prospettiva e di proporzioni matematicamente definite, insieme alla vaghezza dell'ambientazione, sembrano fatte apposta per aumentare l'impressione di una visione di un mondo incantato, raccontato nei toni rarefatti di una favola o di una poesia.
Tanto che non sembra stonato citare il sonetto dedicato a giugno, poco più di un secolo prima, da Folgore da san Gimignano, con i suoi versi che cantano di un mese pieno di fiori, di frutti e di profumi, immerso in un' aria di raffinatezza e di cortesia:
Di giugno dovvi una montagnetta,
coverta di bellissimi arbuscelli,
con trenta ville e dodici castelli
che siano intorno a una cittadinetta,
ch'abbia nel mezzo una fontanetta;
e faccia mille rami e fiumicelli,
ferendo per giardini e praticelli
e rinfrescando la minuta erbetta
Aranci e cedri, datteri e lumie
e tutte l'altre frutte savorose
impergolate sien su per le vie.
e le genti vi sien tutte amorose
e facciansi tante cortesie,
ch'a tutto il mondo sieno graziose.
un altro gioiello, grazie!
RispondiEliminaGrazie a te, Dede!
EliminaOrmai aspetto i tuoi post sui mesi per aggiornare calendario e agenda !
RispondiEliminaCiao
Marco
Pensa che anch'io mi riservo di guardare la scena del Ciclo solo all'inizio del mese e cerco pure di trovarci dei buoni auspici...
EliminaGiugno è un mese bellissimo sia nell'affresco che nei versi straordinari di Folgore da san Gimignano che mi hai fatto conoscere. Penso che tutt'e due ci parlano di un mondo di eleganza ormai lontanissimo che ci sembra quasi un sogno.
RispondiEliminaAnna
I sonetti dei Mesi di Folgore da san Gimignano sono veramente bellissimi: il tono e le descrizioni ci parlano di un modo più immaginato che reale. Un mondo, in cui ci si può rifugiare tuttora nei momenti in cui la vita ci pare fin troppo grigia!
EliminaEccolo! Mi mancava...
RispondiEliminaNon conoscevo il sonetto di Folgore, quasi una filastrocca un po' ironica e sorridente che sta molto bene come poetico commento dell'immagine. Grazie!
E' vero, Luisa, che i versi di Folgore da san Gimignano commentato bene questa immagine, in cui la raffinatezza cortese viene illustrata con un tono più "campagnolo", più affettuoso e, in qualche modo, più vicino a noi.
EliminaSempre più impressionante il quadro storico sulle differenze di condizioni sociali che qui si sta delineando. Il che nulla toglie alla grazia della composizione. Ma sono, invero, preziose, una volta di più, le tue parole di presentazione.
RispondiEliminaUn mese che predispone alla gentilezza e all'apertura, come dice il sonetto. In effetti un mese davvero bello, né troppo, né troppo poco di nulla, una giusta via di mezzo di sole, caldo, pioggia, natura... Un mese che mi piace.
RispondiEliminaGrazie per questa presentazione che dà come sempre un valore aggiunto al dipinto.
Buon fine settimana e saluti cari
Cinzia