In questi giorni
un fastidioso disturbo agli occhi mi impedisce di leggere o di usare a lungo il computer. Non
volevo, comunque, lasciare il blog senza una nuova immagine e allora mi è venuto a mente di pubblicare il dipinto di una pittrice che amo molto, Joan Mitchell (1926-1992).
Il trittico
intitolato "La grand Vallée XIV" è attualmente conservato a Parigi al
Centre Pompidou.
Fa parte di una serie di pitture di grandi dimensioni
realizzate, pensando non a un posto concreto, ma a una valle magica descritta da
un'amica come il luogo fatato della sua infanzia.
Un paesaggio,
dunque, non tratto dal vero, ma ricreato con l'emozione e con la fantasia, sull'onda delle parole di un racconto, di un ricordo.
I gialli, i verdi e tutte le gamme del blu, che esplodono sulla tela, lasciano immaginare alberi dalle tinte brillanti, i riflessi
dell'acqua di un fiume o l'azzurro nitido del cielo: la gioia della natura vista attraverso gli occhi di una bambina.
I grandi colpi di pennello che coprono tutto il dipinto rimandano alla spontaneità della pittura dell'Action Painting, in cui Joan Mitchell, nata a Chicago, si era formata ai suoi esordi negli Stati Uniti.
Ma all'influenza dell'arte americana si unisce qui il ricordo delle grandi e luminose tele degli impressionisti.
Lo stesso che l'ha spinta a trasferirsi dagli Stati Uniti alla Francia in un piccolo paese di campagna, Vétheuil, non lontano da Giverny, sulle tracce di uno dei suoi pittori preferiti, Claude Monet.
Lo stesso che l'ha spinta a trasferirsi dagli Stati Uniti alla Francia in un piccolo paese di campagna, Vétheuil, non lontano da Giverny, sulle tracce di uno dei suoi pittori preferiti, Claude Monet.
Al contrario di Monet, però, Jean Mitchell non lavora mai al cavalletto, en plein air, ma nel suo studio.
Lì si sforza di ritrascrivere sulla tela le tracce
che le passeggiate o le escursioni nella campagna hanno depositato nel suo cuore e nella sua memoria.
"Preferisco
lasciare la natura dov'è. È già bella così":-usava dire.
La sua aspirazione è che suoi diventino,
piuttosto, "paesaggi dell'anima".
E sono proprio questi i paesaggi, a cui mi piacerà ripensare, in questi giorni, nei momenti in cui me ne dovrò stare forzatamente ad occhi chiusi, magari cullata da una musica come questa.
Per maggiori notizie su Joan Mitchell, QUI è il link al sito della sua Fondazione e QUI la
recensione di una delle poche mostre delle sue opere tenute in Italia.
Bellissimo!
RispondiEliminaChe buffo, avevo letto male il nome e pensavo a un'altra Mitchell, Joni. Anche lei, oltre che celebre musicista, è una pittrice.
Pensa che anch'io lo scoperta cadendo nell'equivivo e pensando a Joni.Ora ringrazio il malinteso che mi ha dato il piacere della scoperta!
Eliminacara Grazia, mi dispiace per gli occhi. Spero sia un disturbo che passi al più presto senza lasciare traccia. La musica è una buona cura: mentre gli occhi riposano, la mente e lo spirito si ricreano, reagiscono, si emozionano... Ottimo brano; sono andata ad ascoltarlo ed è piaciuto anche al mio "cucciolo" che si ostina a farmi ascoltare i suoi rappers preferiti; col mio scarso inglese, tutto un programma....
RispondiEliminaNon conoscevo Joan Mitchell; ora mi hai incuriosito e vado a vedermi sue opere....
Guarisci presto, un abbraccio,
luisa
Per gli occhi sto guarendo, ma della musica non ne faccio, comunque a meno. Per fortuna mio marito è grande appassionato ( e accanito collezionista di CD) di musica classica e jazz e il materiale in casa non mi manca.
EliminaSe al tuo "cucciolo" è piaciuto il jazz ci sono ottime speranze che ampli l'orizzonte dei suoi rappers, magari con l'aiuto delle immagini di Joan Mitchell. Comunque con dei genitori come voi è solo questione di tempo...
Sai che avevo visto la mostra di Reggio Emilia, portato da mia moglie ed erano ormai anni che cercavo opere di questa pittrice. Mi fa molto piacere trovarla qui da te , penso che suoi sono dipinti adatti ad essere ricordati con gli occhi della mente. Riposati , lasciati cullare dal jazz e vedrai che i tuoi occhi guariranno presto.
