sabato 29 dicembre 2018

Calendari, lunari, almanacchi…(7)




Eccoci finalmente arrivati al calendario di quest’anno, il 2018, che è il più antico di quelli pubblicati in questo blog. 
Si tratta infatti di una rappresentazione del ciclo dei mesi che fu realizzata quasi nove secoli fa all'interno della ricchissima decorazione del mosaico pavimentale del Duomo di Otranto, creato tra il 1163 e il 1165 dal monaco Pantaleo su commissione dell’allora vescovo della città. 
Come sempre chi vuole, seguendo QUESTO LINK,  può rivedere tutte le immagini che ci hanno accompagnato nel corso dell’anno. 

Come scena bene augurale ho scelto ora di riproporre quella vitale e gioiosa del mese di settembre con il contadino che pigia in un grande tino i grappoli d’uva raccolti nella vendemmia, sperando in un nuovo anno inebriante come il profumo del mosto. 
E per il calendario del 2019 non ci resta che attendere qualche giorno per scoprire la sorpresa!










venerdì 28 dicembre 2018

Calendari, lunari, almanacchi... (6)



Con il penultimo calendario che ho pubblicato in questo blog si cambia di nuovo di epoca e di tecnica, ma anche e soprattutto di luogo. 
Stavolta le immagini che hanno accompagnato il 2017 sono arrivate dal Giappone scelte tra quelle che segnano il passaggio delle stagioni nelle  
"Cento famose vedute di Edo", la serie di stampe realizzate da Utagawa Hiroshige tra il 1856 e il 1858.
Come al solito potete trovare seguendo QUESTO LINK tutte le immagini e le loro descrizioni. 

Come scena rappresentativa scelgo ora quella di febbraio: nessuna presenza umana in questa stampa che per la sua audace inquadratura fu particolarmente amata dai pittori impressionisti, ma in primo piano solo un'aquila che sorvola la campagna innevata vicino alla città di Edo, poi ribattezzata Tokyo. 
L'augurio stavolta è che nel nuovo anno si possa volare in alto come aquile, lasciando a terra la zavorra di rancore e cattivi pensieri che spesso avvelenano i nostri rapporti sociali. 





giovedì 27 dicembre 2018

Calendari, lunari, almanacchi...(5)



Dopo la doverosa pausa natalizia, eccomi a ripercorrere con voi le immagini dei calendari che ho scelto per il mio blog e che hanno scandito, negli anni scorsi, il passare del tempo.
Dopo miniature, affreschi, sculture, arazzi, il quinto calendario ci immerge nello splendore delle vetrate, eseguite nel primo quarto del XIII secolo per il deambulatorio della cattedrale di Chartes. 
Come al solito seguendo QUESTO LINK potrete vedere le immagini di tutti i mesi e leggerne le descrizioni.
Per ora scelgo, come scena rappresentativa, quella sfolgorante di colori di marzo
Il mese è personificato da un contadino infreddolito che sta potando i rami intricati di una vite. 
Come suggerisce la posa, marzo è un mese di passaggio, che avanzando porta con sé giornate più lunghe e piene di luce e il tepore della primavera.
Il che mi pare si possa adattare al meglio a un augurio di buona speranza per il prossimo 2019.




lunedì 24 dicembre 2018

Calendari, lunari, almanacchi...(4)



Con il quarto calendario che ho scelto per il blog si cambia di tecnica e di secolo, trasferendoci nella Milano degli inizi del Cinquecento con il bellissimo ciclo di arazzi, commissionato dall'allora governatore della città Gian Giacomo Trivulzio ed eseguito dalla manifattura di Vigevano su disegno di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino. 
Seguendo QUESTO LINK troverete le immagini di tutti gli arazzi, ora conservati al Castello Sforzesco di Milano, con le loro descrizioni. 

Ripropongo ora, come immagine significativa, quella di aprile, dove il mese è personificato da un giovane con una corona di rose collocato su un piedistallo, mentre ai suoi piedi il verde dell'erba di riempie non solo di fiori di campo (primule, campanule, violette), ma anche di leprotti e di conigli da sempre simbolo di fecondità. 
Ai lati, contadini, ma anche dame e gentiluomini portano vassoi pieni di fiori. 
Una scena piena di dolcezza che spero porti bene per un nuovo anno dove, al posto degli insulti e del rancore, predominino gentilezza ed educazione.

