Siamo appena al primo
del mese e sono già pronta a staccare il nono "foglio" del calendario del Ciclo di
mesi di Torre Aquila a Trento, tanta è la curiosità di scoprire cosa accadeva nel settembre di sei secoli fa.
Nei possedimenti del committente del Ciclo, il principe vescovo
Giorgio di Liechtenstein, contadini e signori sono intenti alle loro occupazioni stagionali. Come
al solito, nel piccolo mondo perfetto del'affresco, ricreato dall'artista, Maestro
Venceslao, la fatica dei campi convive, senza contrasti, con gli svaghi degli
aristocratici.
Andiamo, allora, a vedere cosa succede nel dipinto.
Gli episodi sono tutti raffigurati su uno sfondo di rocce rosse e gialle che ricordano una scenografia di cartapesta allestita per una recita infantile.
In alto sono rappresentate le attività agricole tipiche del mese: la preparazione del terreno e la raccolta dei prodotti stagionali.
Gli episodi sono tutti raffigurati su uno sfondo di rocce rosse e gialle che ricordano una scenografia di cartapesta allestita per una recita infantile.
In alto sono rappresentate le attività agricole tipiche del mese: la preparazione del terreno e la raccolta dei prodotti stagionali.
Nella prima
scena, due contadini, vestiti con corte tuniche chiare, conducono l'aratro, tirato da una coppia di buoi e da una di cavalli.
Una donna, con una veste bianca
e i piedi nudi, lavora con la zappa lungo le linee perfettamente tracciate dei solchi.
Al
centro, un'altra contadina è intenta a raccogliere le rape. La rapa bianca,
coltivata negli orti o in campi aperti, aveva all'epoca, la stessa importanza
che poi avrebbe assunto la patata ed era molto diffusa in tutto l'arco alpino
perché resisteva bene al freddo e si conservava a lungo. Insieme al cavolo, era
l'alimento indispensabile nei lunghi inverni della montagna.
Sta arrivando
l'autunno e i contadini si preoccupano di assicurarsi il necessario per
la cattiva stagione.
I nobili, invece, non sembrano darsi pensiero del freddo che arriva e continuano, come nei mesi di luglio e di agosto, a divertirsi con il loro svago preferito: la caccia col falco.
Dalla porta dello stesso castello rosso, che
faceva da sfondo alla scena di agosto, escono ora, a cavallo, una dama e due
cavalieri, circondati dai loro cani Più in alto, due gentiluomini stanno già cacciando.
Sanno che per la pratica della falconeria l'inizio d'autunno è il periodo migliore e si affrettano ad appostarsi, con i loro falchi ben addestrati, tra le rocce e i bassi cespugli.
E chissà che a qualcuno di loro non risuonino in mente i versi con cui il poeta
Folgore da san Gimignano aveva celebrato, un secolo prima, il mese di settembre e la caccia con i rapaci :
Di
settembre vi do diletti tanti/ Falconi, astori, smerletti, sparvieri/ lunghe,
gherbegli, geti con carnieri/ bracchetti con sonagli, pasto e guanti... che
fosser boni da snidare e prendere/ l'uno e l'altro tuttavia donando/ e possasi
rubar e non contendere...
Fatica da una parte, divertimenti e tradizioni riservate solo all'aristocrazia dall'altra.
Nella fittizia armonia dell'affresco, mentre il sole in alto continua imperturbabile il suo corso e una stagione succede all'altra, i nobili si svagano e i contadini sembrano lieti di stare al proprio posto, senza proteste e senza ribellioni.
Sulle pareti di Torre Aquila il sogno, ancora una volta, ha preso il posto della realtà.
Come cominciare bene il nuovo mese senza il tuo racconto? Puntuale, eccolo...
RispondiEliminaGrazie come sempre, Grazia e ... buon settembre!
Grazie e buon settembre anche a te, Luisa!
Eliminaappuntamento immancabile, le pagine dei tuoi calendari trasmettono sempre quel pizzico di quieta serenità che ti fa' pensare che il mese che sta arrivando non può che portare cose belle
RispondiEliminaVero Dede? Si può sempre sperare che la vita per noi sia tranquilla come per quelli dell'affresco (i nobili, però!)
EliminaCara Grazia, anche io aspettavo con ansia il nuovo mese ed il tuo racconto. Bellissimo anche questo, come del resto quasi tutti i tuoi post, che leggo assiduamente, scoprendo la mia enorme ignoranza! Affettuosamente grazie,
RispondiEliminaGrazie Licia! Anche per me è bello ritrovarsi.
EliminaBello settembre, bello il dipinto, bello il tuo commento, come sempre lieve e profondo senza per questo diventare un ossimoro :)
RispondiEliminaCiao Grazia.
Grazie Paola, anche per il lusinghiero vero/falso ossimoro!
EliminaCiao, molto interessante il tuo blog e anche l'idea di raccontare mese per mese cosa succedeva in "tempi lontani".
RispondiEliminaTi seguirò più spesso.
A presto Jampy
Grazie Jampy, sono andata a curiosare anche nel tuo blog e mi sembra che anche da te ci siano bei sentieri da seguire!
EliminaUna vita da sogno, come piaceva ai nobili.
RispondiEliminaPoi arrivava, giusta nemesi, la gotta a turbare i loro giorni svagati.
Almeno quella, Costantino,!:-)
EliminaOddio, è già settembre! Meno male che c'è il tuo calendario ad allietare le scadenze :-)
RispondiEliminaEh sì, Silvia, siamo già quasi in autunno. Anch'io senza il calendario me lo scorderei: decisamente il tempo corre troppo in fretta!
EliminaChe meravigliosa scoperta il suo blog. Grazie davvero per i bellissimi post. L'ho trovata per caso, ma si sa che il caso (come disse qualcuno...) è solo la forma sotto cui ama celarsi il destino.
RispondiEliminaEvidentemente il mio si è arricchito di cose belle come questa!
Grazie ancora
(anche perchè mio figlio vive a Bruxelles e quest'incontro in rete rende per me la città più preziosa...)
Donatella Izzo
Grazie tante, Donatella! E chissà che il destino non ci faccia incontrare di persona a Bruxelles!
Elimina"due contadini, vestiti con corte tuniche chiare, conducono l'aratro, tirato da una coppia di buoi e da una di cavalli"
RispondiEliminache strano, lavorare in campagna vestiti di bianco
Probabilmente quel bianco è una licenza poetica dell'artista. I colori che usavano i contadini, che non potevano spendere molto in tintoria, erano piuttosto scuri e poi lo sporco e il sudore facevano il resto: nessuna veste sarebbe rimasta bianca a lungo:-)
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