"Leonardo da Vinci vedeva alberi, paesi, battaglie e altre immagini nelle macchie che trovava nei vecchi muri. Shakespeare vedeva draghi e altri animali nelle forme delle nuvole. Bernardone non vede niente altro che nuvole nelle nuvole e macchie nelle macchie.
(Bruno Munari, Arte come mestiere)
In questi giorni, per me, le nuvole transitano spesso.
Le innumerevoli nuvole vere del cielo sopra Bruxelles, autunnale e sontuoso, che passa continuamente dal sereno al grigio dorato, e le nuvole dipinte negli schizzi di John Constable (1776-1837), che ho scoperto grazie a un amico e che ho ritrovato esposte in una mostra (qui è il link).
Sono più di un centinaio e sparsi tra vari musei gli schizzi delle nuvole che attraversavano il cielo inglese, tra il 1821 e il 1834, tra Hampstead Heath e Brighton; sono le nuvole che John Constable inseguiva e dipingeva, andando a giro per sentieri e per spiagge solitarie, naso in aria e taccuino di disegni alla mano.
Ha più di quarant'anni, allora, Constable e, da tempo, si è dedicato alla pittura.
Da giovane, ancor prima di iniziare la sua formazione accademica, percorrendo la campagna, si è abituato a riconoscere la bellezza nei più minuti particolari del paesaggio.
E quella bellezza l'ha voluta restituire nei suoi dipinti.
La sua fonte d'ispirazione è la natura e della natura vuole osservare e comprendere tutto, perché - dice - "non si vede veramente qualcosa, se non lo si capisce".
Guardare con attenzione quello che lo circonda, significa, per lui, dipingere e dipingere vuol dire vivere appieno le proprie sensazioni, perché "la pittura non è che una parola diversa per dire sentimento".
Alle rappresentazioni mitologiche, alle ninfe, agli amorini, o alle fattezze di qualche nobile personaggio bene abbigliato, da ritrarre dietro lauto compenso, preferisce il paesaggio.
Per lui non è la "presenza dei soggetti umani" che fa il quadro, che lo rende degno di considerazione. Non tiene alcun conto di quella classifica dei generi pittorici, all'epoca comunemente accettata, che vedeva, al primo posto, il quadro mitologico o di storia e, all'ultimo, quello della natura morta o del paesaggio.
Quello che gli importa è dipingere la campagna che conosce, quella vicino a casa, un albero, una capanna, un carro di fieno o il colore cangiante del mare e abbandonarsi alle sensazioni che gli suggerisce.
Nella sua pittura i protagonisti sono gli eventi naturali, le forze della natura.
Quello che gli importa è dipingere la campagna che conosce, quella vicino a casa, un albero, una capanna, un carro di fieno o il colore cangiante del mare e abbandonarsi alle sensazioni che gli suggerisce.
Nella sua pittura i protagonisti sono gli eventi naturali, le forze della natura.
E, soprattutto, il cielo, perché per lui "è l'elemento chiave, l'ago della bilancia, il primo organo del sentimento... e la sorgente della luce che, in natura, governa ogni cosa".
E nei suoi piccoli schizzi (i fogli misurano più o meno 20x15cm), eseguiti in anni e località differenti, raffigura cieli puri senza uccelli, né alberi, né orizzonte.
Cieli che non sono più uno sfondo, ma che diventano il soggetto principale.
Una cinquantina d'anni prima, rispetto ai pittori impressionisti, si sofferma a dipingere un unico motivo naturale, che cambia costantemente con le condizioni della stagione, del vento o della luce. Un soggetto sempre diverso e meravigliosamente mutevole.
Lavora all'aria aperta, utilizzando, per i suoi schizzi, colori a olio: una tecnica abbastanza inconsueta. Solo più tardi userà l'acquarello, più facile e più maneggevole.
Sul retro, quasi sempre, aggiunge delle annotazioni sulla direzione del vento, sull'ora del giorno, sul sole e sulla luce.
Fare "skyning" lo chiama.
Dipinge le nuvole, non per le immagini che evocano e nemmeno per usarle negli sfondi di composizioni più grandi, ma per indagarle in ogni minimo dettaglio e per studiarne la forma e l'anatomia, come un altro pittore avrebbe studiato l'anatomia del corpo umano.
