Cercavo, in questi giorni un'immagine per rivestire il blog di un "abito natalizio", adatto alle prossime feste, quando ho trovato questa.
È la foto dei portali della facciata della cattedrale di Nôtre-Dame di Amiens, così come si possono vedere in occasioni speciali. Il Natale è una di queste.
La cattedrale di Amiens è una delle più alte espressioni del gotico francese. Iniziata intorno al 1220, era praticamente terminata nel 1288.
Per la sua ricchissima decorazione scultorea, sia all'interno che all'esterno è stata definita un "libro di pietra", ma non si tratta di un libro qualsiasi.
Le sue statue narrano, per immagini, a chi non sapeva leggere la storia sacra dell’Antico testamento e dei Vangeli. E illustrano ai fedeli i miracoli dei santi e dei martiri.
La "Bible d’Amiens, la Bibbia di Amiens", è, appunto, il titolo di un libro, tradotto in francese da Marcel Proust, in cui il celebre critico d’arte John Ruskin descrive le infinite storie raccontate nella cattedrale (QUI è il link).
Dei tre portali, quello centrale raffigura il Giudizio universale, quello a destra la vita di Maria e quello a sinistra le vicende della vita di san Firmino, patrono di Amiens.
Una selva di sculture, una miriade di racconti.
Ma la narrazione pareva svolgersi, allora, a monocromo, nell'unico colore della pietra.
E invece....
Invece nel 1999, in occasione del restauro della facciata, durante le operazioni finali di pulitura, si sono scoperte tracce evidenti della policromia che, in origine, rivestiva le sculture.
Le statue non erano grigie e uniformi, ma dipinte di tinte squillanti.
Era come passare da un film in bianco e nero a uno a colori. Come se l'antica cattedrale gotica perdesse di colpo la sua aria austera e si rivelasse allegra e gioiosa.
Per gli studiosi non c'era da stupirsi: era una prova ulteriore che quel Medioevo che, per anni, è stato descritto oscuro e buio era, in realtà pieno di colori e che le cattedrali erano "bianche” solo nella famosa definizione di Le Corbusier (QUI è un link a un testo sulla policromia medioevale).
E si trattava, come ad Amiens, di colori vivissimi. Per ottenerli si usavano, su un fondo bianco brillante, tutte le sfumature dei pigmenti di origine minerale che erano allora disponibili, dal cinabro, all'azzurrite, alla malachite e soprattutto, all'oro che rifiniva le vesti, i capelli o i dettagli delle decorazioni dello sfondo.
La vivacità della cromia era resa ancora più suggestiva dalla luce tremolante delle lampade a olio sospese ai grandi anelli, riscoperti, nel corso del restauro, sotto gli archi. Di notte, nel buio che avvolgeva la città, i portali della cattedrale, illuminati e sgargianti dovevano sembrare un'apparizione, che parlava al cuore e all'immaginazione.
La vivacità della cromia era resa ancora più suggestiva dalla luce tremolante delle lampade a olio sospese ai grandi anelli, riscoperti, nel corso del restauro, sotto gli archi. Di notte, nel buio che avvolgeva la città, i portali della cattedrale, illuminati e sgargianti dovevano sembrare un'apparizione, che parlava al cuore e all'immaginazione.
Le tracce ritrovate, però, non erano tali da giustificare una ridipintura.
Per restituire l’aspetto originario, si è trovato la soluzione di ricrearli con la luce. In determinati periodi dell’anno, i colori, dimenticati per secoli, rinascono intatti, grazie alla proiezione, attraverso uno schermo traslucido, delle immagini delle sculture, dipinte com'erano all'origine (QUI è un link al sito della cattedrale con il calendario delle "proiezioni" )
Le sculture dei portali si mostrano di nuovo come dovevano apparire agli occhi di chi le vedeva otto secoli fa.
E la meraviglia è la stessa.
E la meraviglia è la stessa.
L’effetto è quello di una vetrata o di uno smalto policromo. Le figure degli apostoli, dei santi, dei martiri, col loro incarnato rosa, il verde, il rosso il blu delle vesti, riprendono vita, come se gli artisti del tempo avessero di nuovo applicato a pennello le tinte di allora.
Secondo un concetto dell'epoca, la luce e i colori non sono che un riflesso del divino.
