"Vedere un mondo in un granello di sabbia e un universo in un fiore di campo..." (William Blake)
Un quadro non molto grande (66x62
cm), eppure in grado di contenere un mondo, la "Madonna del cancelliere
Rolin" di Jan van Eyck (1390 ca-1441), attualmente al Louvre:
Siamo intorno al 1435 nella
fastosa corte dei Duchi di Borgogna.
In una sontuosa sala, col pavimento intarsiato e un loggiato aperto, è inginocchiato in preghiera, Nicolas
Rolin, il potentissimo cancelliere di Filippo il Buono, un uomo che molti, in segreto, definiscono ambizioso, astuto e privo di scrupoli. Parlano della sua avidità, di una fortuna immensa accumulata partendo dal nulla e della sua voglia di esibire la posizione che ha raggiunto.
Per questo- dicono- ha
commissionato il quadro, destinato alla cattedrale di Atun, la sua città natale, a
Jan van Eyck (della sua pittura ho parlato qui e qui)
Ottenere un dipinto di van Eyck non è da tutti: l'artista,
all'epoca, non è solo pittore di corte, ma anche "valet de chambre" al servizio del Duca, con un ricco appannaggio annuo.
Se vuole, può rifiutare qualunque commissione, ma sa bene che a Nicolas Rolin è impossibile dire di no.
Lo ritrae, dunque, con un abito di broccato, intessuto di fili
d'oro e foderato di pelliccia, lo stesso indossato, una decina d'anni prima, per la sua investitura a cavaliere.
Anche se ha dovuto cancellare- come hanno rivelato le riflettografie- il borsellino che aveva raffigurato appeso alla cintura, un'allusione forse troppo esplicita alla ricchezza, è riuscito, comunque, a ricreare intorno a lui un'atmosfera di agio e di lusso.
E, poi, non è un caso se la luce che illumina la
stanza sia quella chiara dell'alba e se il
Libro d'ore, che il cancelliere tiene tra le mani, sia aperto sulla preghiera del
mattino.
Troppo occupato negli affari di corte, ha ottenuto dal Pontefice un permesso speciale per far celebrare messa nelle sue stanze prima che venga giorno.
E vuole che il dipinto ricordi questo privilegio, tanto è orgoglioso di aver trattato direttamente col Papa.
Troppo occupato negli affari di corte, ha ottenuto dal Pontefice un permesso speciale per far celebrare messa nelle sue stanze prima che venga giorno.
E vuole che il dipinto ricordi questo privilegio, tanto è orgoglioso di aver trattato direttamente col Papa.
Altro che col Papa! A prima vista sembra che Nicolas Rolin sia in grado trattare da pari a pari addirittura con la Madonna: le due figure hanno le stesse proporzioni e nel dipinto non c’è nemmeno- come usava all'epoca- il Santo omonimo del committente a fare da intermediario.
La Vergine indossa un sontuoso manto rosso- il colore della
regalità- decorato da un bordo ricamato d'oro e tiene in braccio un Bambino biondissimo,
che regge tra le mani un globo di cristallo sormontato dalla croce.
Lo sguardo
del cancelliere, però, non incontra quello della Madonna e tra i due non c’è alcun
rapporto; entrambi sembrano isolati e assorti in se stessi.
Quella
che van Eyck rappresenta non è, dunque, una Sacra conversazione, ma una visione
interiore, frutto della preghiera e della meditazione. Un'apparizione, dunque.
E
a un uomo, in cui la spiritualità si unisce all'amore per il potere, la Madonna
non può che apparire come una Regina, a cui un angelo, con le ali color arcobaleno,
porge una corona cesellata d'oro e di pietre preziose.
Una visione degna di
un principe: l'omaggio di un cavaliere alla Signora celeste.
Per dare verità a questa scena cortese Van Eyck usa tutto il suo talento di pittore, la sua capacità di rappresentare, con la stessa nitidezza, ogni sia pur minimo dettaglio e la sua abilità di raffigurare la preziosità di ogni materiale, dalla morbidezza del velluto, alla levigatezza del marmo, allo sfavillio dell'oro. E illumina tutto con la brillantezza di quei colori a olio, di cui, si dice, sia l'inventore.