Intanto, visto che siamo già alla vigilia, tanti auguri a tutti di un felice Natale!





domenica 23 dicembre 2018

Calendari, lunari, almanacchi…(3)




Il terzo calendario che ho scelto per il mio blog ci trasporta in pieno Medioevo, nel XIII secolo, quando il tempo di Dio era scandito dalle campane delle chiese e dalle feste liturgiche e quello degli uomini dalle stagioni e dagli antichi ritmi delle coltivazioni.  
I portali delle cattedrali, come delle umili chiese di campagna, vengono decorati allora con straordinari calendari scolpiti con le raffigurazioni dei mesi. 
Le immagini che ho scelto, alternando il Ciclo dei mesi della cattedrale di Ferrara (ora conservate al Museo della cattedrale) con quello della pieve di santa Maria Assunta ad Arezzo, le troverete tutte seguendo QUESTO LINK. 

La scena più rappresentativa che ripropongo ora è quella del mese di Settembre del Ciclo di Ferrara con il contadino che sta vendemmiando grappoli d’uva ormai pieni e maturi per depositarli nel grande cesto di vimini posto ai suoi piedi, con l’augurio di un prossimo anno di lieta abbondanza di frutti (e perché no?) di idee.







sabato 22 dicembre 2018

Calendari, lunari, almanacchi... (2)




Col secondo calendario che ho pubblicato in questo blog nel 2013 si fa ancora un viaggio a ritroso nel tempo, incontrando, a fine Trecento, gli affreschi con il ciclo dei mesi eseguiti da Maestro Venceslao per il principe vescovo Giorgio di Liechtenstein nella sala della Torre Aquila nel castello del Buonconsiglio di Trento. 
Troverete il resto di queste splendide immagini con le loro descrizioni seguendo QUESTO LINK. 
Intanto ho scelto, come scena più rappresentativa, quella del mese di gennaio con la battaglia a palle di neve che oppone nobili signori riccamente abbigliati sullo sfondo del castello trentino di Stenico in un paesaggio gelido che ci insegna a godere dei piaceri quotidiani anche nei giorni più freddi dell'inverno.






venerdì 21 dicembre 2018

Calendari, lunari, almanacchi... (1)




Manca appena una decina di giorni all'inizio dell’anno nuovo.
Tempo di bilanci? No, direi piuttosto, tempo di ricordi. Tanto che ho deciso di ripercorrere, i calendari che ho scelto di pubblicare dal 2012 su questo blog e le cui immagini mi (e ci) hanno accompagnato mese dopo mese. 

Allora, facendo un salto indietro di sei anni, il primo (e forse il più bello) è quello che illustra lo straordinario libro d’ore creato ai primi del Quattrocento dai fratelli Jean, Herman e Paul de Limbourg, maestri riconosciuti della miniatura fiamminga, e dai loro collaboratori per il duca Jean de Berry. 

Troverete le dodici immagini dei mesi, più quella dello zodiaco, con le loro descrizioni precise sotto QUESTO LINK
Per non ripubblicarle tutte, oggi ho scelto di rivedere insieme a voi quella della gioiosa e aristocratica cavalcata che festeggia la primavera nel mese di maggio 
Mi sembra che non solo rappresenti al meglio il gusto raffinato e prezioso che caratterizza tutte le scene del manoscritto, ma anche (il che non guasta) possa essere di buon augurio per un anno nuovo pieno di luce.








sabato 1 dicembre 2018

Il ciclo dei mesi del Duomo di Otranto: dicembre





Ultimo mese di un anno che sembra cominciato appena ieri e ultimo foglio del calendario che ho scelto per il mio blog in questo 2018: il ciclo dei mesi inserito nella lussureggiante decorazione a mosaico del pavimento del duomo di Otranto, creato dal monaco Pantaleone tra il 1163 e il 1165 su commissione dell’allora vescovo della città.