I portali di Amiens, con la luminosità della loro cromia vivace, rappresentavano un filtro, un passaggio tra il buio dell’esterno e lo splendore dell’interno, tra la miseria e la sofferenza del mondo reale e il desiderio di un paradiso futuro.
Nessun timore e nessun ammonimento, solo la gioia della contemplazione.
Nessun timore e nessun ammonimento, solo la gioia della contemplazione.
Per chi crede e per chi non crede, un invito alla speranza.
Grazie di questo bellissimo e colorato biglietto natalizio di auguri e di speranza e buone feste!!
RispondiEliminaSono stati proprio il colore e la luce ad affascinarmi e a farmi pensare alla gioia e alla speranza e che mi sono parsi adatti a questo periodo di Natale. Ma non solo....
Elimina"Nessun timore e nessun ammonimento, solo la gioia della contemplazione."
RispondiEliminaL'arte religiosa (o almeno la mia visione dell'arte religiosa), così, in una sola frase.
Chapeau, cara Grazia :-)
Sarebbe la visione religiosa di molti, penso, se fossimo davvero liberi da ogni condizionamento. Spero che almeno quei colori e quelle luci abbiano consolato chi ne aveva bisogno.Un abbraccio
EliminaDue anni fa ho fatto un giro in Francia apposta per vedere le cattedrali gotiche
RispondiEliminadove il gotico è nato,
quest'anno sono andato a vedere la Chapelle de Ronchamp
e tu adesso parli del gotico (questa cattedrale mi manca)
e fai riferimento al mio idolo dell'architettura
Grazie per il bel regalo di natale.
Auguri a voi.
Grazie a te, Massimo, e ricambio gli auguri di tutto cuore. Se vuoi mettere in programma una gita ad Amiens sappi che le "proiezioni" serali avvengono tutti i mesi estivi e nel periodo dal primo dicembre al primo gennaio. Nemmeno io l'avevo vista, ma ora penso di programmare una visita per l'estate prossima.
EliminaNon ci crederai ma sono stato ad Amiens qualche anno fa e ho visto la proiezione. Qualcuno dei filologi ha gridato al Kitsch, io mi sono commosso e ho avuto le stesse sensazionii di meraviglia e gioia che tu ben descrivi e che ho piacere a ritrovare ora mentre leggo il tuo post.Grazie del regalo e tanti cari auguri a te e alla tua famiglia
RispondiEliminaMarco
Marco caro, c'è sempre chi in scelte " spettacolari" come questa grida al kitsch, come se il suscitare emozione fosse qualcosa di poco corretto rispetto alla filologia pura. Io credo, invece, che le emozioni aiutino a capire meglio.Tantissimi auguri anche a te e un abbraccio
EliminaGrazie per questo post luminoso come i colori dei portali e con l'occasione vorrei ringraziarti per tutto quello che la lettura dei tuoi post mi ha dato nel corso dell'anno da quando ho scoperto il tuo blog.
RispondiEliminaGrazie di tutto e auguri vivissimi
Sara
Grazie a te per le tue parole e tantissimi auguri di serenità e di allegria
EliminaMa che cosa meravigliosa! E anche a noi non è andata male, con la traduzione della Bibbia d'Amiens: l'edizione italiana dell'opera di Ruskin è tradotta da Salvatore Quasimodo, con introduzione di Proust.
RispondiEliminaNon sapevo che L'edizione italiana fosse tradotta da Quasimodo. Quanti pensieri ed emozioni ha suscitato la cattedrale di Amiens. Chissà cosa avrebbero pensato questi raffinati critici, scrittori e poeti dei colori così vivi dei portali? Non sono sicura che gli sarebbero piaciuti!
EliminaIl passato che entra nel presente portando le domande di una lunga storia.
RispondiEliminaNon sarò mai abbastanza grata ("Gratia") a chi lascia tracce e indizi, a chi richiama e provoca. Un sereno Natale e feste piene di luminose presenze.
Grazie tantissime per quello che mi scrivi e per gli auguri. Che le " luminose presenze" illuminino anche i tuoi giorni di festa( e non solo quelli)
EliminaQuante idee sbagliate ci siamo fatti credendo di sapere già tutto, e che bellissima idea ricreare la magia dei colori con la luce. Corbu storcerebbe il naso di sicuro, ma chissenefrega.
RispondiEliminaBuon Natale Grazia!