Fino a ricreare un intero universo, i cui particolari sono, insieme, annotazioni realistiche e simboli di una religione profondamente vissuta; anzi, una selva di simboli, in cui non è facile districarsi (qui è il link a una bella descrizione).
A partire, ad esempio, dai capitelli, decorati con storie della Genesi o alle tre arcate del loggiato che alludono alla Trinità, per arrivare, usando una lente, ai minuscoli conigli schiacciati dal peso delle colonne che simboleggiano la vittoria sulla lussuria.
Fuori, nella
luce dorata del mattino, il giardino chiuso, l'hortus conclusus, con i suoi fiori legati
alla devozione mariana- dalle rose ai gigli- allude alla verginità di Maria. Mentre il pavone sul muro di cinta, ricorda quelli allevati a corte per la bellezza delle loro piume, e, insieme, per la sua carne considerata immarcescibile, rappresenta un simbolo d'eternità.
Anche nel vasto paesaggio, tagliato da un fiume e chiuso, in lontananza, dalle montagne, si intrecciano verità e simboli: a destra, in corrispondenza con la Madonna, la grande cattedrale prefigura la Gerusalemme celeste, mentre, a sinistra, i campi e le vigne rimandano ai possedimenti del cancelliere.
Ovunque minuscoli abitanti circolano per le strade, si affollano sulle rive o percorrono il
ponte sormontato da una croce.
Al centro del loggiato, due passanti si fermano davanti al parapetto.
Uno si china a guardare in basso, mentre l'altro, visto di profilo, indossa lo stesso capperone rosso- un elaborato copricapo a metà tra cappello e turbante- che Van Eyck sfoggia in un suo autoritratto.
Uno si china a guardare in basso, mentre l'altro, visto di profilo, indossa lo stesso capperone rosso- un elaborato copricapo a metà tra cappello e turbante- che Van Eyck sfoggia in un suo autoritratto.
E chissà che non abbia scelto di raffigurarsi anche qui, mentre sta contemplando il mondo che lui stesso ha realizzato con la sua pittura.
Un piccolo universo, un microcosmo di cui fanno parte, alla stessa stregua, il potente cancelliere, i cittadini indaffarati, il fiume e le montagne, così come ogni altro grande o minuscolo dettaglio.
E dove dappertutto gli sembra di ritrovare, illuminato dalla sua luce e dai suoi colori, un uguale riflesso di Dio.
Una trasmissione alla radio francese ripercorre, come meglio non si potrebbe, la storia e il significato del dipinto: il link è qui.
mi sorprende sempre leggere i tuoi post così densi e mai superficiali e nello stesso tempo leggeri e scorrevoli. Se tutti gli insegnanti di storia dell'arte avessero questo tuo dono !
RispondiEliminaGrazie, Dede! Comunque ora ci sono molti più storici dell'arte che si dedicano alla divulgazione e che non pensano che scrivere chiaramente sia un segno di eccessiva semplificazione.
EliminaIl tuo commenti mi ha spinto a guardare particolari a cui non avrei mai fatto caso come il pavone o i coniglietti, che ho fatto fatica a trovare anche ingrandendo la foto. La pittura di van Eyck e i tuoi post sono sempre una sorpresa!!
RispondiEliminaCiao
Marco
In effetti i dipinti di van Eyck non si finiscono mai di guardare. Ora per esempio, con la lente, ho scoperto dei ciuffi d'erba che escono dalla sconnessioni delle pietre del parapetto. Insomma è davvero una continua sorpresa!
EliminaIl pavone è quasi identico a quello del san Girolamo di Antonello :-)
RispondiEliminaE' vero! :-) E anche è ugualmente simbolo di eternità!
EliminaOra sarò superficiale e blasfema, ma perché mai il Cancelliere avrà quella tremenda pettinatura?
RispondiEliminaSilvia, era la pettinatura " a calotta" allora di modissima!! Certo non gli dona... anche perché, ammettiamolo, il cancelliere non era bello subito :-).