Come in molti calendari medioevali dicembre si presenta sotto l'aspetto truce di un contadino o, forse, di uno di quei norcini che al tempo percorrevano le campagne, offrendo i loro servizi: l'uomo è raffigurato con una corta tunica svolazzante nel momento in cui, a gambe divaricate per darsi maggior forza, sta vibrando un letale colpo di coltello alla gola del maiale selvatico che tiene fermo con la mano sinistra.
Accanto, sulla destra, un altro maiale sta aspettando il suo turno.

Una scena questa che forse turba la nostra fin troppo delicata sensibilità moderna, ma che all'epoca, non era considerata come un atto di violenza, ma, anzi, come una festa, una sorta di rito collettivo, a cui partecipavano tutti.
L’uccisione del maiale era, infatti, uno degli eventi più importanti, visto che la morte dell’animale assicurava provviste per tutto l’inverno e la possibilità di sfuggire alla fame nel periodo più duro dell'anno. 
La scena è sovrastata dal Sagittario, segno astrologico che presiede al periodo.


Con questa immagine si chiude il calendario del 2018: l'anno prossimo altre rappresentazioni e altre opere ci accompagneranno nel trascorrere dei mesi.





giovedì 1 novembre 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: novembre




 "O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita mia. Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale, la mano di tarocchi che non sai mai giocare...": cantava Francesco Guccini. 
Nella sua "Canzone dei dodici mesi" novembre era il mese triste dei morti: "Cala novembre e le inquietanti nebbie gravi coprono gli orti, lungo i giardini consacrati al pianto si festeggiano i morti..".
Nel calendario di quasi nove secoli fa  che ho scelto quest'anno per il mio blog, il ciclo dei mesi inserito nella decorazione a mosaico del Duomo di Otranto creata dal monaco Pantaleone tra il 1163 e il 1165, Novembre si presenta, invece, sotto tutt'altro aspetto



Qui il mese è rappresentato come un contadino in piena attività. 
Sotto l'immagine del segno zodiacale del periodo, lo Scorpione, e la scritta "November", un giovane uomo sta spargendo i semi che tiene raccolti nella tunica di cui sorregge un lembo.
Nel calendario dei lavori agricoli questo è uno dei momenti più importanti dell'anno: alla semina, infatti, è affidata tutta la speranza di  un futuro senza lo spettro della carestia e della fame e di attraversare con più tranquillità il periodo più cupo dell'inverno.
Per questo il contadino si è circondato di tutti gli oggetti che gli consentiranno di difendersi dal freddo quando dovrà rifugiarsi in casa per sfuggire all'inclemenza del tempo.
Accanto a lui ha un'ascia con cui spaccare la legna per riscaldarsi e, insieme  al corno da cui bere acqua fresca, si è procurato anche  un barilotto di vino. 
Per mangiare non c'è problema: bastano un prosciutto e  quello che sembra un tarallo di pane.
Un Novembre, insomma, tranquillo e ottimista che ci insegna come,  ben riforniti, si possa superare la cattiva stagione e aspettare con serenità il nuovo raccolto della primavera.







lunedì 1 ottobre 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: ottobre




Il tempo corre davvero veloce, tanto che quasi senza accorgermene, sommersa da tanti eventi, sono arrivata al primo di ottobre. 
Anche se sono in vacanza in montagna e il clima assolato consente giorni interi di passeggiate, non posso sfuggire all'impegno di guardare insieme cosa ci riserva l'immagine del decimo mese dell'anno nel calendario che ho scelto per quest'anno: la raffigurazione del ciclo dei mesi inserita nella decorazione a mosaico del pavimento del Duomo di Otranto creato tra il 1163 e il 1165 dal monaco Pantaleone per l'allora vescovo della città.
Ed ecco quindi come appare l'ottobre di quasi nove secoli fa:



Sotto una grande bilancia che simboleggia il segno zodiacale del periodo e la scritta "Octo/ber" il mese è raffigurato come un contadino intento ad arare.
A piedi nudi, ma con una tunica pesante e un cappello in testa, guida i due buoi  che, aggiogati, tirano il grande aratro.
Un lavoro duro e pesante, ma necessario per predisporre il terreno alla semina.
Il mese si apre, dunque, con una rappresentazione della fatica dei campi, che però ci restituisce anche il senso della speranza nel futuro raccolto: l’immagne giusta per accompagnare il momento di passaggio tra l’estate, la stagione per antonomasia delle vacanze e della spensieratezza  e gli impegni dell’autunno.






