Un piccolo dipinto (cm 33x26) oggi conservata alla
Hirschprung Collection di Copenhagen: una donna, raffigurata di spalle, con i fianchi coperti da un telo bianco, di fronte a uno specchio appeso alla parete:
Tutto
qui.
Eppure questa tela sa incantarci con il fascino di un'immagine che sembrerebbe senza tempo, se non ne conoscessimo la data di esecuzione, il 1841 e il nome dell’autore: il danese Christoffer Wilhelm Eckersberg (1783-1853).
Eppure questa tela sa incantarci con il fascino di un'immagine che sembrerebbe senza tempo, se non ne conoscessimo la data di esecuzione, il 1841 e il nome dell’autore: il danese Christoffer Wilhelm Eckersberg (1783-1853).
Quando la dipinge, il pittore è un uomo maturo, al culmine
della sua carriera e con un ruolo di caposcuola riconosciuto anche al di fuori della
Danimarca.
La sua
formazione è avvenuta tutta all'interno della cultura neo-classica.
Dopo gli
studi all'Accademia di Copenhagen, un matrimonio sfortunato lo costringe ad allontanarsi e a viaggiare
per l’Europa: durante un lungo soggiorno a Parigi, entra in contatto con Jacques-Louis
David, mentre, la successiva permanenza a Roma, gli consente di studiare i monumenti
dell’antichità e di iniziare un bel rapporto di amicizia col celebre scultore
Bertel Thorvaldsen.
A Roma,
come molti altri pittori del Nord, rimane folgorato non solo dai rumori, dai
colori, dagli odori, ma, soprattutto, dalla luce.
All'epoca non è raro vederlo lavorare all'aperto, con la sua scatola di colori e la seggiola pieghevole, scandalizzando i passanti e i pittori suoi coetanei: quella di dipingere all'aria aperta è ancora una pratica del tutto inconsueta, ma per Eckersberg diventa un abitudine.
Tanto che, da allora, la luce assume un ruolo dominante in tutti suoi dipinti, insieme agli elementi tratti dalla realtà di tutti i giorni.
All'epoca non è raro vederlo lavorare all'aperto, con la sua scatola di colori e la seggiola pieghevole, scandalizzando i passanti e i pittori suoi coetanei: quella di dipingere all'aria aperta è ancora una pratica del tutto inconsueta, ma per Eckersberg diventa un abitudine.
Tanto che, da allora, la luce assume un ruolo dominante in tutti suoi dipinti, insieme agli elementi tratti dalla realtà di tutti i giorni.
“Ispirarsi sia alla natura che all'antichità classica per trovare la verità”: è la
concezione che sta alla base della sua pittura, come delle lezioni che, una volta rientrato in patria, tiene all'Accademia di Copenhagen.
Saranno proprio quelle lezioni che formeranno un’intera generazione di pittori e che gli
daranno la fama di ”padre della pittura danese”.
Unire concezioni
classiche e attenzione alla realtà è il principio che intende attuare nei
suoi tanti dipinti, dai paesaggi, alle scene di mare, alle nature morte.
Ed è
anche quello che vuole realizzare in questo suo straordinario nudo di donna.
Nessuna traccia di leziosità, nessun travestimento mitologico: una giovane donna, intenta ad acconciarsi i capelli alla moda del tempo, è colta in un momento di intimità, ignara di ogni spettatore, quasi fosse spiata di nascosto e circondata da oggetti che rimandano alla vita quotidiana: l’angolo di un tavolo coperto da un drappo, una scatolina porta-gioielli, uno specchio con una semplice cornice di legno.
Quasi che una Venere, degna una scultura classica, si fosse calata nella realtà di tutti i
giorni, nella stanza di un appartamento borghese, nemmeno tanto lussuoso, trasformandosi in una donna moderna enigmatica e irraggiungibile.
La luce
fredda del nord ne rivela le forme con la stessa imparzialità, con cui si posa
sui particolari o sulla tinta grigio-verde della parete.
La
sobrietà dell’insieme, la nitidezza dei contorni, la freddezza dei colori allontana
ogni idea di sensualità e ogni tentazione di erotismo.
Niente di eccessivo, niente
di ostentato.
In questa serena e silenziosa intimità quotidiana sta tutto il fascino del dipinto, capace di restituire, libera da ogni sovrastruttura, un’immagine femminile di pura e nuda bellezza.
In questa serena e silenziosa intimità quotidiana sta tutto il fascino del dipinto, capace di restituire, libera da ogni sovrastruttura, un’immagine femminile di pura e nuda bellezza.
un'immagine di pura e nuda e MORBIDA bellezza:)
RispondiEliminaBellezza vera:)
Bellezza vera proprio perché morbida, vero? :-)
EliminaBello il dettaglio del braccio che copre la parte inferiore del volto; lo specchio dovrebbe svelare le fattezze della fanciulla, che rimane invece avvolta nel mistero. Grazia è sempre un incanto leggerti.
RispondiEliminaGrazie, Paola! È un incanto scoprire dipinti come questo!
Eliminala bellezza dell'anima messa a nudo....è semplicemente incantevole
RispondiEliminaIncantevole è la parola giusta!
EliminaSfumatura alta eh? La prenderebbero sicuramente nei marines. :-)
RispondiEliminasarebbero contenti i marines :-)
Eliminala vita semplice e vera
RispondiEliminaProprio così, come in molta pittura nordica, si mescolano semplicità e verità!
EliminaSemplicemente meraviglioso.
RispondiEliminaLo penso anch'io!
EliminaNuovo anche per quella luce fredda che gli hai trovato e che delimita in modo più netto l'interno fermandosi sui suoi dettagli.
RispondiEliminaUn abbraccio:)
Proprio la luce fredda del Nord, vero?
EliminaE' un taglio prospettico che ha qualcosa di originale e, ti dirò, lo sguardo mi si è fermato sulla sapienza con cui ha dipinto i capelli. Riprendo dunque il commento di Silvia: semplicemente meraviglioso.
RispondiEliminaAnni dopo lo stesso incanto nelle donne viste sempre di spalle di Villelm Hammershoi
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