EliminaBellissima la trasmissione radiofonica di cui hai dato il link. Non ho capito bene la questione dei cerchi nell'acqua: mi pare di vederli, ci vorrebbe forse una definizione ancora maggiore dell'immagine. Davvero questo quadro è un mondo pullulante di vita.
RispondiEliminaÈ vero, Paola, che è una trasmissione bellissima, come tutta la serie del resto.
EliminaPer vedere quello che ci indicano bisognerebbe avere foto ad altissima definizione e una potente lente di ingrandimento. Certo van Eyck era aiutato dalla sua esperienza di miniatore, ma mi chiedo cosa vedessero i visitatori della cattedrale di Autun, quando il dipinto era ancora in loco!
Pittore famoso, ma che conosco poco.
RispondiEliminaNon solo un dipinto di grandissima levatura, ma anche, sotteso, un trattato di etica, sociologia, varia umanità.
Grazie.
Grazie a te Costantino, se è vero che dietro molti quadri c'è un mondo, dietro quelli di van Eyck c'è l'universo intero!!
EliminaE' un piacere leggerti ...dopo tanti anni! Anna Baraldi
RispondiEliminaE' un grandissimo piacere per me ritrovarti! E speriamo ora di non perdersi di vista
Eliminaun grande artista che non si fa intimorire dai potenti. Curioso e significativo, il dettaglio del borsellino cancellato. E' sempre un gran piacere scoprire un tuo nuovo scritto. Ciao, Grazia.
RispondiEliminaInfatti, Luisa, nella riflettografia il borsellino di vede benissimo. Ma poi evidentemente, viste le malignità che circolavano sull'avidità del cancelliere, è sembrato più opportuno cancellarlo.
EliminaVan Eyck sapeva bene quali erano le regole e l'etichetta della corte...
Un quadro ricco di dettegli e simboli; che grazie a te ora anno un significato!
RispondiEliminaPur essendo un nome noto; ammetto di non conoscerlo quasi per niente!! Grazie per averci illustrato sia il quadro stesso che i personaggi e i luoghi e il tempo in cui tutto si è svolto. Ciao
Sai che purtroppo in Italia la pittura fiamminga e van Eyck in particolare non è noto quanto merita: E invece è uno dei grandi protagonisti del Quattrocento!
EliminaOra sono... di corsa.... ma ripasso con più calma....
RispondiEliminaBuon fine settimana
Cinzia
Buon fine settimana anche a te, Cinzia cara!
Eliminac'è davvero un mondo, in un terzo di metro quadro, e non si finisce mai d'imparare:)
RispondiEliminaQuando van Eyck dipinge, è una meraviglia dietro l'altra!
EliminaRicordo che quando vidi questo dipinto rimasi incantato ad osservarlo per una ventina di minuti, credo. Se ci fossi stata tu a "raccontarmelo" ci sarei rimasto una mezza giornata!
RispondiElimina:)
Se mai andremo insieme a vedere il Louvre....:-)
EliminaIncredibile! Quanto erano grandi gli artisti di una volta? Grandi nella pittura ma anche a livello di cultura generale, mi verrebbe da dire... Sono impressionata!
RispondiEliminaUn abbraccio
Cinzia
Grazie. Ti ho trovata per caso e mi sto guardando, con estremo piacere, tutto l'archivio.Il link che ci mette in contatto con il museo del Louvre per la descrizione del "La madonna del cancelliere Rolin" è stata una scoperta incredibile . La minuziosità e la molteplicità delle spiegazioni, accompagnate dal testo, che mi ha permesso una completa comprensione di quanto veniva riportato, mi ha svelato un mondo di conoscenza E' possibili vedere altri quadri del Louvre? Se sì qual è il link? Grazie per tutto quello che hai scritto e scriverai
RispondiEliminaMi dispiace ma non ho un elenco dei link disponibile per i dipinti del Louvre. Temo che occorrerà fare una ricerca quadro per quadro.
EliminaIntanto sono io che ringrazio te per leggere il mio blog e per le tue parole!
Grazie!Articolo molto interessante e scritto molto bene! Il mio lavoro consiste nell' incisione a mano per mezzo di bulini di opere famose. Quest'opera e' la successiva nella mia lista e richiedera' 4 mesi di lavoro intenso.. Un saluto, Manuel
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