Orfana, come mi sento, delle emozioni dei Mondiali di calcio, queste lunghe giornate di un'estate a Bruxelles, dove le nuvole stentano a lasciare spazio al sole, mi sembrano fin troppo monotone. Per questo mi venuta voglia di rivestire il blog del colore sgargiante della fantasia.
E di pubblicare un dipinto come il "Paesaggio con uccelli gialli" di Paul Klee, ora in collezione privata:
Siamo nel 1923 e Klee, all'epoca già oltre la quarantina, lavora in Germania, a Weimar, nella prestigiosa scuola del Bauhaus,
dove è stato chiamato da Walter Gropius in persona per insegnare prima
rilegatura e poi pittura. Là si è costruito la fama di un professore capace di tenere lezioni
che incantano i suoi allievi.
Anche se alcuni ammettono di capirci poco o nulla, tanto sono
differenti da quelle tradizionali, i più sono entusiasti e dicono che "parla come un Dio".
Di sicuro a Klee piace insegnare e cerca di condividere con i suoi studenti le sue idee e le sue esperienze: dalla formazione
all'Accademia di Belle Arti, all'incontro, a Monaco di Baviera, con artisti come Kandinskij, Franz Marc (qui) e gli altri pittori del movimento del Blaue Reiter, all'entusiasmo per il loro nuovo modo di dipingere.
Forse con loro rievoca il momento in cui, dopo un viaggio in Tunisia, ha scoperto l'importanza del colore che, da allora, considera l'essenza stessa della sua pittura.
Chissà quante volte, nelle sue lezioni, ha ripetuto che l'arte "non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non lo è".
E quanto si è sforzato di far capire che "l'arte non deve imitare la natura, ma deve inventarla".
Un pittore, per lui, quando dipinge deve, almeno "per un istante
credersi Dio" per creare mondi che abbiano regole proprie e che traggano ispirazione dalla realtà, pur senza raffigurarla troppo fedelmente.
Fino a inventare, come fa nei suoi dipinti, tutta una serie di universi gioiosi fatti di pesci dorati (ne ho parlato qui) di strane piante, di figure stilizzate che danzano, di palloncini rossi, di case dai tetti aguzzi, di barche, di animali colorati e fantastici.
Da figlio di musicisti e violinista provetto, di sicuro avrà insistito sul valore fondamentale della musica, spiegando che una tela può essere come uno spartito, dove ricreare, con le linee e i segni, la melodia più armoniosa. E dove l'orchestra non si compone di violini, di flauti o di clarinetti, ma di figure geometriche, di frecce, di cerchi o di triangoli.
È quello un periodo, in cui Klee guarda, con sempre maggiore attenzione, ai disegni, dei bambini, cercando di mescolare l'espressività infantile con quella dell'arte primitiva: è solito dire che solo "i bambini, i pazzi o i primitivi, hanno ancora- o hanno riscoperto- il piacere di vedere"
Certo non si scorda che, quando il figlio Felix era piccolo e la moglie era spesso fuori casa per mantenere la famiglia con le sue lezioni di piano, lo ha seguito, momento per momento, costruendo i suoi primi giocatoli, ma soprattutto disegnando insieme a lui e portandolo a "lavorare" con sé nello studio degli amici pittori (come il figlio rievoca qui in una bella intervista).
Musica, ricordi, disegni infantili, gusto per il colore: tutto si ritrova in questo paesaggio da favola, dove, in uno spazio senza profondità, in cui si mescolano cielo e terra, giorno e notte, in una specie di foresta tropicale tra bizzarre piante variopinte, svolazzano, a volte capovolti, strani uccelli di un giallo vivo.
Basta seguirlo in questo suo mondo, magari accompagnati dalle note del suo amato Mozart (qui è un link), per essere sicuri che, da grande fantastico mago qual è, ancora una volta Paul Klee saprà portare una ventata di allegria e illuminare la giornata più grigia con le tinte variopinte dei suoi sogni
Basta seguirlo in questo suo mondo, magari accompagnati dalle note del suo amato Mozart (qui è un link), per essere sicuri che, da grande fantastico mago qual è, ancora una volta Paul Klee saprà portare una ventata di allegria e illuminare la giornata più grigia con le tinte variopinte dei suoi sogni
Avrei voluto averlo io come insegnante! Sicuramente sarebbe stato più che stimolante...
RispondiEliminaE te Grazia ad insegnarmi storia dell'arte! ;-)
Comunque il quadro in questione trasette veramente allegria: gli uccellini gialli sono buffissimi!!!
Infatti, Jampy, a volte basta solo lasciarsi trascinare dalle sensazioni che il quadro ispira. E abbandonarsi semplicemente alla bellezza!
EliminaNon conoscevo neanche questo dipinto e lo trovo meraviglioso e molto rasserenante. Ora mi vado a vedere i link...
RispondiEliminaAnch'io, Vitamina, trovo che sia un quadro che ci può dare un momento di gioia. E solo per questo è ancora più prezioso
EliminaLa pittura delle emozioni…. Anche le tue di lezioni, Grazia, incantano gli allievi…. ovvero noi, me di sicuro!
RispondiEliminaSpero che anche a Bruxelles sia arrivato il sole, come qui da noi, finalmente. Se così non fosse, ti mando un abbraccio caloroso quanto un raggio di sole!
Cinzia
Grazie, Cinzia! A Bruxelles è arrivato il sole e, come succede da queste parti, è subito estate torrida
RispondiEliminaUn abbraccio caldissimo!
l'ho qui appeso in camera da molti anni... :-) una stampa allegata a un vecchio numero del Corriere, penso 12-14 anni fa. Grazie!
RispondiElimina(altre cose che ho appeso: sei vedute del Fuji prese da un antico calendario del sec XX, un presunto ritratto di Monteverdi che forse non è lui ma pazienza, due o tre Folon, l'albero disegnato da Charles Darwin e altre stampe dai viaggi di Darwin, due fumetti di Patrick McDonnell, un Vermeer sempre da calendario...)
Mi pare che sulle tue pareti ci sia tutto un bellissimo mondo! Il dipinto di Klee ci aggiunge il colore dei sogni.
EliminaGià mi era piaciuto il pesce dorato, ora però devo ammettere anche questi uccelli gialli sono formidabili e beato quel collezionista privato, sperando possa avere un tale...panorama davanti, tutti i giorni, perché lasciarlo chiuso nel caveau di una banca sarebbe come oscurare quel bel giallo e intristire gli uccelli del quadro.
RispondiEliminaÈ una delle rare volte che invidio un collezionista. Questo è un quadro che vorrei avere sempre davanti agli occhi: se lo tiene in un caveau è come se lo uccidesse.
EliminaSono fermamente convinta che chiunque abbia una collezione privata debba periodicamente mostrarla al pubblico. L'arte dev'essere godibile da tutti, accidenti!
RispondiEliminaE grazie, come sempre, di questo bel regalo.