mercoledì 5 gennaio 2011

Le stelle di Ravenna




Esistono momenti magici, sospesi, quando d’improvviso sembra di entrare in un tempo e in uno spazio diverso.
È una questione di istanti; basta un cambiamento, anche minimo e tutto rientra bruscamente nel tempo reale, nel tempo di una glaciale mattinata d’inverno.

A fine dicembre a Ravenna era freddissimo con quel sole tipico delle giornate gelide, un sole che emana una luce fredda, nitida, radente.
Quando siamo entrati nel piccolo mausoleo di Galla Placidia eravamo soli.
Fuori un grande silenzio, il chiarore bianco del ghiaccio. 
Dentro, la penombra delle finestre di alabastro, il rumore brusco dei nostri passi e improvvisamente dalla porta semiaperta una lama di luce che ha colpito i mosaici del soffitto.



Le tessere blu indaco dello sfondo e oro delle stelle si sono illuminate, di colpo.
Ed è apparso un cielo, un cielo metafisico, in cui un firmamento di più di cinquecento stelle d’oro a otto punte sembra ruotare intorno a una aurea croce latina. 
Ai lati quattro esseri alati, i simboli degli evangelisti, sembrano sorreggere la volta celeste.
Nel piccolo corridoio, invece,  una decorazione a motivi astratti su fondo blu indaco: anche qui una notte illuminata di stelle.



C’è stato un attimo, un istante di silenzio assoluto: la sensazione di chi sta assistendo a un prodigio, la meraviglia, lo stupore di chi vede qualcosa per la prima volta.
Pensare, invece, che quei mosaici hanno attraversato quasi milleseicento anni di avvenimenti, di sguardi, di pensieri per arrivare fino a noi con la stessa capacità di emozionare e di commuovere. 
È bello anche ripercorrerne la storia.
Sapere che fu Galla Placidia, figlia, sorella e madre di imperatori a commissionare il mausoleo tra il 425 e il 450, costretta a trasferirsi da Costantinopoli a Ravenna, capitale dell’impero romano d’occidente, in un territorio violentato dalle scorrerie dei barbari, dalle lotte interne tra gli ultimi imperatori con una popolazione ridotta allo stremo che scappa, che cerca rifugio. 

Miseria, dolore disperazione dappertutto. 
Che effetto avranno fatto allora a chi entrava quei mosaici, quelle migliaia di minuscole pietre lucenti ? 
Il tema iconografico di tutto il mausoleo è quello della vittoria della vita ultraterrena sulla morte.
La luce che vince il buio.

Un richiamo al trascendente, una fuga da una realtà insostenibile. 
Chissà quanti vi avranno trovato consolazione.




Per la "piccola storia:" si dice che Cole Porter, in viaggi di nozze a Ravenna, suggestionato da questi mosaici, vi abbia composto Night and Day:
http://www.youtube.com/watch?v=_FL4i9cl640





5 commenti:

  1. Queste stelle le conoscevo. Sono veramente belle
    Sara

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  2. Ciao Grazia, grazie per essere passata nel mio blog. :)
    Che belle queste stelle, io a differenza di Sara non le conoscevo,sono davvero magnifiche.

    un abbraccio

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  3. Bellissime davvero e chissà quanta commozione e incanto e conforto avranno trasmesso a chiunque abbia alzato gli occhi verso di loro a rimirarle.

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  4. non conosco le stelle di ravenna (o meglio, penso, dai racconti e da alcune foto di viaggio, di aver visto qualcosa. ma ero proprio piccolissima. chissà se in qualche angolino di me è rimasta una traccia?)... ma trovo così bella e coinvolgente la tua descrizione da aver voglia di rimediare al più presto.
    la seconda immagine poi mi ispira così tanto che l'ho persino salvata!

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  5. Grazie a tutte e a questo punto una gita a Ravenna si impone davvero.

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