mercoledì 19 settembre 2012

Ferdinand Hodler: "La Jungfrau", la montagna sacra



"La montagna più alta rimane sempre dentro di noi" (Walter Bonatti)


Da qualche tempo soffro di vertigini e non riesco più a camminare su sentieri esposti: l'alta montagna, ormai, mi è preclusa.
Un gran dispiacere per me che l'amo tanto.
Guardandola da lontano, però, ho almeno ritrovato una sensazione che avevo perso: quella dello stupore. Perché, alle volte, può essere più suggestivo vederla da distanza: quando la si percorre da vicino, la montagna può apparire, ormai, fin troppo addomesticata, attraversata, com'è, da funivie, trenini colorati, itinerari "facilitati" per turisti. Oppure solcata dalle ferite inferte dalle piste da sci.
Osservarla in lontananza può portare a ritrovarne la magia, come nei dipinti di uno dei più noti artisti svizzeri, Ferdinand Hodler (1853-1918).
Nella sua lunga carriera Hodler, pur rimanendo sempre legato alla corrente pittorica del simbolismo, ha affrontato i soggetti più vari.
La sua passione, comunque, è rimasta sempre quella di dipingere la montagna e, soprattutto, il massiccio della Jungfrau, vicino a Berna, la sua città natale. 
Sono i monti, che, nelle giornate limpide, forse, poteva vedere dalle sue finestre e di cui ha subito il fascino fin da bambino. Sono quelli che riproduce, più e più volte, nei suoi disegni e nelle sue tele.





Nel dipinto del 1908 l'"Eiger, il Mönch e la Jungfrau al chiaro di luna" le cime   appaiono viste da lontano, mentre le pendici scompaiono dietro una soffice coltre di nuvole. 
La luna illumina di una luce rosata solo le vette bianche di neve e di ghiaccio. Tutto il resto rimane indistinto e nascosto da una nebbia argentata.
É un paesaggio incantato, come l’immagine di un sogno.
Nessuna presenza umana e nessun particolare che lo renda accattivante. 
Di certo è profondamente diverso da quelle "vedute alpine" che Hodler dipingeva da giovane e che andavano a ruba tra i turisti: né prati verdi, né balconi fioriti, né, tanto meno, placide mucche al pascolo.
Depurata da ogni dettaglio, la montagna ritorna a essere distante e aliena.
Inaccessibile e quasi metafisica, riacquista la sua inviolabilità e la sua magia.

Anche in questo dipinto con l"Eiger, Mönch e Jungfrau dietro le nubi" le tre cime  si intravedono appena, come isole candide e luminose, sospese in un mare di nuvole che ha lo stesso colore del cielo.



Tutto è immerso nell'azzurro irreale di una visione: le nuvole diventano onde che si increspano al vento.
Monumentale e silenziosa la montagna domina uno spazio che è, insieme, fisico e mentale. 
Ogni pur minima idea di ricerca decorativa, cede il passo al sentimento di commozione di chi si sente sopraffatto di fronte alla natura e la guarda con purezza e rispetto. Senza stancarsi mai di osservarla.
Ripetendo ostinatamente lo stesso soggetto, dal medesimo punto di vista, attento solo a riprodurne le più sottili variazioni atmosferiche, Hodler rende il paesaggio della Jungfrau sempre più astratto e simbolico. 
Gli restituisce, così, una dimensione quasi mistica.
È come se, a forza di dipingerle, volesse scoprire il mistero che si nasconde dietro quelle cime lontane.
E alla fine, si ha l'impressione che arrivi a ritrovare, nelle rocce o nelle vette pure della "sua" montagna, il significato nascosto della divinità. 
Che è un altro modo per avvertire il senso della vertigine. Senza soffrire.







25 commenti:

  1. Non ho confidenza con la montagna, sono sempre stata una creatura marina. Ma quando due anni fa per la prima volta ho visto le Dolomiti ho sentito di essere realmente in presenza di qualcosa di divino, inaccessibile, purissimo e di una bellezza incomparabile, di grande potenza e intensità e più di una volta, anche se spesso in compagnia di altre persone, ho davvero provato una gioiosa ed esaltante commozione semplicemente contemplando la punta di qualche vetta lontana.
    Grazie per avermi fatto ritrovare per un attimo quelle belle atmosfere, saluti affettuosi

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    1. Grazie a te! In questi giorni sono proprio sulle Dolomiti e oggi andrò al Picco di Vallandro: il paesaggio tra sole e nuvole è davvero commovente.

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  2. Cara grazia, io credo che ti piacciano o ti piacerebbero, se non li conosci, i dipinti di Renato Chabod. (vedi copertina di Ultimo Grado), valente alpinista aostano della prima metà del secolo scorso. Sono pennellate violente, accostamenti di colori improbabili in natura e in montagna, eppure, proprio per questo, rendono l'idea del pericolo, del rispetto, dell'emozione delle vette. Grazie a questo tuo post li ho capiti ancora meglio ora, e li apprezzo ancora di più. "Depurata da ogni dettaglio, la montagna ritorna a essere distante e aliena. Inaccessibile e quasi metafisica, riacquista la sua inviolabilità e la sua magia." E' questa una chiave di lettura valida anche per Chabod. Adesso che ce l'ho, non la perderò mai più.

