mercoledì 1 aprile 2020

Mantova, Palazzo D'Arco, Sala dello Zodiaco: Aprile e l'Ariete




Pandemia, isolamento...un periodo difficile come non mai che però non impedisce al tempo di scorrere e a me di sfogliare, mese dopo mese, le immagini del calendario che ho scelto per quest'anno: i riquadri affrescati intorno al 1520 dall'architetto e pittore Giovanni Maria Falconetto (Verona, 1468-Padova 1535) per la Sala dello Zodiaco in Palazzo D'Arco a Mantova.
Ed ecco dunque cosa ci riserva il mese di Aprile:



Come al solito il soggetto della scena è tutt'altro che semplice, ma in questi momenti di clausura non manca il tempo per cercare di decifrare le arzigogolate iconografie degli affreschi.
In primo piano, è rappresentata una delle pagine più note della storia romana, il notissimo episodio di Muzio Scevola che, sullo sfondo di un accampamento militare, di fronte a un cavaliere e al re etrusco Porsenna, mette la mano sul fuoco di un braciere per punirsi di aver fallito nei suoi propositi e di non essere riuscito a uccidere il comandante nemico.

E, fin qui, sembra che l'interpretazione sia agevole, ma in secondo piano le cose si complicano.
Intanto la donna che tiene un bambino sospeso per i capelli sarebbe da identificare, secondo alcuni studiosi, niente di meno che con la maga Medea  rappresentata nell'atto di uccidere uno dei figli per vendicarsi del tradimento di Giasone. 
Ma cosa c'entra Medea con Muzio Scevola? Niente- mi parebbe-  se non a sfoggiare la cultura dell'artista e del committente.

Ugualmente complessa è l'identificazione dell'edificio che fa da fondale alla scena. 
"Ma è il Colosseo!": direbbero i più. 
E, invece, no, sarebbe fin troppo facile per la cervellotica cultura che sta dietro alle rappresentazioni degli affreschi. 
Una disamina  condotta dagli studiosi su fonti tanto antiche quanto astruse, che qui vi risparmio,  porta a concludere che il misterioso edificio altro non sia  che l'Arena di Verona. 
E perché l'Arena di Verona in un affresco di un palazzo di Mantova che raffigura un episodio di storia romana? Una buona domanda, ma anche questa non ha risposte semplici. 

Un'ipotesi, alquanto elaborata, che riprende testi che vanno da Isidoro di Siviglia  a Andrea Alciati, mette in relazione l'Arena con il culto di Giove Ammone, il dio tradizionalmente  legato al segno zodiacale dell'Ariete.
Stando a questa teoria il cerchio si chiuderebbe proprio con la raffigurazione del segno zodiacale: se si guarda bene in alto a destra, compare in effetti proprio Giove in atto di collocare  nel cielo dell'astrologia il simulacro dell'Ariete.

Quello stesso Ariete che domina sull'intera scena piazzato al centro di una sorta di piattaforma di nuvole.
Insomma, storia romana, mitologia, segni astrologici si mescolano in questo affresco, la cui complessità potrebbe- chissà-  alludere alla complessità dei tempi in cui viviamo.
E speriamo che anche per noi basti il filo della razionalità e della cultura per uscirne al meglio e rivedere finalmente la luce.