No, dai non dirmi chissene a Corbu (:-)))
Eliminalui ama i colori, vedessi le cappelle interne di Ronchamp
c'è da svenire a vedere quel rosso fuoco della cappellina che s'innalza fino al campanile e pare che il colore ti cada addosso
e le porte con le sue pitture e anche le vetrate colorate.
Il fatto che le statue di Amiens siano policrome mi stupisce un po',
mi resta difficile coniugare l'ascetismo gotico all'allegria cromatica
del resto le vetrate son policrome ma credo che fossero così
per far entrare la giusta quantità e tonalità di luce
Comunque, è un gran piacere stare qui,
ringrazio te che m'hai dato modo di dire la mia
e ringrazio i padroni di casa
che ci portano ogni volta dei felici insegnamenti,
credo che piotrebbero essere dei bravi insegnanti.
Quanta passione è capace di suscitare quel genio di Le Corbusier! E quanto è bello ritrovarsi qui a parlarne! Uno dei prossimi post - se riesco- lo dedicherò anche a lui.
EliminaIntanto auguri a Dede e di nuovo a Massimo di colorati e luminosi giorni di festa!
Massimo conosco abbastanza l'opera del nostro amico, comprese Ronchamp e La Tourette, e ammiro l'uso sapiente che fa' dei colori.
Eliminail mio chissenefrega era rivolto al suo caratterino così poco incline a riconoscere di aver preso un granchio, come puoi leggere qui
: http://varie-ed-eventuali-blog.blogspot.it/2012/01/le-corbusier-capitolo-secondo.html.
Si, certo Dede un bel caratterino,
Eliminacredo che non l'avrei voluto come vicino di casa.
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RispondiEliminail gotico a me fa pensare agli anni '60 del Novecento, è un'epoca che adora il colore, lo mette dovunque riesca. Ma avete presenti quei vestiti a più colori, con una gamba gialla e una verde, e via dicendo? sono di epoca gotica. Il gotico è ascensionale, non ascetico :-)
RispondiElimina"ascansionale e non ascetico": proprio vero, Paola, ed è bello pensare al gotico in rapporto con gli anni'60. Come sempre sei capace di suscitarmi idee e pensieri a" valanga" Un abbraccio pre- natalizio e a presto
EliminaUn'altra tua superba rievocazione! In questo caso per una cattedrale di cui sapevo quasi nulla.
RispondiEliminaTanti Auguri!
Grazie tante, Adriano, e tanti carissimi auguri anche a te!
EliminaBeh alla fine, malgrado quello che dicono i detrattori, è un modo per farci rendere conto come fossero in antico i portali della cattedrale. Grazie per questo post e tanti auguri di buone feste :-)))
RispondiEliminaE poi, Federico, è un restauro completamente reversibile. Secondo me un'idea da sfruttare. Grazie tantissime per gli auguri che ricambio con affetto.
EliminaIncantevole!
RispondiEliminaVedi come ancora può tornare ad essere incantevole e magica una vecchia cattedrale!
Eliminauna storia bellissima.
RispondiEliminaUna storia di luce e di colore: per quello mi è piaciuto raccontarla!
Eliminaottima scelta.. buon natale
RispondiEliminaGrazie tante e Buone feste anche a te!
EliminaMi piace pensare la cattedrale nella policromia originale. Le illuminazioni sono provvidenziali per ritrovare tutto lo splendore dell'archittetura gotica.
RispondiEliminaBuon Natale
Nou
E' vero, Nou, la luce aiuta a ritrovare lo splendore di un tempo.
EliminaBuonissime feste anche a te!
Hai scelto davvero bene, cara Grazia.
RispondiEliminaBuone Feste!
Lara
Grazie Lara, luci e colori mi parevano adatti a questi giorni.
EliminaTanti auguri di buone feste anche a te!
Frequento Amiens regolarmente. Almeno una volta all'anno torno a vedere la "Cathédrale en couleurs" per rinnovare la meraviglia. Come ha ben detto qualcuno prima di me, lo spettacolo è emozionante. Ogni volta. Grandioso.
RispondiEliminaE questo blog è interessantissimo. Uno dei migliori che io conosca. Chapeau. E grazie.
Grazie tantissime per le tue parole.E un po' di invidia per la possibilità di vedere ogni anno i colori della cattedrale di Amiens!
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