Un tempo, quando si entrava in farmacia, non era raro imbattersi in un manichino nero con i capelli corti, la testa voltata verso sinistra e il corpo sodo e muscoloso.
Ma l'aspetto può ingannare e l'apparenza di sana robustezza era smentita da una serie di fasce elastiche bianche che evidenziavano, invece, sofferenze da trauma o da reumatismi.
Sembrava che il manichino avesse inanellato un malessere dopo l'altro (al polso, al gomito, alla caviglia, alla schiena...), sopportando sempre stoicamente con il sorriso (o quasi) sulle labbra.
Da che cosa gli veniva questa forza serena?
È chiaro: dalla fiducia nelle virtù taumaturgiche delle fasce elastiche del dottor Gibaud, capaci- se non guarire- almeno di lenire i dolori ai muscoli, ai tendini o ai nervi infiammati.
Nessuna ricerca ha dato esito, quando- spinta dalla curiosità- ho cercato di sapere chi fosse questo misterioso Dottor Gibaud che aveva apportato tanto beneficio all'umanità sofferente, senza mai rivendicare un ruolo, un posto al sole, e nemmeno il suo quarto d'ora di celebrità.
Lo immaginavo occupato a ideare cavigliere, ginocchiere, pancere senza un attimo di tregua, come uno di quegli infaticabili benefattori che tanto danno, senza nulla chiedere.
La stessa tempra, di chi nulla rivendica per se stesso, la ritrovavo nel Dottor Falqui, inventore del celebre confetto lassativo che tanto sollievo aveva concesso in un settore delicato e spesso- per vergogna- passato sotto silenzio.
Che dire poi dell'ignoto capitano (di artiglieria? di fanteria?) che aveva dedicato se stesso alla cura dei denti, elaborando e sperimentando (chissà quanto a lungo) una pasta dentifricia.
Di lui non è noto nemmeno il nome.
Quanti eroi negletti, quante generose e modeste personalità hanno lavorato per il nostro benessere sanitario!
Di loro, almeno qui, rimanga il ricordo!
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