venerdì 14 gennaio 2011

La Calliope di Cosmè Tura.




"E di Cosmè Tura quando parli?"
Mi hanno chiesto  gli amici che sanno della mia passione per questo pittore bizzarro, anomalo e difficile, soprattutto per una toscana come me, più avvezza alla chiarezza razionale del Rinascimento fiorentino che alle bizzarrie stilistiche della pittura ferrarese.
Ma la vita-  si sa- ci cambia. 
E per fortuna!
Quando sono arrivata a Ferrara, la prima scoperta è stata la città- bellissima- subito dopo la pittura di Cosimo (Cosmè alla ferrarese) Tura (1433 ca.-1495).
Per amarlo, forse, non è necessario, ma per capirlo bisogna ritornare in quel mondo straordinario e magnifico che fu la corte degli Este.


C.Tura, Calliope, Londra National Gallery


Sullo sfondo di un cielo azzurro e di un paesaggio lontano una donna elegantissima, con una veste nera, maniche in broccato e un manto rosso-violaceo foderato in  verde, i capelli sciolti e un rametto di ciliegio in mano, è seduta su un sontuoso trono marmoreo, ornato in alto da un festone di cristalli di rocca e di coralli. 
Ai lati del trono delfini dorati dai denti aguzzi e dagli occhi di rubino, formano, con le pinne attorcigliate, complicate decorazioni.

Chi è? Cosa rappresenta? 
Difficile a dirsi. 
È probabilmente una delle nove Muse (forse Calliope, la musa della poesia epica) dipinte per un luogo mitico del Rinascimento: lo studiolo di Leonello d'Este nel palazzo di Belfiore a Ferrara, un luogo prezioso, destinato a dimostrare ai cortigiani e ai visitatori la cultura raffinata del principe. 
Per decorarlo l'umanista Guarino Veronese, precettore di Leonello, aveva riscoperto nei testi classici un soggetto fino ad allora mai trattato, quello delle Muse.
Il palazzo ora è scomparso e le Muse disperse in vari musei europei.

Cosmè Tura fu pittore della corte estense: a partire dalla metà del Quattrocento, pagato con uno stipendio modesto ma sicuro, eseguì pitture, decorazioni per mobili, stendardi, disegni per arazzi, gioielli. 
Gli Este erano– e si sentivano- una delle famiglia più aristocratiche d’Italia, la loro corte una delle più antiche. 
Le passioni dominanti erano l'astrologia, la moda, la musica; credevano negli influssi degli astri e delle pietre preziose. 
L'arte elaborata per loro era un’arte elegantissima, difficile, ricca di motivi che non potevano e non dovevano essere compresi se non dai felici pochi, dagli happy few, che potevano avere accesso alle stanze segrete dei loro palazzi, delle" delizie" che costruivano in città e nel territorio.

La Musa di Cosmè Tura è così: astratta e preziosa. 
Come ha scritto un grande storico dell'arte, Roberto Longhi, sembra avere "una natura stalagmitica", appartenere a "un'umanità  di smalto e di avorio e con giunture di cristalli".
Con i suoi simboli ancora da decifrare (i delfini dorati, i rubini, i coralli), rimanda alla raffinatezza e alla complessità del mondo di una corte.
Sa evocare e suggerire, ma non si svela.
Il suo significato rimane oscuro, in ombra.

Per me questa figura misteriosa e ammaliante continua ad avere il fascino di una maga, di un'incantatrice distante ed enigmatica, capace di trasformare in metalli e pietre preziose la fluida materia degli esseri viventi.






Forse questa può essere la musica che l'accompagna. Michael Nyman, Time Lapse :




5 commenti:

  1. Gli amici che sono venuti a trovarmi a Ferrara e hanno visitato la Pinacoteca hanno scoperto quanto Tura puo' essere bizzarro anche nei soggetti più imprevedibili, anche nei Martiri dei Santi. Hanno visto anche le altre due Muse che sono rimaste a Ferrara. Questa - forse la più bella- fu acquistata da un lord inglese quando Tura non piaceva più e ora è alla National Gallery di Londra.
    Comunque Ferrara continua a valere il tempo di una visita o anche più d'una. Vero ?

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  2. Si è proprio vero: Ferrara merita sicuramente il tempo di una visita o anche di più.
    Questa Musa è meravigliosa, una vera incantatrice! Bellissima!

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  3. E' lei, Grazia. La Musa con le bolle :))
    Il Cosmè che ricordavo.
    (nelle biglie e nei frutti e nelle nuvole in alto si ripete la sfera)

    Maritè

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  4. Sono affascinata dall'atmosfera sospesa e onirica in cui è immersa questa Musa. È un'immagine che parla potentemente al mio inconscio, in qualche modo. E alla bambina che sono stata, che rimaneva incantata per ore osservando i disegni delle fiabe che rappresentavano principesse e fate e streghe riccamente adornate di gemme e broccati.
    Come al solito, è un gran piacere ascoltarti.

    (la parola di oggi è batingsl)

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  5. E' una delle immagini che colpiscono di più dell'officina ferrarese
    Grazie per questo post.E' bello riguardarla con te

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