mercoledì 19 dicembre 2012

Il circo di Alexander Calder: tra leggerezza e ironia




"Mobile in alto/ stabile in basso/così è la Torrer Eiffel./ Calder è come lei/ ...Ingegnere ilare/ architetto inquietante/ scultore del tempo./ Così è Calder" (Jacques Prévert)



Come sempre, alla televisione, intorno a Natale, imperversano le trasmissioni sul circo. Piace a grandi e a bambini, rende più magica l’atmosfera delle feste: si dice. 
E allora mi adeguo anch'io e, visto che siamo all'inizio delle vacanze natalizie, parlo di un circo. Un circo speciale, però, con cui divertirsi, senza il disagio di vedere fieri animali compiere esercizi avvilenti. 
Eccolo qua:


Qui si respira ironia e leggerezza. 
Perché questo è il circo di un grande artista, Alexander Calder (1898-1976), un caposcuola dell'arte del Novecento, che ha rivoluzionato l'idea stessa di scultura, con i suoi ritratti in fil di ferro o i suoi "mobiles", capaci di muoversi al minimo soffio di vento (QUI è un link) 

Siamo a Parigi nel 1926 e Calder è appena arrivato dagli Stati Uniti; ha ventott'anni e proviene da una sofisticata famiglia di artisti.  
Bricoleur nato, ha scelto di laurearsi in ingegneria: i meccanismi che regolano il movimento lo hanno affascinato fin da piccolo. 
Solo più tardi si è iscritto all'Accademia d'arte e ha cominciato a lavorare, a New York, come illustratore di eventi mondani e sportivi; per qualche tempo ha curato le illustrazioni del circo Barnum, dove ha seguito con attenzione e coinvolgimento tutti gli spettacoli. 

Da sempre il circo è la sua passione. Per divertirsi, ha cominciato a fabbricarsene uno, tutto per se. 
Ci sono voluti due anni, una grande abilità manuale e, soprattutto, fantasia e pazienza, prima di completare il tendone, la pista e tutti i personaggi: acrobati, funamboli, clown, domatori, cavalli, elefanti, leoni e ballerine. 
Più di duecento figurine: una settantina tra persone e animali, novanta accessori (tende gabbie, trapezi, reti...) e più di trenta strumenti musicali. 

Ha realizzato tutte le sculture in materiali di recupero: legno, fil di ferro, bottoni, carta, tappi di bottiglia, spago, barattoli di latta, stracci. 
E tutte si possono muovere. 
Non è stato facile: in un libro delizioso riassunto QUI spiega come abbia fatto.

Ha cominciato a lavorare al suo circo in America e lo ha finito a Parigi e ora, nel suo atelier di Montparnasse, lo spettacolo è pronto a iniziare.
Grazie alle fotografie, possiamo immaginarcelo, robusto, capelli e baffi neri, in maglietta e salopette, mentre, inginocchiato sul pavimento, prepara i due metri di pista in panno rosso e alza il tendone. 
Dalle cinque valigie, che si porta sempre dietro, estrae, mano a mano, tutti i suoi artisti in miniatura, e mette sul grammofono un’allegra marcetta.
Gli basta pronunciare, col megafono, la formula di rito: "Signori e signori, lo spettacolo ha inizio" perché  il piccolo mondo magico prenda vita.
È lui che interpreta  tutte le parti, cambia tono di voce dal basso al falsetto e commenta lo spettacolo come un provetto imbonitore. 
Soprattutto, da burattinaio esperto, muove i sofisticati meccanismi che azionano i piccoli ingranaggi e, per tre quarti d'ora, manipola i fili, le leve e le molle dei suoi attori. 
E li fa muovere tutti, scandendo, col fischetto, il susseguirsi dei numeri.

Ecco che il cavallo trotta, i trapezisti volano sulle corde, il leone, un po' mesto, ruggisce, i clown fanno divertire e il cane ammaestrato salta a comando. 
Lo spettacolo, che sembra improvvisato, è studiato in ogni minimo dettaglio, perfino negli inconvenienti o negli infortuni. Gli animali sporcano la pista con i loro bisogni e, subito, Calder si affretta a pulire.
Il lanciatore di coltelli, forse per l’emozione, trafigge la sfortunata partner e i piccoli efficenti barellieri intervengono immediatamente a portarla via. 