Sono, in effetti, gli stessi anni, in cui compaiono i primi studi di meteorologia: è del 1820 l' articolo di Luke Howards "On the modification of the clouds", con la prima classificazione delle nuvole dal punto di vista scientifico.
E Constable, probabilmente, lo ha letto e sa distinguere le nuvole alte e le nuvole basse, i cirri, i cumuli, gli strati o i nembi.
Ma, soprattutto, sa ritrarli in maniera diversa.
Sa dipingere i cirri, le nubi bianche e leggere, illuminate dal sole, catturando la luce con dei colpi di bianco o di giallo puro.
O sa raffigurare i cieli plumbei di nuvole basse e gravide di tempesta.
Oppure gli strati di nubi che, durante un temporale, sembrano occupare tutto lo spazio con la loro massa scura e incombente.
Nei suoi schizzi le nuvole compaiono tutte e tutte sono rappresentate con appassionata precisione: quelle leggere e quelle pesanti, frastagliate o compatte, opache o trasparenti, quelle bianche del cielo assolato o quelle nere delle giornate di pioggia.
E si ha l’impressione che, nella sua ostinata ricerca di fissare in pittura le loro forme e la loro effimera e variabile bellezza, ci sia la volontà, se non di rappresentare il trascendente, di suggerirne, almeno, l’esistenza
Qui é il link a una mostra delle opere di Constable che si è tenuta a Parigi, al Grand Palais nel 2002. Mi ha stupito, ma nemmeno tanto, vedere che è stato un grande artista, apparentemente lontano da Constable, Lucian Freud (ne ho parlato in questo post) che ha curato la scelta delle opere da esporre.Segno che, quando si parla di grande pittura, tutto torna: i ritratti impietosi e taglienti di Freud e i paesaggi romantici di Constable non sono che aspetti diversi di una comune umana sensibilità.
Oppure gli strati di nubi che, durante un temporale, sembrano occupare tutto lo spazio con la loro massa scura e incombente.
Nei suoi schizzi le nuvole compaiono tutte e tutte sono rappresentate con appassionata precisione: quelle leggere e quelle pesanti, frastagliate o compatte, opache o trasparenti, quelle bianche del cielo assolato o quelle nere delle giornate di pioggia.
E si ha l’impressione che, nella sua ostinata ricerca di fissare in pittura le loro forme e la loro effimera e variabile bellezza, ci sia la volontà, se non di rappresentare il trascendente, di suggerirne, almeno, l’esistenza
Qui é il link a una mostra delle opere di Constable che si è tenuta a Parigi, al Grand Palais nel 2002. Mi ha stupito, ma nemmeno tanto, vedere che è stato un grande artista, apparentemente lontano da Constable, Lucian Freud (ne ho parlato in questo post) che ha curato la scelta delle opere da esporre.Segno che, quando si parla di grande pittura, tutto torna: i ritratti impietosi e taglienti di Freud e i paesaggi romantici di Constable non sono che aspetti diversi di una comune umana sensibilità.
E ora due link con le poesie di un altro corteggiatore delle nuvole: Fabrizio De André
Tra Nuvole e Nuvole barocche.
E uno con C. Debussy, Nocturnes (nouages)
Che scoperta questi dipinti di nuvole ! Sto per andare in ufficio e mi sa che oggi arrivo in ritardo perché mi hai messo voglia mentre cammino di contemplare un po' di nuvole.
RispondiEliminaUn saluto
Marco
Le nuvole sono bellissime e questi disegni le rendono a meraviglia. Grazie a te per avermeli fatti scoprire e adesso, come dice Marco nel suo commento, vado anch'io a guardare le nuvole. Oggi qui ce ne sono tante e ora mi piacciono
RispondiEliminaCiao
Qui non c'è da interpretare c'è solo da ammirare chi ha saputo disegnare e dipingere qualcosa di lieve e di variabile come le nuvole .Ti ringrazio per trovare sempre qualcosa di bello e di diverso da farci scoprire .
RispondiEliminaSara
Un post bellissimo come belle sono le immagini delle nubi che hai scelto.
RispondiEliminaGrazie
Stefania
Perdonami la nota tecnica ma non riesco più a fare commenti usando l'account google. Tu sai perché ?
