giovedì 1 novembre 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: novembre




 "O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita mia. Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale, la mano di tarocchi che non sai mai giocare...": cantava Francesco Guccini. 
Nella sua "Canzone dei dodici mesi" novembre era il mese triste dei morti: "Cala novembre e le inquietanti nebbie gravi coprono gli orti, lungo i giardini consacrati al pianto si festeggiano i morti..".
Nel calendario di quasi nove secoli fa  che ho scelto quest'anno per il mio blog, il ciclo dei mesi inserito nella decorazione a mosaico del Duomo di Otranto creata dal monaco Pantaleone tra il 1163 e il 1165, Novembre si presenta, invece, sotto tutt'altro aspetto



Qui il mese è rappresentato come un contadino in piena attività. 
Sotto l'immagine del segno zodiacale del periodo, lo Scorpione, e la scritta "November", un giovane uomo sta spargendo i semi che tiene raccolti nella tunica di cui sorregge un lembo.
Nel calendario dei lavori agricoli questo è uno dei momenti più importanti dell'anno: alla semina, infatti, è affidata tutta la speranza di  un futuro senza lo spettro della carestia e della fame e di attraversare con più tranquillità il periodo più cupo dell'inverno.
Per questo il contadino si è circondato di tutti gli oggetti che gli consentiranno di difendersi dal freddo quando dovrà rifugiarsi in casa per sfuggire all'inclemenza del tempo.
Accanto a lui ha un'ascia con cui spaccare la legna per riscaldarsi e, insieme  al corno da cui bere acqua fresca, si è procurato anche  un barilotto di vino. 
Per mangiare non c'è problema: bastano un prosciutto e  quello che sembra un tarallo di pane.
Un Novembre, insomma, tranquillo e ottimista che ci insegna come,  ben riforniti, si possa superare la cattiva stagione e aspettare con serenità il nuovo raccolto della primavera.