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    1. Grazie, Aldo, andrò a cercare i dipinti di Chabod. Se è capace, come tu dici, di interpretare la montagna sono sicura che mi piacerà. A me invece i quadri di Hodler ricordano le atmosfere dei tuoi racconti e dei tuoi libri. Li' ho ritrovato l'idea di una montagna magica e dell'incanto che può provocare in chi la guarda con gli occhi "giusti".

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  3. Questi dipinti di Hodler, soprattutto il secondo, somigliano tantissimo al panorama delle Alpi che ho fotografato l'altro giorno dall'aereo: le stesse nubi da cui emergono solo le cime, gli stessi colori, lo stesso senso di mistero.

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    1. Davvero, Silvia, sono proprio simili alla foto delle Alpi "annegate nel blu" che hai pubblicato nel tuo ultimo post. L'incanto della montagna è veramente senza tempo.

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  4. Carissima Grazia, sei finalmente arrivata anche in Svizzera. Con uno dei pittori più patriotici. Sai che è l'artista preferito da uno dei politici più di destra, più polemico e più controverso del nostro Paese... Come avrai capito non mi è molto simpatico.
    Le tre "montagne sacre" Eiger Möch e Jungfrau mi hanno portato anche indietro nel tempo, perché quando ero bambina, era obbligatorio conoscerli e nelle verifiche a scuola c'era spesso una domanda che vi faceva riferimento.
    Da certe montagne ticinesi poi si possono scorgere in lontananza.

    Ora però attendo un post anche sul mio preferito...

    Grazie mille per questi stupendi dipinti che onorano la montagna, che anch'io adoro.

    A presto, un abbraccio
    Cinzia

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  5. p.s. nel secondo dipinto le montagne sembrano emergere effettivamente dal mare... forse un po' l'invidia per i paesi che circondano la Svizzera e vi si affacciano, mentre qui se ne sente tanto la mancanza...

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    1. Sai , Cinzia, che mio marito è un appassionato della Jungfrau e che abbiamo trascorso li' più di una vacanza estiva. Per gli appassionati di alpinismo l'Eiger è uno dei miti che ancora resiste.
      Mi piace il modo in cui Hodler dipinge la montagna, perché sa comprenderne e restituirne tutta la magia (anche se con un po' di invidia per il mare, forse)

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  6. Ricordo una mostra tutta incentrata sul tema delle opere che come comun denominatore avevano la neve. Sembra facile, ma rendere il bianco della neve e' qualcosa di arduo. Capisco che l'artista abbia ripetuto lo stesso soggetto molte volte, quasi un'alpinista (per rimanere in tema€ che scali la stessa montagna da diverse "vie". E questo e' ammirevole, visto i risultati che ha raggiunto. Bye&besos

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    1. In effetti dipingere la neve non è facile. Soprattutto la difficoltà è quella di non fare dei quadri "fotografie", ma di interpretare le cime innevate con emozione e incanto.
      Alpinisti e pittori a volte subiscono lo stesso fascino, la stessa malia che la montagna può provocare.

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  7. Non conoscevo Hodler, ma apprezzo molto la sua opera anche perché mi appassiona, io semplice amante della natura, questa sua poetica.

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    1. Anch'io ho scoperto da poco le montagne dei dipinti di Hodler, ma mi è piaciuto da subito il suo modo suggestivo di guardarle.

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  8. Conoscevo le montagne "divisioniste" di Cesare Maggi,qui è tutto diverso, occorre pensare per poter capire il valore ed il significato, ma di certo
    si tratta di un modo di pingere molto significativo, che sono contento di avere scoperto grazie a te.

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    1. Hodler è stata una scoperta anche per me e sono contenta di averla condivisa con dei lettori appassionati di montagna e di natura.

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  9. Quelle cime bianche su uno sfondo azzurro come il mare sono una delle immagini più belle che ho visto sulla montagna.
    Ciao
    Marco

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    1. Anche per me, Marco, quella è una delle immagini più belle, tanto che l'ho messa come sfondo del desktop per guardarla più spesso e per ritrovare, anche a casa, un po' del fascino della montagna.

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  10. Mi piace molto quella montagna azzurra perché unisce la possibilità di ammirare insieme due elementi della natura, il mare e la montagna. Credo anch'io che ormai la montagna sia "troppo addomesticata" ma per nostra fortuna non ci è stata ancora tolta la possibilità di immaginarla come nei dipinti che tu pubblichi qui.
    Anna

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    1. Quando vado in montagna d'estate a volte mi sembra che le troppe funivie e le piste da sci violino le montagne. Per fortuna non abbastanza da toglierci la possibilità di sognare!

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  11. Mi ha colpito l'inquadratura. Si coglie la presenza dell'osservatore anche se nel quadro non è rappresentato. Un osservatore altrettanto misterioso...
    Bellissimi dipinti nella cornice preziosa che, con le tue riflessioni, hai loro dato . Un bacio.

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    1. È proprio vero che nei dipinti di coglie la presenza di un osservatore che contempla con i nostri stessi occhi meravigliati.
      Solo un grande artista e un grande amante della montagna poteva rappresentarla così.

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  12. Non conoscevo questo pittore, in questi due quadri però trovo una risonanza con alcuni dipinti a me molto cari.
    Grazie davvero!

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    1. Sono contentta che un pittore come Hodler ti abbia suscitato delle belle consonanze.
      Un abbraccio

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  13. Nemmeno io conoscevo questo pittore, ma la montagna è uno dei miei amori e non posso non apprezzare.

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    1. Anche per me la montagna è uno dei miei amori, anzi la mia passione; figurarsi se non mi piaceva un pittore come Hodler!

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