"E mi addormento come
in letargo, dicembre alle tue porte/lungo i tuoi giorni con la mente spargo
tristi semi di morte... "( F. Guccini, La canzone dei dodici mesi)
L'ultimo mese
dell'anno, l'ultimo foglio da "staccare" dal calendario del Ciclo dei Mesi di Torre Aquila a
Trento.
Ormai tocca a dicembre:
Che gran freddo doveva fare nell'inverno di sei secoli fa nelle valli intorno a Trento!
Sulle montagne, sotto un cielo livido, sul
terreno ghiacciato di un bosco, gli alberi hanno già perso le foglie e molti tronchi sono stati abbattuti, ma i
taglialegna sono ancora in piena attività.
Con le loro corte tunichette bianche,
sembrano intirizziti dal freddo, mentre lavorano con asce, scuri e accette oppure legano i mucchi della legna appena tagliata.
Le cataste già pronte
vengono caricate sui carri, che, trainati da coppie di buoi, scendono dalla
montagna per entrare, attraverso la porta daziaria, nella città di Trento,
raffigurata più in basso.
La legna servirà a riscaldare le case durante il lungo inverno.
Anche in città il
freddo si fa sentire: lo si vede bene dai ghiaccioli che pendono dalle gronde
del castello del Buonconsiglio, rappresentato, sulla sinistra, su uno sperone
roccioso: la doppia cortina di mura che lo circonda racchiude gli edifici in muratura e la torre circolare (il mastio)
in pietra e legno.
Malgrado il gelo, dappertutto c'è una grande animazione: una carovana di muli, carichi di merci, si dirige
verso il castello, mentre, in basso, due cavalieri scortano un nobile signore che esce
da una delle porte delle mura.
Prima di avviarsi, i due fanno abbeverare i cavalli
nelle acque del fossato.
L'anno finisce così com'era iniziato, nel freddo e nella neve.
L'anno finisce così com'era iniziato, nel freddo e nella neve.
Anche il Ciclo dei Mesi termina qui.
Il committente, il principe-vescovo Giorgio di Liechtenstein, si era impadronito, a suo tempo, della Torre Aquila per farne la sua residenza privata e, nella sala di rappresentanza, aveva fatto eseguire il grande calendario da un pittore itinerante che i documenti chiamano Mastro Venceslao.
Gli affreschi, mese dopo
mese, gli avevano dato l'illusione di vivere in un modo ordinato e tranquillo,
con i nobili e i contadini che si dedicavano in armonia alle loro attività e le
sue terre che prosperavano sotto il suo buon governo.
Ma la realtà aveva fatto
irruzione in quel piccolo universo perfetto, distruggendo il suo sogno.
Nel 1407 una rivolta
popolare, fomentata dal duca d'Austria, che reclamava il possesso della torre Aquila da parte della cittadinanza,
lo aveva destituito.
Un nuovo signore aveva occupato la città.
Negli affreschi,
intanto, il microcosmo immaginato dal principe-vescovo e illustrato per lui dal pittore di corte, continua a mostrarsi inalterato.
Il corso d'acqua che scorre
ai piedi delle mura della città di Trento, muovendo le ruote del mulino nella scena di Dicembre,
prosegue, al di là della colonnina che divide i due affreschi, nel vicino mese di
Gennaio, sottolineando la continuità del Ciclo e, insieme, la circolarità del
tempo.
Passano gli anni e diventano secoli.
Nel chiuso della sala di Torre Aquila, l'anno ricomincia come sempre, le stagioni riprendono ad avvicendarsi, i mesi a trascorrere l'uno nell'altro, come immagini cristallizzate nel mondo senza tempo della pittura.
Nel chiuso della sala di Torre Aquila, l'anno ricomincia come sempre, le stagioni riprendono ad avvicendarsi, i mesi a trascorrere l'uno nell'altro, come immagini cristallizzate nel mondo senza tempo della pittura.
