martedì 1 gennaio 2019

Libro d'Ore Da Costa: gennaio



Il primo di gennaio il 2019 non può che aprirsi con il nuovo calendario che ho scelto per illustrare, mese dopo mese, il mio blog. 
Dopo le immagini degli anni scorsi, che ho recentemente ripercorso, provenienti da secoli e luoghi diversi, torno nel cuore dell’Europa agli inizi del XVI secolo con un preziosissimo Libro d’Ore, uno di quei meravigliosi piccoli manoscritti che, accompagnando le preghiere quotidiane nei vari momenti del giorno e dell’anno,  erano destinati alle pratiche di una devozione intima e privata. 
Anche se, per un membro di una famiglia reale o un aristocratico ambizioso avere tra le mani o regalare uno di questi ricchissimi libricini illustrati dai più grandi artisti rappresentava  anche uno imprescindibile status symbol. 

Tra i tanti Libri d’ore prodotti tra Trecento e Cinquecento scelgo quest’anno il manoscritto miniato (172x125 mm ca.) datato intorno al 1515  e ora  conservato alla Morgan Library di New York (Ms M 399) denominato Ore da Costa dal nome del suo più antico proprietario. 
Commissionato all'origine dal nobile portoghese João Rodríguez de Sá, il cui stemma appare nel verso del primo foglio, appartenne poi al consigliere e ciambellano del re del Portogallo Manuel I, Alvaro da Costa, che lo acquistò prima che fosse finito e fece ridipingere lo stemma dei Sá, trasformandolo in quello della sua famiglia. Dopo varie vicende fu acquistato intorno al 1905 da J.Pierpont Morgan per la sua collezione. 
Come tutti i manoscritti del genere contiene le devozioni delle Ore ed è decorato di 75 miniature a piena pagina, dodici delle quali illustrano il calendario. 
Si tratta di una delle più importanti opere del fiammingo Simon Bening (1483-1561) allora all’inizio di una attività che lo avrebbe qualificato come uno dei maestri della miniatura fiamminga e gli avrebbe assicurato commissioni prestigiose delle famiglie aristocratiche di tutta Europa. 
L’artista, come prova del suo talento, tenne ad eseguire tutte le illustrazioni di sua mano, con pochissimi interventi di bottega, creando uno dei più antichi esempi di miniatura senza bordi e a piena pagina.
Allora ecco qua il mese di Gennaio.



Come tradizione, in un periodo dell’anno in cui il gelo dell’inverno non consente i lavori nei campi la raffigurazione del mese si svolge all'interno di una casa. 
In una stanza illuminata dal fuoco del camino un uomo un bambino e un gatto si scaldano al calore della fiamma, mentre una gabbia con un uccellino è appesa al muro. 
L’uomo per stare più comodo si è tolto le scarpe e sta per indossare le ciabatte che sono posate a terra. Al centro della sala un uomo con una ciotola e una donna che porta su un vassoio un cosciotto di maiale stanno disponendo il cibo su una tavola apparecchiata già coperta da una candida tovaglia e in cui sono stati già disposti i piatti e un candeliere. 
Sullo sfondo si apre una porta che conduce alla cucina.
La miniatura diventa così uno di quelle deliziose vedute d'interni che faranno la fortuna della pittura fiamminga. 
C'è qui tutto l'agio di una casa borghese, dove il fuoco acceso, il cibo o la fiamma scoppiettante del camino sconfiggono il gelo dell'inverno che, insieme al simbolo astrologico dell'Acquario, è raffigurato, invece, nel bordo inferiore  della pagina a fronte con i Santi e la liturgia del mese.