Primo
d'aprile e nuova immagine del calendario.
Siamo già al quarto arazzo del Ciclo dei Mesi, commissionato, agli inizi del Cinquecento da Gian Giacomo Trivulzio,
allora governatore di Milano, eseguito dalla manifattura di
Vigevano su disegno di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino (1465 ca-1530) e ora conservato al Castello Sforzesco di Milano.
Aprile è, da sempre, il mese dei fiori, della gioventù e
dell'amore.
A partire dal nome che alcuni vorrebbero addirittura derivato dalla parola greca "aphros", la schiuma da cui sarebbe nata la dea dell'amore, Afrodite.
Altri pensano, invece, che derivi dal verbo "aperire" e che alluda allo schiudersi dei fiori.
Nella
scena dell'arazzo- circondata da una cornice con gli stemmi dei
Trivulzio e delle nobili famiglie ad essi imparentate- Aprile è, come vuole la tradizione, un
giovane abbigliato con una corta tunica e incoronato di rose.
In piedi su un piedistallo, di fronte a un
edificio aperto sostenuto da pilastri, regge con la mano sinistra un
mazzo di erbe verdissime e con la destra indica il sole.
In
alto, al centro, domina lo stemma dei Trivulzio, mentre, a sinistra, è
rappresentato il segno zodiacale del Toro
L'iscrizione, nella parte anteriore del piedistallo, parla della bellezza del mese: "Solum virere dat novum/floremque flori sufficit/cit gaudia apparat
iocos/aprilis undique et nitet:
Aprile
fa verdeggiare il suolo e fa rifiorire fiore su fiore/ suscita i
piaceri, prepara i giochi e risplende dappertutto".
Fiori,
campagne verdeggianti, giochi d'amore: la scritta evoca la primavera
al suo culmine e la fantasia di Bramantino si scatena.
Ed ecco che,
in basso, il verde dell'erba si riempie non solo di fiori di campo
(primule, campanelle, violette...) ma anche di leprotti e di conigli,
da sempre simbolo di fecondità.
I
lavori agricoli sono rappresentati, a destra, dalla sola figura di
una donna inginocchiata che strappa le erbacce per preparare il
terreno alla semina.
Tutti gli
altri, contadini, dame o gentiluomini vestiti all'antica con tuniche, mantelli e corono fiorite in testa si limitano a portare vassoi o bacili pieni di fiori, in un'atmosfera di languido ozio, che ben si accorda con la dolcezza della stagione.
Li precede un bambino nudo, forse un'allusione a Cupido, che porta in mano una ghirlanda di allegri fiori gialli.
Tutti sono a piedi nudi e i loro gesti sono bloccati come in un passo di danza.
Sullo
sfondo, alcuni giardinieri sono al lavoro: uno sta potando alte siepi di bosso per creare, sotto gli
alberi, un giardino fatto di bizzarre figure antropomorfe.
Di sicuro c'è un riferimento all'arte topiaria, la tecnica della potatura
che permette di fare assumere alle piante le forme più varie:
all'epoca degli arazzi, questa tecnica, ripresa dall'antichità, godeva di una rinnovata fortuna, soprattutto dopo che era
stata riscoperta, a metà Quattrocento, per decorare i giardini dei palazzi
fiorentini, primo fra tutti quello di Cosimo de' Medici.
Però qui
sembra che ci sia anche altro: queste figure a metà tra uomini e
alberi, con le mani che diventano rami e le chiome che si confondono
con le fronde, non sono solo una decorazione del verde, ma evocano antichi miti e l'arcano fascino delle metamorfosi.
Con i loro volti umani e i loro corpi arborei rimandano alle infinite trasformazioni e all'incessante variare di una natura dall'aria ben poco rassicurante.
Certo è che di questo Aprile, immaginato dalla fantasia scatenata di Bramantino, quello che rimane in mente non sono i colori variopinti dei fiori del prato o gli uomini e le donne inghirlandate, ma le strane figure dello sfondo.
In quel giardino incantato il sogno di un'età dell'oro, che il committente voleva fosse ricreato negli arazzi, sembra infrangersi per assumere i contorni inquietanti di un'antica favola crudele.
Un approfondimento dell'iconografia e delle vicende degli arazzi è in G.Agosti e J.Stoppa, I Mesi del Bramantino, ed.Officina Libraria 2012
Le figure metà albero e metà umane sono davvero particolari! Mi ricordano il mito di Dafne e altri simili... Con tutte le raffigurazioni di piante, fiori e animali, stai toccando argomenti di mio interesse, che uniti appunto a mitologia, simbolismo ed arte, formano un cocktail irresistibile. Questi arazzi sono davvero interessanti!! Ciao Grazia.
RispondiEliminaChissà perché la figura col corpo verdeggiante di sinistra ha gli occhi bendati.
RispondiEliminaCiao Grazia carissima, buona Pasqua!
Bellissimo il brano del giardiniere con le cesoie :-)
RispondiEliminaDa quando ti leggo ho imparato a guardare sempre lo sfondo, ad andare un po' più in là di dove casca l'occhio. Spesso vi si trovano cose interessanti...
RispondiEliminainterressate, adremo a visitarlo di sicuro
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