mercoledì 1 gennaio 2020

Mantova, palazzo D'Arco, Sala dello Zodiaco: gennaio e il capricorno



Anno nuovo, calendario nuovo.
In comune con quello dell'anno scorso- il Libro d'Ore Da Costa-  il calendario  che ho scelto per il 2020 ha solo la datazione, intorno al primo ventennio del Cinquecento. 
Poi, tutto cambia.
Intanto, ci trasferiamo dalle Fiandre all'Italia, poi si passa dalle pagine miniate ai grandi affreschi murali e, con un altro bel salto, dal realismo quotidiano delle miniature di Simon Bening a una pittura piena di simboli, a volte astrusi e, comunque, difficili da interpretare. 
Insomma, il 2020 comincia decisamente sotto altre stelle, o meglio, sotto le costellazioni richiamate nelle raffigurazioni astrologiche che ornano le pareti della Sala dello Zodiaco.





La grande Sala, rettangolare e col  soffitto a travatura, è situata al primo piano di una palazzina della metà del XV secolo,  ubicata all'interno del giardino di Palazzo D'Arco a Mantova.
Gli affreschi con i dodici segni zodiacali occupano tutte le pareti, cinque per ogni lato lungo e uno per ogni lato breve. 

Non c'è ancora certezza documentaria né della committenza, né dell'autore.
Per quanto riguarda la committenza, l'ipotesi più suggestiva  è che sia legata a un ramo della famiglia Gonzaga e, più precisamente, che il committente sia stato Luigi Gonzaga detto Rodomonte, conte di Rodigo e  signore di Sabbioneta, valoroso soldato e uomo di grande cultura.
Generalmente condivisa. è la datazione  del ciclo intorno al 1520 e l'attribuzione dei grandi dipinti all'architetto e pittore Giovanni Maria Falconetto (Verona,1468-Padova, 1535) all'epoca reduce da un lungo viaggio a Roma, in cui aveva visto e disegnato i reperti archeologici e ammirato le opere dei grandi artisti che stavano cambiando il volto della città.
Ma eccoci finalmente a svelare l'immagine  che si lega al segno astrologico del Capricorno e a gennaio:



Il riquadro, collocato al di sotto di un fregio con rappresentazioni desunte da testi di Ovidio, segue le stesso schema degli altri: il segno zodiacale  e le attività agricole legate al mese sono rispettivamente in alto e sullo sfondo, mentre, in primo piano, compare la raffigurazione  di un mito classico o di una pagina di storia antica e, al centro, una grande architettura di epoca romana o bizantina. 
Sotto i riquadri c'è sempre una scena  a grisaille.
Una struttura complessa, dunque, così come complessa è  l'interpretazione.

In questo riquadro, in alto, tra le nuvole appare bene evidente il segno del Capricorno. 
Sullo sfondo, a sinistra, il lavoro dei campi legato al mese è quello della semina con un contadino che sparge i semi in un campo arato.
E, fin qui, non ci sono problemi. 

Diverso è il caso del soggetto principale.
Gli studiosi hanno riconosciuto nel grande edificio al centro, la Mole Adriana (ora Castel Sant'Angelo) e interpretato la scena come l'episodio narrato in una pagina della "Guerra Gotica" dello storico bizantino Procopio di Cesarea, in cui i Romani, assediati dai Goti scagliano sui nemici i frammenti delle sculture del Mausoleo di Adriano che hanno appena fatto a pezzi.
I due personaggi in primo piano sarebbero, allora, il generale bizantino Belisario e il comandante dell'esercito romano, il trace Costantino.

Nella grisaille in basso è raffigurato il combattimento contro le Amazzoni, mentre, nel fregio soprastante, Plutone rapisce Proserpina, condannando la terra al gelo dell'inverno.

Simboli, miti, decorazioni tratte dall'antico si legano in un intreccio che dimostra (o meglio, ostenta) la cultura dell'artista e del committente e ci introducono a un calendario del 2020 pieno di sorprese.

Intanto, Buono e felice anno a tutti!