È possibile fotografare i sogni? Me lo sono chiesta, guardando queste fotografie.
Due mani accostate che sembrano contenere il mare, una barca e un pezzo di cielo:
Una casa abbandonata che pare abbia messo radici, quasi fosse il tronco di un gigantesco albero:
Due mani accostate che sembrano contenere il mare, una barca e un pezzo di cielo:
Una casa abbandonata che pare abbia messo radici, quasi fosse il tronco di un gigantesco albero:
Un salotto elegante di una casa signorile, dove, sul pavimento diventato sabbia, qualcuno ha costruito un castello con tanto di torri e di fossato:
Immagini affascinanti, dove i confini tra realtà e fantasia si annullano.
Sono le foto di Jerry Ueslmann, nato a Detroit nel 1934 e maestro riconosciuto della fotografia contemporanea.
Negli anni '50 e '60, quando le foto digitali e i programmi di foto-ritocco sono ancora di là da venire, Ueslmann sperimenta un modo diverso di fare fotografia.
Diverso, soprattutto, dall'estetica- all'epoca prevalente- basata sull'istantanea e sull'idea di cogliere il "momento decisivo", insomma su un concetto di fotografia come testimonianza diretta della realtà.
Per Ueslmann, invece, lo scatto è solo un un punto di partenza.
Secondo lui il processo creativo si realizza, invece, nella camera oscura, attraverso tecniche sofisticate e una serie interminabile di passaggi.
È lì che mescola i suoi negativi, li ricostruisce, li manipola fino a realizzare immagini sempre diverse, dove oggetti differenti, accostati insieme, producono risultati stupefacenti.
Le mani di una donna, un corvo e un nido possono, allora, diventare un'immagine come questa:
Oppure un enorme e misterioso albero può comparire d'improvviso a un gruppo di persone in controluce, come una strana visione che si levi dal mare, sullo sfondo di un cielo nero come la pece:
Piccoli miracoli di una fantasia, che Ueslmann lascia libera di esplorare i terreni dell'inconscio, così come voleva l'estetica del surrealismo.
Nella sua ricerca, infatti, il suo punto di riferimento sono i grandi fotografi surrealisti, come Man Ray, ma, soprattutto, un pittore come René Magritte.
Come succede nei quadri di Magritte, anche nelle foto di Ueslmann gli elementi della realtà non sono deformati, anzi, sono nitidi e ben riconoscibili, ma combinati in una maniera illogica che destabilizza e che spiazza.
"Le informazioni ci sono tutte- afferma Ueslmann- ma il mistero rimane".
Come in questa immagine, dove tutto è sottosopra, terra e acqua sono rovesciate e una barca galleggia tra le nuvole:
Oppure come questa, dove uno strano angelo sembra levarsi in volo, sopra il cratere di un vulcano:
O, almeno, questo è quello che ci vedo io.
Perché, in realtà- come avviene per Magritte- Ueslmann lascia che sia lo spettatore stesso a trovare nelle sue foto quello che vuole.
Ogni interpretazione è ammessa: a lui basta che le sue immagini mettano in crisi le nostre convinzioni e suscitino qualcosa dentro di noi, fin nel profondo.Perché, in realtà- come avviene per Magritte- Ueslmann lascia che sia lo spettatore stesso a trovare nelle sue foto quello che vuole.
"Sono attratto da immagini che sfidano il nostro senso del reale; i miei paesaggi non documentano la realtà alla lettera. Voglio che le immagini che creo sfidino la credibilità intrinseca della fotografia stessa. Considero le mie foto chiaramente simboliche, ma non c'è alcuna formula segreta per decifrarne il significato":- ha dichiarato in un'intervista.
Come se la fotografia fosse un mezzo per esplorare l'enigma di una realtà nascosta e misteriosa che sfida ogni ragionevolezza e che può essere dentro e fuori di noi. Una realtà, dove non c'è alcuna sicurezza, dove i soffitti delle stanze si aprono su un cielo nuvoloso e un uomo in miniatura passeggia su una scrivania:
Per ottenere immagini di questo tipo Ueslmann lavora in camera oscura con una pazienza da certosino.
Tuttora, infatti si rifiuta di usare le foto digitali e i nuovi strumenti di foto-ritocco e continua ad archiviare centinaia di negativi, di alberi, di mani, di paesaggi, di interni, di nuvole... per combinarli e rielaborarli, seguendo la sua immaginazione.
Ueslmann, però, non è solo un virtuoso della tecnica: è ben di più.Tuttora, infatti si rifiuta di usare le foto digitali e i nuovi strumenti di foto-ritocco e continua ad archiviare centinaia di negativi, di alberi, di mani, di paesaggi, di interni, di nuvole... per combinarli e rielaborarli, seguendo la sua immaginazione.
In quella camera oscura, quasi fosse un mago o un alchimista, mescolando pazientemente i suoi elementi, crea delle immagini così poetiche e irreali da darci l'impressione di essere capace di fotografare i suoi e i nostri sogni.
Qui è il sito personale di Jerry Ueslmann dove è possibile vedere la sua galleria di fotografie
E qui un video dove Ueslmann racconta il suo lavoro in camera oscura
Tra il sogno e l'immagine del sogno c'è la realtà dell'impegno di un faber:)
RispondiEliminaGrazie, non lo conoscevo!
Hai ragione Giacinta, ci vuole un faber, un artigiano, anche per costruire i sogni!
EliminaBellissime. Ricordano certe copertine di Urania, di Karel Thole, sempre che non sbagli. La mia preferita è quella con l'angelo.
RispondiEliminaGrazie dell'indicazione: vado subito a cercare tra gli "Urania" di mio babbo!
EliminaGrandioso! Un Magritte della fotografia. Oggi sarebbe "facile" con le tecniche che abbiamo. Allora era anche tecnicamente non semplice, quindi doppiamente grandioso!
RispondiEliminaUn abbraccio!
Proprio così, Cinzia, doppiamente grandioso!
EliminaMi piace molto quello che dice della sua arte, mi ricorda Mr K :-)
RispondiEliminaLe persone geniali si assomigliano!
EliminaUn altra delle tue meraviglie!
RispondiEliminaLe immagini create sono bellissime, uniscono la realtà (perchè di fatto ogni elemento è reale) al sogno. all'immaginazione e alla creatività, con una punta di gotico che non guasta!
E poi il bianco e nero!!!!!!!! Bellissime!
Grazie di avermelo fatto conoscere.
CIao
Jampy, scoprirlo per caso su internet è stato un regalo anche per me!
EliminaDavvero interessante questo articolo.
RispondiEliminaStupendo, non conoscevo queste foto (mi sento un troglodita!) grazie di avercele mostrate.
RispondiEliminaAnche a me verrebbe di pensare che queste foto rappresentano dei sogni, i sogni parlano per immagini e se uno ci sa fare con le immagini...
Sempre impossibile che Ueslmann abbia realizzato tutto questo senza l'ausilio di Photoshop! Incredibile! Un genio!
RispondiEliminaun caro saluto
Giusto! Ce lo avevi già presentato, Grazia. Ma figurati se mi ricordavo il nome...!
RispondiEliminaUn abbraccio
Cinzia