Ho sempre trovato miracolosa l'incredibile varietà delle nuvole: non solo non ce n'è una uguale all'altra, ma la stessa nuvola si modifica nel giro di pochi attimi e assume ogni genere di forma. Mi piace guardarle soprattutto quando c'è vento in quota e sembrano davvero correre: mi stupisco, ogni volta, di non sentire il fruscio che immagino possano produrre nelle loro corse.
RispondiEliminaSaluti!
Una considerazione bellissima e degna di un'anima nobile : complimenti,Dio ti protegga!
EliminaSeducente post! A me le nuvole di Constable, ed i suoi quadri in genere, hanno sempre fatto sentire e pensare alla ricerca dell'indefinito, all'arte di indicare ciò che sfugge e muta in continuazione, come noi stessi d'altronde.
RispondiEliminaUn abbraccio
Ci sono due cose che, per il mio modesto modo di vedere, sono di difficile raffigurazione nella pittura: la neve e le nuvole. Ma per Constable dipingere quest'ultime pareva qualcosa di estremamente facile. Chapeau!
RispondiEliminaOpere incantevoli davvero!
RispondiEliminaBeato chi si innamora delle nuvole chi le disegna e chi ci scrive perchè guardare le nuvole non è solo un passatempo ma un momento di distensione e di riflessione.
RispondiEliminaCarlo
Occasione imperdibile e preziosa per riascoltare le "Nuvole barocche" di De Andrè.
RispondiEliminaGil
Detto fatto. Ecco il link con la canzone di de André, un altro innamorato delle nuvole:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=mD0RQbj2z-Y&feature=related
Ho notato un crescendo nell'ordine che hai dato ai dipinti. Dalle nuvole più aeree a quelle gravi, "gravide" di pioggia e tempesta. Ho pensato a come dovesse essere bello per lui conoscere le nuvole ed all'emozione che deve avergli dato scoprirne le combinazioni infinite di colori e forme. In un'epoca in cui l'orpello, accanto alla figura, apparivano degni di rappresentazione, Constable è un rivoluzionario ed io non posso che essere con lui, come te.
RispondiEliminaEmozione pura!
Grazie anche per il Constable, cara Grazia. Ci voleva. E tu ce l'hai servito su un piatto d'argento, secondo il tuo stile.
RispondiEliminauna bella passeggiata sulle tra le nuvole.
RispondiEliminaora, scusa per questo commento fuori tema, ma c’è un problema di urgenza che interessa tutti i blog
Comunicazione
Sulle rettifiche in blog e multe ho inserito questa lettera che passo
Cordiali saluti
http://www.lacrisi2009.com/2011/09/rettifiche-in-questo-blog-gia-fatto.html
Le nuvole di Constable sono affascinanti per la capacità che ha di restituirne in pittura la veridicità e la suggestione.Mi hanno incantato,tanto che ora sto seguendo un'altra traccia di nuvole che mi sta portando in un'altra storia da raccontare. Grazie per i commenti
RispondiElimina@ Francesco: tu ringrazio perl'informazione che leggerò con l'attenzione di chi, come me di questo mondo dei blog sa ancora pochissimo.
@Stefania, purtroppo non so risponderti, digiuna come sono di ogni competenza tecnica.
Mi è sempre piaciuto soffermarmi sulle nuvole, spesso le ho fotografate. Mi piace l'arte e non potevo uscire dal tuo blog, trovato per caso, senza complimentarmi con te. Anche Bruxelles trovo sia incantevole. Ciao.
RispondiEliminaciao, posso sapere da dove hai tratto i virgolettati? sono frasi di Constable che hai letto in qualche libro?
RispondiEliminagrazie, Laura
Sono frasi di Constable, ma purtroppo non mi ricordo più da dove le ho prese. Se riesco nei prossimi giorni guardo meglio tra i miei appunti e cerco di darti la citazione esatta.
EliminaChe bel post, grazie!!
RispondiEliminawaw, trp bll, ora vado a vedere delle nuvole!!!! ;-P
RispondiEliminaWow, nuvole surreali. Viene quasi voglia di tirarli un morso.
RispondiEliminaXD XD!!
Elimina