RispondiEliminaCiao
Marco
Della mostra di Reggio Emilia, invece, ho visto solo il catalogo: l'ho sfogliato in libreria pensando che si trattasse di una mostra di Joni Mitchell. I suoi dipinti mi hanno subito conquistato: hanno una luminosità e un'energia difficili a trovare. Per me si accordano benissimo con il jazz. Grazie degli auguri e a presto!
EliminaLa definirei una pittura liberatoria... terapeutica. "Giudizio" di pancia, emozionale.
RispondiEliminaUn abbraccio, condividendo l'umidità
Cinzia
"Liberatoria e terapeutuca" per me lo è stata davvero! Qui, intanto, l'umidità continua...
EliminaMi piacciono i colori e le fantasie che sanno evocare.
RispondiEliminaSoprattutto perché, per me, non è mai così astratta da dimenticare il soggetto...
EliminaAnche a me piace molto Joan Mitchell. Ma soprattutto tu guarisci presto, mi raccomando! C'è tanta bella musica che può tenerti compagnia se devi tenere gli occhi chiusi, ma ti auguro di riaprirli prestissimo. Un abbraccio.
RispondiEliminaPS: musica bellissima! Oggi musica anche da me, se riesci passa a sentire gli elefanti rosa :-)
EliminaLa musica, come vedi, ha funzionato. E poi un tocco di magia me l'hanno assicurato i "tuoi" diciassette elefanti di zucchero rosa:-)
EliminaUna musica strepitosa, energizzante: ottimo abbinamento. Mi ha stregato ed ora sono shakerata. Un abbraccio.
RispondiEliminaL'abbinamento ha funzionato anche per me. Comincio a riguardare il mondo con " occhi nuovi":-)
EliminaUn abbraccio per una pronta guarigione e che ti sia di "balsamo naturale" questo bellissimo quadro.
RispondiEliminaForse musica e immagini non sostituiscono gli antibiotici, però aiutano. Sono un" balsamo naturale" che non ha controindicazioni!
EliminaPare di vedere arbusti di forsizia tra fiori pervinca foglie lanceolate
RispondiEliminain una splosione di natura, un paesaggio dell'anima che crea un turbinio nelolo spettatore, immagino i vedere Jackson Pollock che dipinge di fianco a Monet,
i gesti rapidi in un ballo mescolati a pennellate pensate e calibrate.
La tengo presente e se sai di un'0altra mostra facci sapere, grazie.
Massimo, hai colto davvero l'essenza del dipinto di Joan Mitchell: una musica che unisce Jakson Pollock e Manet.
EliminaSe so di un'altra mostra ti avverto subito, ma anche tu stai di vedetta e, eventualmente, informami!
Sono magnifici i luoghi fatati dell'infanzia! Capisco ora perché, a pelle, mi appassionino da sempre gli impressionisti. In bocca al lupo!
RispondiEliminaÈ vero ed è bellissimo che Joan Mitchell abbia saputo restituirci le immagini dei ricordi d'infanzia raccontati da un'amica. L'evocazione del ricordo sembra raddoppiare le sensazioni!
EliminaMI dispiace molto per gli occhi, spero che ti rimetta , grazie per questa pittrice che non conoscevo.
RispondiEliminaGrazie, carissima, il male agli occhi sta oassando, tanto che oggi ho potuto soffermarmi a guardare le bellissime foto del tuo giardino!
EliminaUn augurio di pronta guarigione da... Un neo blogger!
RispondiEliminaSono capitato per caso sul tuo blog un po' di tempo fa e adesso non vedo l'ora di scoprire su cosa scriverai !
Mai banale e sempre originale!
Magari al liceo mi avessero tenuto lezioni così interessanti sull'arte :)
Grazie tantissime per gli auguri e per condividere i miei pensieri. Farò un salto da te per scoprire anche il tuo blog.A presto!
RispondiEliminaFreschezza, immediatezza, vivacità sono i tratti caratteristici delle opere che prediligi. Mi sto facendo quest'idea...:)
RispondiEliminaLa musica che hai scelto mi dà ragione:)
Spero tu stia meglio!
Un bacio
E' proprio vero, Giacinta: immediatezza, vivacità e, poi, come diceva uno dei miei pittori preferiti, Nicolas de Stael il "sentirsi né troppo vicino, né troppo lontano dal soggetto"
EliminaVale anche per la musica!
Grazie e un bacio
Cara Grazia,
RispondiEliminaun affettuoso augurio di veloce e piena guarigione!
Fabrizio
Grazie tantissime. Gli occhi!i vanno molto meglio: sto già pensando a un prossimo post...
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