Intanto, in pista entrano gli elefanti e, perfino, un cow boy che sembra uscito dritto dritto dallo show western di Buffalo Bill. 
La ballerina, la sexy Fanni, turba i pensieri degli spettatori con la sua danza del ventre. 
Insomma in questo "circo Barnum dei lilipuziani", com’è stato definito, non manca nulla, nemmeno un cartellone pubblicitario a grandi lettere dorate.

Fin dall’inizio è un trionfo. 
A richiesta, si replica più e più volte. 
"Le cirque" diventa rapidamente per Calder una specie di biglietto da visita e i suoi piccoli circensi un'attrazione irresistibile. 
Lo vogliono vedere tutti: per entrare nel suo studio, si fa la fila. 
Artisti come Mirò, Legér, Duchamp, Mondrian, Man Ray, sono spettatori entusiasti. 

Un giornale dell’epoca scrive che "gli spettacoli del circo Calder, accompagnati dai suoi commenti divertenti, lo hanno reso, improvvisamente, popolare. 
Ormai è noto come il re del fil di ferro e dello spago".
L’esperienza sarà fondamentale per la sua carriera, un vero e proprio laboratorio nel quale esplorare tutte le idee della sua arte futura: amore per il movimento, colori puri, forme basilari, gusto del gioco e della leggerezza, uniti a una grande precisione tecnologica.
Calder, mai stanco di aggiungere nuovi personaggi, lavorerà  al circo, per tutta la  vita, trasportandolo, con le sue valigie, dalla Francia agli Stati Uniti. 
Lo scrittore Thomas Wolfe, che lo ha visto esibirsi a una festa, lo descriverà, divertito, in uno dei suoi romanzi.
Ma, ovviamente, i racconti e le fotografie non sono sufficienti: il circo- si sa- bisogna vederlo.


Ed ecco che, in un filmato del 1955 "Le grand cirque, 1927" di Jean Painlevé, Calder, invecchiato e già artista famoso, si esibisce per noi, col suo insieme di grazia, leggerezza e allegria. 
Non ci resta che metterci comodi, aspettando che, ancora una volta, il banditore dia inizio allo spettacolo.

E che la magia cominci:





Un filmato più lungo fu realizzato nel 1961 da Carlos Vilardebo: lo trovate QUI e QUI.
Il circo Calder è oggi conservato al Whitney Museum di New York.



27 commenti:

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  2. l'ho visto al Whitney!
    (ho cancellato il commento precedente solo per un errore di battitura)

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    1. Un altro motivo( per me) per andare a New Yok, ma prima ti chiederò dei consigli per la visita.

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  3. Ero convinta che il palloncino sarebbe stato fatto scoppiare dalla filoforme ed algida donna ed invece... La genialità è sempre tremendamente sorprendente:)
    Bellissimo! Non lo conoscevo.
    Grazie per i links. Li vedrò con calma ( ma ho già spiato )

    p.s.
    MCM,Calder( ho spiato le sue opere ) tra Mirò e Munari...

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    1. Anche l'imprevedibilità è un segno del genio.
      È un idea ludica, divertente dell'arte che accomuna i tre MCM. In un sito francese ho trovato un kit Calder ( come farsi in casa uno dei suoi mobiles) che sembra una delle invenzioni di Munari.Se ci aggiungi una tela e un colore acceso di fondo ecco che si trasforma in un Miró.

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  4. Sìì, che bello, l'ho visto! E mi sono persa a guardare il film. Meraviglioso.

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    1. il video è davvero straordinario e Calder ne esce fuori come il grande personaggio che è stato.Nel filmato di Vilardebo con quella camicia rosso acceso ha l'aria di divertirsi alla grande. E noi con lui...

