martedì 1 ottobre 2013

Il Ciclo dei mesi di Torre Aquila a Trento: ottobre





"Non so se tutti hanno capito, ottobre, la tua grande bellezza: nei tini grassi come pance piene, prepari mosto e ebbrezza...Lungo i miei monti, come uccelli tristi, fuggono nubi pazze, lungo i miei monti, colorati in rame, fumano nubi basse..." (Francesco Guccini, "Canzone dei dodici mesi".


Puntuale come sempre, al primo del mese sono pronta a staccare il "foglio" del calendario del Ciclo dei mesi di Trento. 
Siamo già al decimo: inizia ottobre e anche sei secoli fa questo era il mese della vendemmia e del vino:


Sotto un sole splendente, la raccolta dell'uva, con la spremitura e la preparazione del mosto, occupa tutta la scena.
Nelle valli del Trentino, allora feudi  del committente dell'affresco, il principe-vescovo Giorgio di Liechtenstein, i filari delle viti arrivano quasi a lambire le rocce variopinte delle montagne. 

È un territorio esteso, i vigneti sono grandi  ed è necessario che tutti lavorino sodo. 
In effetti, tra i tralci delle viti che fanno da sfondo a tutta la scena, è tutto un fervore di attività: i contadini, uomini e donne, tutti abbigliati con candide vesti, colgono i grappoli delle uve bianche e nere e li trasportano a spalla in grossi cesti. 
A sinistra, è in azione un torchio a vite: solo le tenute dei grandi signori potevano permettersene uno così grande da richiedere almeno due persone per azionarlo. 
La descrizione del meccanismo, come quella di tutti gli attrezzi agricoli, è di una grande precisione. Per arrivare a una rappresentazione così esatta c'è da supporre che il pittore, maestro Venceslao, avesse una certa consuetudine con la vita della campagna. 
L'aveva forse acquisita nel corso dei suoi lunghi viaggi per tutta Europa, quando si trasferiva da un territorio all'altro, per offrire i suoi servizi di artista itinerante. E chissà quante volte aveva avuto occasione di osservare i lavori della vendemmia.

In basso, è raffigurata la spremitura fatta a mano con  i contadini che rimestano e schiacciano le uve con l'ammostatoio.  
Nell'aria sembra quasi di sentire l'eccitazione che accompagna il momento in cui, dopo la raccolta, già si pregusta il vino nuovo. 

La vendemmia era, anche allora, uno dei momenti più attesi del calendario agricolo. 
Perfino i nobili signori, che negli altri affreschi si guardano bene dall'unirsi ai contadini,  hanno lasciato i loro aristocratici svaghi per scendere, tutti eleganti, nella vigna ad assaggiare il mosto. Ci tengono che il vino sia buono 
Sanno che a loro sarà riservata la prima pigiatura delle uve, destinata a produrre i vini più raffinati. 
I contadini si dovranno accontentare dei vini bianchi o rosati della seconda o terza pigiatura. 

Ad ogni modo, per tutti la vendemmia sembra essere un'occasione di festa. Le viti cariche di grappoli fanno pensare che la raccolta sarà buona. 
Mentre nell'aria si spande l'odore inebriante del mosto, aristocratici e contadini per una volta insieme, possono, finalmente, lasciarsi andare e dimenticare, almeno per un momento, le preoccupazioni di tutti i giorni. 







22 commenti:

  1. Mi piace tanto come il tuo occhio sa cogliere tutti i minimi dettagli e dare loro un significato!

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    1. Poace anche a me guardare le immagini di questi affreschi con una lente. E ogni volta è una scoperta!

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  2. Ormai ogni inzio del mese aspetto il tuo post per cominciare in bellezza !!
    Bella la citazione da Guccini
    Ciao
    Marco

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    1. Sai Marco, ogni volta che inizia ottobre mi vengono in mente i versi della canzone di Guccini che per me è una delle sue più belle.
      Ciao e a presto

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  3. Sono immersa anch'io in questo contesto di vendemmie, raccolta di frutti del suolo e delle piante...amo questo periodo d'oro...e le tue immagini mi riportano all'amato paesaggio altoatesino...a Novacella e alla sua Abbazia!

    Grazie, per questo connubio tra arte e e saperi del mondo rurale!
    Buona giornata!

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    1. Anch'io ogni volta che vedo questi affreschi ripenso al paesaggio del Trentino e dell'Alto Adige che amo tantissimo. Ho sempre l'impressione che là, più che altrove,sopravvivono gesti e saperi antichissimi in completa e straordinaria armonia.

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  4. Questo mi piace tanto!!! Ripasserò con più calma a leggere il testo... per ora l'immagine mi ha suscitato una bella emozione¨

    Baci
    Cinzia

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  5. la citazione di Guccini in apertura è già un mare di ricordi; e le immagini ed il tuo nitido e acuto descriverle ne è grande corredo.
    Grazie e un abbraccio
    Luisa

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    1. Grazie a te, Luisa, anche a me Guccini suscita una marea di ricordi e di sensazioni, soprattutto in questo inizio di autunno.

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  6. il mese non inizierebbe col piede giusto senza uno sguardo al tuo calendario

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    1. Anche per me sfogliare questo calendario è diventato un appuntamento irrinunciabile!

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  7. Siamo già a Ottobre???
    Io protesto, esigo che l'estate venga allungata di almeno due mesi e poi che l'autunno faccia scansare l'inverno al quale verrà concesso un solo mese perché... la primavera non può attendere!
    Ovvia!
    :)

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    1. L'inverno che dura un mese? L'idea mi piace. Proponiamola!

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  8. Eccomi! Non potevo perdermi l'affresco-racconto di inizio mese... Ormai sta diventando un appuntamento fisso! Ciao

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    1. Anche per me! Come faremo l'anno prossimo senza questo bel calendario?:-)

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  9. Hai ragione! Questo mese raffigura bene il fervore della vendemmia! Chissà cosa ci aspetta invece per novembre.

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    1. Te lo dirò il primo novembre. Resisto alla tentazione di guardarlo prima!

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  10. È vero, c'è fervore e c'è, soprattutto gioia! Una cosa mi incuriosisce: le vesti bianche sono un'invenzione dell'artista o davvero i contadini vestivano di bianco per la vendemmia? In entrambi i casi: quale sarebbe la ragione?

    Un abbraccio
    Cinzia

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    1. Le vesti bianche sono un'invenzione dell'artista per motivi pittorici di armonia di colore. Secondo le fonti dell'epoca, per esempio le cronache quattrocentesche, i contadini vestivano rozze tuniche di un panno grigiastro ("bigeegno" viene chiamato dal novelliere quattrocentesco Gentile Sermini)I colori erano riservati all'aristicrazia e il bianco a chi aveva la possibilità di non svolgere lavori manuali.
      Un abbraccio anche a te

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  11. Una meraviglia, ci apparecchia il profumo dell'uva natura, e l'allegria, insieme povera e sontuosa della vendemmia.
    Ad ogni mese che proponi, ritorno con la fantasia in quella Trento dove ho vissuto benissimo tra il settembre del novecentosettantacinque e l'ottobre del settantasei.

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    1. Dai commenti ricevuti anche per gli altri mesi del calendario, vedo che Trento è rimasta nel cuore di tutti quelli che vi hanno abitato!

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