Ormai per me è d'obbligo cominciare il mese, sfogliando il calendario del Ciclo dei
Mesi di Torre Aquila a Trento.
Siamo già al settimo: tocca a Luglio
Nelle
giornate estive di sei secoli fa il sole
batte forte sui possessi del committente degli affreschi, il principe-vescovo
Giorgio di Liechtenstein, mentre per gli aristocratici e per i contadini la vita quotidiana continua con le occupazioni tipiche del mese.
Ed ecco, che, nella parte inferiore della scena una barca di pescatori sta solcando un piccolo lago, mentre due servi trasportano i falchi destinati alla caccia.
Escono da un’elegante palazzo rosso,
che è stato identificato con Castel Toblino nella Valle dei Laghi,
ornato da finestre vetrate, da balconi pieni di fiori e con i nidi delle cicogne sul tetto.
Si dirigono, passando da un ponte, verso un giardino, dove un elegante gentiluomo, abbigliato con un farsetto rosso e nero, con un gesto di raffinatezza cortese, sembra offrire un falco in omaggio a una dama vestita di bianco.
Un dono davvero generoso e un segno di grande signorilità.
Un dono davvero generoso e un segno di grande signorilità.
La caccia col falco era il passatempo favorito
dell’aristocrazia: solo i nobili potevano permettersi di tenere al proprio servizio
personale specializzato e destinato esclusivamente alla cura e all'allevamento dei preziosi uccelli.
Intanto, mentre i signori si svagano, i contadini non cessano di lavorare.
Nei
prati più alti, circondati da una corona di rocce variopinte, si svolge
l’attività tipica della stagione: la fienagione.
Sullo sfondo di un verde
vivace, con indosso copricapi di paglia
o di stoffa e vestiti di un bianco abbagliante, uomini e donne sono intenti al
lavoro.
Hanno le movenze lievi di un
balletto e apparentemente sembra non compiano alcuno sforzo.
In realtà, la
fienagione, fondamentale per tutta l’agricoltura della montagna, era un'occupazione
dura e faticosa, che coinvolgeva intere famiglie, costrette a trasferirsi nei pascoli per tutto il mese. E non erano, di certo, vacanze
L’erba falciata veniva lasciata per giorni e giorni ad asciugare al sole e doveva essere rivoltata molto spesso con la forca da fieno, in modo da farla essiccare più velocemente.
L’erba falciata veniva lasciata per giorni e giorni ad asciugare al sole e doveva essere rivoltata molto spesso con la forca da fieno, in modo da farla essiccare più velocemente.
Nell'affresco i contadini indaffarati sono raffigurati con grande precisione: c’è chi falcia,
chi rastrella e anche chi, seduto su una panca davanti a una malga, aguzza il filo
della falce.
Con la stessa esattezza sono rappresentati gli strumenti agricoli:
le falci fienaie, i rastrelli, i forconi a tre denti, gli astucci per portare
la cote.
Il
committente, guardando la parete dipinta, era contento di assistere da lontano al
lavoro che si svolgeva ai confini dei suoi territori e di mostrare ai suoi ospiti quanto
la vita nei suoi possessi fosse operosa e ben ordinata.
O,
almeno, dimenticando per un attimo le preoccupazioni del quotidiano, sognare che davvero fosse così.
La
scenografia dell’affresco è fatta di ambienti naturali simili a quelli del Trentino e dell'Alto Adige con montagne, rocce e prati verdi, su cui spiccano le macchie scure dei boschi.
È
lo stesso paesaggio che possiamo vedere anche oggi.
Quello che ritrovo nelle passeggiate delle mie vacanze tra i verdi pascoli della Val Pusteria.
Quello che ritrovo nelle passeggiate delle mie vacanze tra i verdi pascoli della Val Pusteria.
Siamo già a luglio? Incredibile come passa il tempo
RispondiEliminaEh, sì, siamo nel colmo dell'estate senza averla vissuta, almeno dal punto di vista meteorologico:-)
Eliminae buona vacanza a te, tra il fieno, i prati e i boschi! Grazie anche per questo racconto solatio che ci accompagna verso lo stacco estivo dalle normali occupazioni.
RispondiEliminaIn effetti qui, in val Pusteria, è bellissimo. Se ci fosse un tempo meno capriccioso sarebbe perfetto.
EliminaSpero, intanto, che anche le tue vacanze si avvicinino!
Buone vacanze!
RispondiEliminaHo fatto un giro tra le foto dello zio ( ne ho prese alcune... :)
Grazie, Giacinta! Lo "zio di Leo" ( e ora anche di Filippo) ne sarà contentissimo!
EliminaDirei preziosa questa testimonianza di storia sociale.
RispondiEliminaBuone vacanze!
Grazie, Adriano, le prossime mi piacerebbe organizzarle al mare, magari dalle tue parti!
EliminaBuone vacanze Grazia, un abbraccio!
RispondiEliminaAnche a te! E che siano piene di buona musica!
EliminaLuglio è il mio mese, lo amo con tutto il cuore. Buone vacanze mia carissima Grazia!
RispondiEliminaÈ davvero un mese bellissimo, anche quando è capriccioso come quest'anno.Buone vacanze anche a te!
EliminaCara Grazia, come sempre la tua descrizione rende tutto molto chiaro.... e anche più apprezzabile.
RispondiEliminaSai che mi stupisce la "nudità" di certi contadini?! Era usuale quel tipo di abbigliamento allora?
Buona vacanza in quei magnifici paesaggi!
A presto (ma non troppo!)
Cinzia
L'abbigliamento dei contadini all'epoca era usuale: indossavano, per lo più, una corta tunichetta. D'estate e d'inverno. Di sicuro non avevano la varietà di vesti di un gentiluomo. Essere nati nella parte ' sbagliata' all'epoca non era facile !
RispondiEliminaBuone giornate anche a te nei tuoi bellissimi paesaggi e nel tuo splendidi giardino!
Che bello, adoro la montagna d'estate! Buon riposo, buone passeggiate, buone vacanze!
RispondiEliminagrazie
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