sabato 1 settembre 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: settembre




L'estate sta finendo come affermava il titolo di una canzone di qualche anno fa. Settembre è alle porte, ma di certo non può iniziare se non scoprendo l'immagine del calendario che ho scelto per quest'anno: il ciclo dei mesi inserito nella decorazione a mosaico del pavimento  del Duomo di Otranto creato tra il 1163 e il 1165 dal monaco Pantaleo per l'allora vescovo della città.
Ed ecco allora  come si presentava quasi nove secoli fa il mese di settembre:




Ancora una volta, come nella rappresentazione di Agosto, l’attività dei campi scelta per illustrare questo momento dell'anno è quella della vendemmia. 
A destra compare il segno zodiacale del mese, la Vergine, rappresentata come una giovane donna con i capelli raccolti in una treccia e una spiga di grano nella mano destra.

Sotto la scritta Sep/te[m]/ber che identifica il mese è, invece, raffigurato un contadino che, con un cappello in testa e una corta tunica sta pigiando, a piedi nudi, i grappoli d’uva appena raccolti in un grande tino.
Nelle mani tiene due bastoni con cui si aiuta nella pigiatura: intanto il mosto defluisce in un recipiente più piccolo attraverso uno scolo laterale.
Una scena movimentata e piena di vitalità che ben rappresenta il periodo dell'attività dopo il riposo estivo  e che, con la fragranza del profumo del mosto, ci introduce alla dolcezza dell'autunno.





mercoledì 1 agosto 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: agosto




Solleone, canicola, giorni di caldo torrido, il periodo più adatto al riposo o alle ferie al mare o in montagna. 
Ma oggi è il primo agosto e di certo non si può iniziare il mese senza sfogliare il calendario di quasi nove secoli fa che ho scelto quest'anno per il mio blog: il ciclo dei mesi che fa parte della decorazione a mosaico del pavimento del Duomo di Otranto creato tra il 1163 e il 1165 dal monaco Pantaleo, su commissione dell'allora vescovo della città.
E, allora, vediamo subito come compare qui l'ottavo mese dell'anno:



Sotto il segno astrologico del leone, anzi di una leonessa macilenta, ovviamente senza criniera e dall'aria del tutto addomesticata, Agosto si presenta come un  contadino che,  con un cappelluccio triangolare in testa e una corta tunica, sta vendemmiando. 
In anticipo, dunque, sui lavori della campagna che normalmente - a meno di un’estate calda come questa- occupano i due mesi successivi.

Con la mano destra regge un coltello, con cui taglia i grappoli, mentre con la sinistra tiene un tralcio di vite.
Intanto, col piede sinistro pigia l'uva già tagliata nel piccolo tino posato più in basso. 
Insomma un Agosto in piena attività che, nel culmine dell'estate, prefigura già i giorni più operosi dell'autunno.



domenica 1 luglio 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: luglio




Chissà cosa starà facendo Luglio, il mese del caldo e della pienezza dell'estate, nel calendario vecchio di quasi nove secoli che ho scelto quest'anno per il mio blog: il ciclo dei Mesi raffigurato nel pavimento a mosaico creato tra il 1163 e il 1165 dal monaco Pantaleo per la cattedrale di Otranto.
Qui ogni mese è rappresentato dall'attività agricola tipica della stagione.
Allora (come ora) niente vacanze estive per i contadini: sotto il segno astrologico del Cancro e la scritta IULIUS che lo identifica, Luglio è occupato in uno dei lavori piu faticosi dell'anno, la trebbiatura. 




