Io vivere vorrei addormentato
entro il dolce rumore della vita.
(Sandro Penna)
Un dipinto che più lieve non si può, adatto alla voglia di sonno (e di sogni) di queste uggiose giornate invernali: "A letto" di Edouard Vuillard (1868-1940), oggi conservato a Parigi al Musée d'Orsay.
Una ragazza dorme, in un letto candido.
Sommersa dalle lenzuola e dai cuscini, lascia
intravedere solo una parte del viso e dei capelli scuri.
Il soggetto è ridotto all'essenziale con una stesura
uniforme dei colori e una tavolozza limitata a un minimo di toni pastello,
dall'ocra, al verde chiaro e al grigio. Nessun chiaroscuro a sottolineare il
rilievo, nessuna inquadratura prospettica a dare l’idea della profondità.
Un dipinto semplice, e- qualcuno potrebbe pensare- quasi
banale.
Eppure questa tela, datata 1891, fu salutata al
suo apparire come una novità.
All’epoca, Edouard Vuillard ha ventitré anni,
viene da una famiglia modesta: è orfano di padre e la madre, per mantenerlo, ha
organizzato in casa un piccolo laboratorio di corsetteria.
Gli amici lo
descrivono come un sognatore quieto e riflessivo, anche se tenace come pochi
nel perseguire la sua più grande aspirazione: quella di dipingere. E di
dipingere a modo suo.
Fosse stata di piccolo formato, la tela sarebbe potuta
sembrare uno studio, un puro esercizio di stile.
Invece Vuillard sceglie le
dimensioni (73x92 cm) di un quadro vero e proprio per riassumere molte delle
idee elaborate all'interno del movimento artistico, di cui fa parte: i Nabis (la
parola ebraica per profeti)
Sono tutti giovani infervorati ed entusiasti, che
dibattono con foga i loro pensieri sulla pittura all’Académie Julian, dove frequentano i corsi d'arte, o che discutono, fino a tarda notte, ai tavolini fumosi di qualche caffè.
Alla base, c’è un concetto che tutti
condividono: il quadro per loro non è che "una superficie piana coperta di colori",
non deve, cioè, riprodurre la realtà così com'è, né tanto meno essere verosimile, ma deve,
invece, esprimere emozioni e sentimenti (ne ho parlato anche qui).
Vuillard concorda appieno con queste idee e le
illustra in questa tela come meglio non potrebbe.
La schematizzazione, l’assenza di profondità e le
grandi superfici piatte di colore rimandano alla sua passione per la pittura di
Gauguin e per le stampe giapponesi, mentre la croce, formata, sopra la testa della ragazza,
dall'incrocio di due linee di un marrone più scuro, ricorda la sua educazione
cattolica e il misticismo caro alla maggior parte dei Nabis.
La gamma neutra e
smorzata delle tinte gli serve a tradurre in pittura l'idea stessa della
tranquillità e del silenzio.
Con l’armonia dei colori e la limpidezza della
stesura, poi, rafforza l’impressione che la ragazza, affondata nei cuscini,
stia per abbandonarsi ai suoi sogni, cullata, magari, dal suono dolce di una
ninna nanna.
Così, con questa pittura apparentemente fin troppo facile, incerta
tra intimità, grazia e un pizzico di umorismo e di ironia, arriva a trasmetterci la stessa emozione di una piccola poesia o di un brano di musica.
E a lasciarci avvolti in una
sensazione di leggerezza e di serenità.
Il che, di questi tempi, non è poco.
Questo bel dipinto sembra il capostipite di tanti disegni ( molto belli) dei fumetti più "antichi". Mi chiedo perché ai piedi del letto ci sia quella grande gobba: non possono essere i piedi! Uno scaldaletto?
RispondiEliminaHai ragione. ai piedi della ragazza c'è proprio uno scaldaletto, che rafforza la sensazione di calore che dà tutto il dipinto!
EliminaPer me è mattina, la ragazza si è già svegliata, ma poi si è riaddormentata e gode di quel sonno un po' malato e molto profondo, dal quale si ridesterà a giorno fatto.
RispondiEliminaUn sonno mattutino? Uno di quei sonni che ci possiamo permettere quando non dobbiamo andare a lavorare e abbiamo la giornata tutta per noi, Perché no?
EliminaNella sua semplicità, bellissimo! Coglie con pochi tratti quel modo di essere che ben si riassume in due sole parole: dolce dormire.
RispondiEliminaDolce dormire e dolce atmosfera: è proprio quello che trasmette il quadro!
EliminaSì, bellissimo e molto moderno. Propendo per l'ipotesi scaldaletto.
RispondiEliminaL'ipotesi scaldaletto ci piace: come al solito Vitamina riesce a vedere oltre l'immagine!
EliminaDevo ringraziarti, carissima! E' un dipinto che non conoscevo ( non conoscevo neanche il suo autore ) e che considero meraviglioso. La combinazione dei colori e le poche linee restituiscono perfettamente il tepore quieto del sonno :)
RispondiEliminaGiacinta, Vuillard è un pittore straordinario: Qui raggiunge effetti di sintesi che non ritroverà in altri suoi dipinti, ma comunque ha sempre il dono di trasportarti nel suo mondo e di incantarti con la sua pittura.
EliminaSarà il mio quadro della domenica, poetico (a volte dormo con le ginocchia tirate su). Da te è sempre una scoperta :)
RispondiEliminaÈ bello ritrovarsi nella quiete di questo sonno!
EliminaInfatti, una pittura modernissima, o meglio, senza tempo :-)
RispondiEliminaIntimo e caldo, davvero intrigante, il quadro di E. Vuillard (non lo conoscevo, grazie per aver colmato questa lacuna). Davvero preziosa la tua disamina. Buon fine settimana e complimenti per il blog.
RispondiElimina"Intimo e caldo", davvero cosi' è il quadro di Vuillard, capace di trasmettere una sensazione di quiete e di serenità.
EliminaGrazie tante per le tue parole e buone giornate anche a te!
Davvero, brevi poesie e imagini semplici possono ispirare intense emozioni!
RispondiEliminaAnche a me, come altri che hanno commentato, fa pensare ad un beato riappisolarsi mattutino.
Si, proprio un beato riappisolarsi, come quando la domenica si scopre che possiamo ancora restare a letto e ignorare il suono della sveglia!
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