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  5. Tutto bellissimo,
    ma c'è anche un calder artista che nel30 conobbe mondrian
    e si convertì all'astrattismo proprio nel segno della continuità
    di cogliere l'essenza delle cose.
    Grazie e...ricordati di "Storie d'arte"

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    1. Hai proprio ragione, Massimo, lui stesso racconta che la visita all'atelier di Mondrian cambiò il suo modo di vedere l'arte.
      Per " Storie d'arte" sto aspettando l'ispirazione....Speriamo

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  6. notevole.. non lo conoscevo

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    1. L'ho scoperto anch'io da poco, mentre stavo cercando il suo ritratto in fil di ferro di Josephine Backer( che è stupendo e a cui varrebbe la pena di dedicare un altro post) È stato allora che ho trovato le fotografie di Calder e del suo circo. Da lì ai video il passo è stato breve..

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  7. Più che le meravigliose miniature, mi incanta la grazia e la serietà con cui "gioca" questo vecchio bambino. Che meraviglia poter mantenere, sempre, questa voglia di divertirsi.
    Saluti affettuosi

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    1. Sì, solo i bambini e gli artisti sanno che il gioco è una cosa seria! E, comunque, in ogni sua opera Calder mantiene intatta la sua leggerezza e la sua voglia di lasciarsi andare alla magia.

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  8. Grazie, è affascinante. Concordo con Duck sulla serietà e l'attento impegno con cui gioca Calder.
    Avevo un suo poster tanti anni fa, c'era un sole rosso con scritto: Our unfinished revolution. Una frase che definirei immortale.

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    1. "Our unfinisched revolution" : straordinario! Mi verrebbe voglia di scriverlo su una parete di casa:-)

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  9. Mooooolto meglio di quelli della TV, ça va sans dire...

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  10. Grande artequella di Calder.
    Buon Natale,Costantino.

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  11. Che bello! Pochi artisti hanno praticato l'ironia. forse Calder ha fatto proprio dell'ironia il suo tema principale, rivoluzionando il concetto stesso di scultura. Probabilmente la sua origine americana l'ha reso libero da strutture che in Europa erano principi difficilmente discutibili(e forse principi nemmeno distinguibili). Quindi grazie alla sua opera ha regalato occhi nuovi per osare, per pensare ad una statua mobile e leggera che è appesa ... (ma quanto è pazzesco pensare a questa cosa!)
    Calder con i suoi mobile (brivido)... dalla mostra alla Bayeler di Basilea ("Mirò e Calder" e c'erano i personaggi del circo) di 9 anni fa, alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia ... un maestro di ironia.
    ...un grande precursore!
    Grazie e auguri di buone feste.

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    1. Quando ho visto i mobiles di Calder per la prima volta sono rimasta incantata: non sapevo nemmeno perché, non ne riconoscevo la portata rivoluzionaria, ma quelle sculture lievi mi affascinavano. E ancora, a tanti anni di distanza, la magia è rimasta intatta.
      Grazie tante a te e ricambio gli auguri, di tutto cuore.

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  12. Devo assolutamente farlo vedere al mio nipotino. Gli piacerà tantissimo!
    Ti abbraccio e ti auguro di cuore di trascorrere lieti giorni di Festa, ovunque tu sia.
    Cinzia

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    1. Credo anch'io che a tuo nipotino piacerà tantissimo! Tanti carissimi auguri anche a te e alla tua famiglia. Un abbraccio grande

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  13. Geniale! Auguri a te e ai tuoi cari, Grazia!

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    1. Tanti affettuosi auguri anche a te Adriano, e buonissime feste!

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  14. Ciao Grazia! Tantissimi auguri di giorni belli.
    L'idea di una tua pubblicazione di "Storie d'Arte" la trovo perfetta e acquisterei subito un tuo volume (o più volumi) da tenere sul comodino.
    Un abbraccio
    Nou


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  15. Ti ringrazio tanto, Nou, per le tue parole e per gli auguri che ricambio di cuore. Quanto alla pubblicazione, chissà, forse quando andrò in pensione (e, con i tempi che corrono mi sa che dovrò aspettare a lungo!) :-)

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