Al centro della scena, a torso nudo, sotto la sferza implacabile del sole, Luglio batte il grano, sollevando con forza il correggiato, lo strumento tipico della battitura composto da due bastoni di legno uniti da una correggia di cuoio. 
È raffigurato, con grande precisione, mentre impugna il correggiato dalla parte dell'asta più lunga  e fa ruotare in aria quella più corta e pesante, prima di farla ricadere sui covoni. 
Accanto, compaiono altri due attrezzi tipici della trebbiatura, la pala e il forcone che saranno usati successivamente, quando arriverà il momento di dividere i chicchi di grano dalla paglia e dalla pula.
Prima dell'introduzione delle macchine agricole, la trebbiatura si consuma tra la fatica degli uomini che lavorano senza sosta nei campi e la gioia di chi già imagina il tempo in cui il grano si trasformerà in farina e in pane. 
Quel pane che rappresenta il cibo quotidiano e che allontana nei pensieri di tutti la paura della carestia e della fame. 




venerdì 1 giugno 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: giugno




Senza nemmeno accorgersene siamo arrivati alla metà dell’anno: siamo al primo di giugno  e, come sempre, sono pronta a vedere cosa ci riserva l'immagine del mese elaborata tra il 1163 e il 1165 dal monaco Pantaleone, su commissione dell'allora vescovo della città, per il Ciclo dei mesi raffigurato a mosaico nel pavimento del Duomo di Otranto.
Dopo Maggio, rappresentato come un re, si torna a una scena più tradizionale tratta da quei lavori agricoli che, con il loro ritmo sempre uguale, segnavano per gli uomini dell'epoca il passare delle stagioni.
Ed ecco allora come si presenta giugno:




L'astrologia collega giugno al segno dei Gemelli che in effetti compare qui raffigurato da due bambini che, anziché tenersi per mano come nelle rappresentazioni tradizionali, sembrano raggelati nella posa di un balletto.
La scritta "IUNI" identifica il mese come un contadino che, indossando una corta tunica e un cappelluccio a punta per difendersi dal sole, sta mietendo il grano con la falce, attento a tagliare le spighe abbastanza in alto in modo da lasciare più stoppie possibile per il pascolo degli animali. 
A terra, davanti a sé, ha già ammucchiato due fasci di spighe.
La mietitura, al tempo, è l'attività principale dell'anno, non solo perché il pane è alimento indispensabile alle mense dei ricchi e dei poveri, ma anche per le sue implicazioni religiose in connessione con il sacramento dell'Eucarestia ed ha per tutti una valenza quasi sacra. 
Le spighe di grano, stilizzate al centro della scena, simboleggiano anche l’abbondanza.
Non stupisce dunque che proprio questo lavoro dei campi sia stato scelto per la raffigurazione di un mese in cui la luce raggiunge il suo culmine con il tempo del solstizio e che sembra aprirsi sotto il segno dell’ottimismo. Speriamo che anche oggi sia così.









martedì 1 maggio 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: maggio



Giornate piene di luce, la stagione in pieno rigoglio: com'è bello il mese di maggio! Così bello che nel ciclo dei Mesi che orna il pavimento del Duomo di Otranto è raffigurato come un re, il re dei mesi.
Il monaco Pantaleone che, tra il 1163 e il 1165, realizzò il grande mosaico su commissione dell'allora arcivescovo della città, ce lo presenta così:




Sotto il segno astrologico del toro e accompagnato dalla scritta Madii che lo identifica, Maggio si presenta come un giovane uomo in piedi, vestito di una lunga tunica  riccamente decorata, mentre regge con entrambe le mani, quasi fossero scettri, i rami fioriti del grande albero della vita che scandisce tutte le scene del mosaico del pavimento. 
Dietro di lui si intravede un trono simile a quello su cui siede Alessandro Magno, rappresentato nello stesso ciclo.
Insomma, i segni della regalità ci sono tutti: per questa volta non c'è alcun legame tra la raffigurazione del mese e la dura attività dei campi che si svolgeva nello stesso periodo dell'anno. 
Il re Maggio, libero da ogni fatica, celebra finalmente il trionfo della primavera






domenica 1 aprile 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: aprile


Il tempo corre davvero (troppo) veloce: siamo già arrivati al primo d'aprile, che quest'anno coincide con la Pasqua, e siamo pronti a vedere cosa ci riserva  questo bellissimo mese nel calendario che ho scelto per quest'anno nel mio blog.
In quella sorta di labirinto affollato di raffigurazioni che costituisce il mosaico pavimentale della cattedrale di Santa Maria Assunta a Otranto, realizzato dal monaco Pantaleone tra il 1163 e il 1165 su commissione dell'allora Arcivescovo della città, il mese di aprile si presenta così: 