Per me la colonna sonora dell'intero Ciclo, è quella che mi è venuta a mente ogni volta che ho "staccato" un foglio del calendario: la "Canzone dei Dodici Mesi" di Francesco Guccini (qui)
bellissime riflessioni , suggestive immagini. l'arte ed il tempo, un incontro filosofico .
RispondiEliminaSandra
http://no.blog.kataweb.it
Grazie Sandra: l'incontro tra arte e tempo nel Ciclo dei Mesi si rinnova all'infinito!
EliminaBello ed interessante come tutti gli altri mesi!!! Quasi mi spiace per il principe-vescovo destituito... ma è così che è andata! E come lui si è rassegnato, chi ha seguito il tuo calendario deve fare altrettanto... Purtroppo è giunto alla fine. Con la certezza comunque che saprai stupirci con una nuova scoperta artistica che ci accompagnerá nel 2014!!! Ciao
RispondiEliminaCerto che il principe- vescovo non era uno stinco di Santo :-)
EliminaPer il 2014 ci sto pensando: vedremo!
Come per ogni fine, un poco di amaro e quasi di dispiacere. Ma sono così curiosa di vedere cosa ci riserverai per il 2014!
RispondiEliminaGrazie come sempre, cara Grazia!
Grazie, Luisa, ogni fine è sempre amara: hai ragione. Però dopo c'è sempre un nuovo inizio....
EliminaBuon ultimo mese dell'anno, Grazia cara, e aspetto anch'io gennaio con curiosità!
RispondiEliminaBuon dicembre anche a te Silvia! E per gennaio vedrai: forse un nuovo calendario l'ho già trovato!
EliminaSiccome non si butta via niente, e ho tanto materiale già scritto dal primo libro( presuntuosa!) sto mettendo insieme dei racconti e mi rendo conto che il filo centrale è il cambiamento... Anche nel 1400 gli uomini sognavano la stabilità e si ritrovavano in cambiamenti travolgenti..
RispondiEliminaBella notizia quella del tuo nuovo libro! Spero di leggerlo presto!
EliminaSolo tu per notare i ghiaccioli che pendono dalle gronde del castello!
RispondiEliminaQuesto calendario mi mancherà, ma sono certa che farai in modo di non farmi sentire troppo la nostalgia con quello,che inizierai a pubblicare nel 2014!
Grazie, Nela: per ora ti anticipo che il prossimo forse sarà un calendario di pietra!
Eliminacalendario di pietra? Non vedo l'ora!
RispondiEliminaAh Ah::-)
Eliminabel disegno, pulito, descrittivo e particolareggiato, anche il tentativo di disegnare prospettive è (sebbene un po' maldesro) bello, i tronchi trasportati anzichè legna da ardere mi sembrano più legname da lavoro destinato ai bisogni interni o anche alla esportazione che da quelle parti era una risorsa importante,
RispondiEliminama qul che davvero colpisce è l'atenzione alle cose della quotidianità.
Ma te sei brava a trovare sempre ste cose, Ciao.
Grazie Massimo: penso che tu abbia ragione sulla destinazione di quei tronchi. Sei un grande osservatore.
EliminaA presto
È vero, Grazia sa osservare questi dipinti con una precisione incredibile! Vede cose che io non riesco a trovare nemmeno dopo che lei ce le fa notare....! E anche bravo il pittore che non ha tralasciato questi simpatici e importanti dettagli.
RispondiEliminaGrazia, cosa hai in serbo per il prossimo anno?
Un abbraccio
Cinzia
Cinzia, per l'anno prossimo ho già pensato a un calendario particolare. Vedrai....
EliminaOgni cosa trascorre ma i dipinti la trattengono come tu ci ricordi con la grazia che ti appartiene:)
RispondiEliminaUn bacio
Eh si, Giacinta, il tempo passa (troppo) veloce e me ne rendo ancora più conto quando ogni mese scrivo di un nuovo foglio di calendario!
EliminaGrazie
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