Sotto il segno astrologico dell'Ariete e la scritta che lo identifica, il Mese è rappresentato come un giovane pastore  che, con un bastone in mano, conduce al pascolo  gli animali, identificabili- con un pizzico di fantasia- con una mucca, una pecora e un cavallo. 
La corta tunica e l'assenza di berretto fanno capire che il tempo è cambiato e che già c'è nell'aria il tepore della primavera.
Non so se sia la suggestione dei piccoli animali allineati come fossero giocattoli, delle scarpette a punta, della posa, o dell’espressione che accenna a un sorriso, ma mi sembra di cogliere in questa rappresentazione una certa allegria. 
Un sentimento gioioso che ben si accorda col mese di aprile, il cui nome deriverebbe dal verbo latino aperire (aprire) e che segna la fine dei rigori invernali e l'apertura al rigoglio della bella stagione.






giovedì 1 marzo 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: marzo




Marzo- si sa- ha la fama di essere un po' pazzerello: il sole si alterna alla pioggia, a volte fa caldo, a volte fa freddo, il clima è imprevedibile. 
E imprevedibili sono anche le rappresentazioni del Mese nei Calendari medioevali. 
Ne è un esempio quella del calendario che ho scelto per quest'anno: il Ciclo dei Mesi realizzato dal monaco Pantaleone tra il 1163 e il 1165, su commissione dell'allora Arcivescovo della città, per quel meraviglioso tappeto marmoreo che costituisce il pavimento della cattedrale di Santa Maria Assunta a Otranto.




Entro una cornice circolare in cui si intrecciano i rami e le foglie dell'Albero della vita, da cui si dipanano tutte le rappresentazioni, compare la personificazione di Marzo, identificata dalla scritta "Martius" e sormontato dal segno astrologico che presiede al mese: quello dei Pesci. 
E fin qui tutto rientra nei canoni della rappresentazione tradizionale. 
La novità sta nel fatto che non c'è alcuna raffigurazione dell'attività agricola legata al mese, in genere quella della legatura e della potatura delle viti, e nemmeno quella di Marzo come un suonatore di corno, simbolo di Eolo il re dei venti e delle burrasche primaverili.
Qui, invece, il protagonista della scena è un giovane uomo nudo, seduto su uno sgabello che sembra si stia detergendo i piedi con un apposito strumento. 
La posa richiama quella di una scultura classica che doveva essere nota anche all'epoca: quella dello "Spinario" (una versione in bronzo è visibile ancora oggi ai Musei Capitolini di Roma) con un giovane che si toglie una spina dalla pianta di un piede. 
L'adolescente della scultura classica si trasforma però in un contadino che si pulisce i piedi affaticati dopo aver ripreso, o, chissà, prima di riprendere il lavoro nei campi. 
Forse una sorta di purificazione per propiziare il nuovo raccolto.
Marzo si apre, dunque, con una rappresentazione che conserva un pizzico di mistero e che ben si adatta al periodo in cui si comincia a sentire nell'aria il tepore della primavera.









giovedì 1 febbraio 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: febbraio



Come sarà rappresentato il mese di febbraio in quello straordinario insieme di simboli, di storie sacre o di animali fantastici che costituisce il pavimento marmoreo della cattedrale di santa Maria Assunta a Otranto?
Oggi, che è il primo del mese, è arrivato il momento scoprirlo: e, allora, ecco qua che sorpresa ci riserva il Febbraio del Ciclo dei Mesi realizzato dal monaco Pantaleone tra il 1163 e il 1165 su commissione dell'allora Arcivescovo della città.


Protagonista della scena è una donna, abbigliata con una lunga tunica a maniche lunghe e con un paio di eleganti scarpette a punta, intenta alla preparazione di un pasto. Un paiolo pende dal gancio di fronte a lei, mentre un maiale gira infilzato sullo spiedo.
Il freddo dell'inverno si fa sentire: i contadini, uomini e donne che normalmente si occupano insieme del duro lavoro dei campi, non sono in grado di compiere alcuna attività nella campagna gelata e possono rimanere a casa per scaldarsi al fuoco nel chiuso delle stanze.  
Il segno zodiacale dell'Acquario, è rappresentato come una figura maschile alata che versa l’acqua da un’anfora, tra le lettere del nome del mese abbreviato: Fe/br.
Un momento di interruzione dalla fatica, il caldo del fuoco, cibo pronto e abbondante: tutti gli elementi di una rappresentazione rassicurante per chi, all'epoca, temeva i rigori dell'inverno e i morsi della fame. 
L'immagine migliore per invitare a una pausa e ad attendere serenamente la bella stagione.






martedì 2 gennaio 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: gennaio




Miniature, arazzi, vetrate, sculture, affreschi, perfino stampe giapponesi: non si può dire che finora il calendario del mio blog non abbia spaziato attraverso tecniche, epoche e artisti diversi.
E quest'anno?
Per il 2018 ho in serbo un'altra sorpresa.

Stavolta per cercare le immagini adatte mi sono spinta indietro nel tempo fino ad arrivare a nove secoli fa, quando fu eseguito il pavimento della cattedrale di santa Maria Assunta a Otranto.
Il grande mosaico in tessere policrome di calcare locale  arricchite di inserti in pasta vitrea, è opera di un artista che si firma come "presbiter Pantaleone", probabilmente un monaco basiliano della vicina abbazia di san Nicola di Casole, che lo realizza tra il 1163 e il 1165 su commissione dell'allora Arcivescovo della città.


La raffigurazione dei Mesi occupa solo una piccola parte dello straordinario pavimento che rappresenta una vera e propria summa della cultura medioevale.
Da un gigantesco Albero della vita che copre la navata centrale, l'abside e le due ali del transetto, si dipana una sorta di storia dell’umanità: con i Vizi e le Virtù, gli episodi dell'Antico testamento con Adamo ed Eva, Caino e Abele, il Diluvio universale, la superba torre di Babele, fino ad arrivare ai flutti che inghiottono Giona e culminare nel Giudizio Universale.

I rami e le foglie dell'albero, che sembrano avvolgere ogni figura, sono intrecciati e arricchiti da un brulicare di  rappresentazioni di animali reali e fantastici, tratti dai favolosi repertori dei "Bestiari": non solo leoni ed elefanti ma anche draghi, grifoni, sirene e perfino un unicorno. 
Anche i cicli cavallereschi hanno il loro spazio con re Artù, mentre le leggende e i miti sono rappresentati dalla scena di Alessandro Magno che ascende al cielo sopra due grifoni.

Insomma, racconti e personaggi formano un insieme indistricabile, un labirinto in cui ci si potrebbe perdere, ma che, invece, dà forma a un itinerario fantastico e ancora in parte da interpretare nell'immaginario sacro e profano del Medioevo che conduce a un percorso teologico improntato sulla salvezza, dal peccato originale fino alla redenzione.
In questa opera enciclopedica il Ciclo dei Mesi, con le attività agricole proprie di ogni periodo dell'anno, raffigurato entro dodici cornici circolari di uguale diametro, è collocato nella navata dopo le scene della Genesi, probabilmente con l'intento simbolico di mostrare il lavoro dei campi come conseguenza, ma anche come riscatto dal peccato.

Ed ecco dunque come si presenta il mese di gennaio di questo meraviglioso tappeto di marmo



Nessuna immagine mitologica di Giano bifronte, il dio tradizionalmente legato al mese, da cui gennaio trae il nome, ma solo un contadino, abbigliato con una lunga tunica e un cappello. 
Seduto su uno sgabello, nell'unico momento dell’anno in cui il gelo non consente il lavoro dei campi, può restare a casa, cercando conforto dal freddo dell'inverno e scaldandosi le mani vicino al fuoco. 
Sopra di lui, il simbolo zodiacale del Capricorno, il segno governato da Saturno che inizia col solstizio d’inverno, rappresentato come un docile caprone accovacciato.
Metafora della fine di un ciclo e dell'inizio di uno nuovo, questa immagine di tanti secoli fa sembra trasmetterci un senso di quiete e di speranza e perciò mi è parsa la più adatta per augurare a tutti un 2018 pieno di dolcezza e di serenità.