mercoledì 20 giugno 2012

Il pittore, il fotografo e il bassotto





Una mattina di primavera del 1957 a "La Californie", una villa sulle colline di Cannes, si incontrano un artista spagnolo di settantasei anni e un bassotto tedesco di otto mesi.
Il bassotto si chiama Lump, "Birba" in italiano ed è stato portato là dal suo padrone, un fotografo famoso. Quando arriva dimostra subito una grande eccitazione: forse sente che quel giorno, gli cambierà la vita. Gli è bastato entrare in quelle stanze, piene di mobili e di strani oggetti, per avere l'impressione di conoscerle da sempre.
Senza alcuna soggezione annusa dappertutto, fa pipi contro una scultura, gioca, corre e salta su un divano. Quel posto gli piace e gli piace, soprattutto, il proprietario, un uomo magro e abbronzato con due occhi scuri, vivi e intelligenti. Nel suo cuore Lump ha deciso: vuole rimanere lì. Non intende tornare alla vita di prima, né convivere di nuovo con quell'antipatico levriero afgano- Kublai Khan si chiama- che lo tiranneggia e a cui il suo padrone dedica fin troppe attenzioni.

Al momento del rientro è impossibile convincerlo. Si impunta e non accenna a muoversi.
Al fotografo non resta che rassegnarsi, risalire in macchina e ripartire senza di lui. Il pittore ne è felice: anche per lui, quel giorno, è scoccata la scintilla.
Lump, da allora in poi, diventerà il cane di Pablo Picasso.



Il suo vecchio padrone, David Douglas Duncan, glielo ha ceduto con piacere. Li conosce tutt'e due e sa quanto siano determinati. Lump lo ha acquistato lui stesso, qualche mese prima, in un allevamento vicino a Stoccarda. Con Picasso, invece, si frequentano da un anno e sono diventati amici.
Il loro incontro è stato imprevedibile.

Quando Duncan è andato per la prima volta a conoscere Picasso, ha da poco compiuto quarant'anni e può vantare  una brillante carriera. Lavora per riviste prestigiose, come il National Geographic e Life, è stato, per anni fotografo di guerra e le sue immagini del conflitto in Corea hanno fatto il giro del mondo. Suona alla porta e lo accompagnano subito da Picasso che lo aspetta  immerso in una vasca da bagno.
Lo vuole sorprendere: è la sua maniera di metterlo alla prova. Duncan reagisce subito e, senza nemmeno pensarci, comincia a scattare fotografie. Era quello che Picasso voleva: ha superato l'esame.
Duncan diventerà una presenza costante nella vita dell'artista e lo fotograferà nei suoi momenti più privati. Dei nove libri, in cui raccoglierà le sue immagini, uno sarà dedicato interamente a Lump.

Anche quella che nasce tra Picasso e il bassotto è un'amicizia.
I due si intendono a meraviglia. Sono molto simili: autonomi, intelligenti vivaci e pieni di temperamento.
Il bassotto non ha soggezione e tratta l'artista da pari a pari.





Con gli anni imporrà le sue abitudini.
Occuperà, poco a poco, tutte le stanze, continuerà a far pipi sempre vicino alla stessa scultura, l'"Homme au mouton", il bronzo alto più di due metri che domina il giardino, sonnecchierà sul medesimo divano, mangerà (o cercherà di mangiare) al tavolo dei padroni.








Il bassotto è allegro, divertente  e ha un vero talento per adeguarsi, prontamente, agli umori del padrone: il rapporto si fa sempre più complice e affettuoso.






Quando Picasso è in vena coccole si lascia tenere in braccio, senza protestare. Sa che è un privilegio che non viene concesso a nessun altro degli animali che frequentano la casa.
Il boxer Yan e la capra Esmeralda non hanno mai raggiunto questo grado di confidenza.

















Se si lascia andare al gioco, è incontenibile. Eccolo che distrugge, per divertimento, un coniglio di carta realizzato per lui e che avrebbe fatto la fortuna di qualsiasi mercante d'arte.











Nei momenti di calma si presta, cortesemente, a far da  modello per un ritratto, come questo, dove una sottile linea nera tratteggia, con vigore, la sua compatta silhouette








Oppure posa per il piatto, dove ha imparato a mangiare con signorilità e che è stato creato apposta per lui il giorno stesso del loro incontro.







Lump non lo sa, ma il suo padrone è considerato uno dei più grandi artisti del novecento. E anche lui saprà farsi una sua reputazione in campo artistico, comparendo in ben quindici dei quarantaquattro studi della serie "Las Meninas", ispirata al capolavoro di Diego Velazquez


Come qui dove sostituisce, disinvoltamente, il regale e dignitoso cane dell'originale





O qui, dove, "travestito"  in perfetto stile cubista, spicca,  in primo piano: un piccolo "cammeo" da consumato professionista, non c'è che dire. 









Sei anni gloriosi, che finiranno nel 1963, quando Lump comincerà a soffrire di uno di quei problemi alla spina dorsale che spesso affliggono i bassotti.
Il veterinario di Cannes si dichiara impotente ed è pronto ad abbatterlo. Duncan, che per tutto questo tempo non lo ha mai perso di vista, interviene e convince Picasso a farlo curare in Germania. Lo porterà lui e lo seguirà per un anno intero.
Lump guarisce, ma rimane paralizzato alle zampe posteriori. Qualcosa nel suo animo di bassotto indipendente e orgoglioso  cambierà per sempre.
Quando Duncan lo riporta alla villa, si rifiuta di entrare; abbaia, guaisce e fa resistenza. Come era successo al primo incontro, è lui che decide e, ora, ha stabilito di rompere i rapporti. Non cederà nemmeno stavolta. Sarà un taglio netto: con Picasso non si vedranno più.

Qualcosa del legame che li aveva uniti, comunque, rimarrà, tanto che, nell'aprile del 1973, moriranno a una settimana di distanza l'uno dall'altro.
I giornali di tutto il mondo pubblicheranno innumerevoli parole di commemorazione del grande artista.
A ricordare il tenero e ostinato bassotto basterà una frase.
"Lump, non è un cane e nemmeno un piccolo uomo. È qualcos'altro"- aveva detto Picasso.

 
 
 
 
 
QUI è il link con il libro "Picasso & Lump", pubblicato da David Douglas Duncan nel 2006. Le foto, che ho trovato nel web, sono tratte da lì. 


24 commenti:

  1. Non conoscevo la storia del rapporto tra Lump e Picasso e come tutte le storie di affetto e rispetto tra un essere umano e un animale è una storia profondamente commovente. Quando la simpatia reciproca riesce a superare certe barriere comunicative e affettive, rimane comunque la diversità biologica a farsi sentire e a mantenere quella distanza che è insieme necessaria e venata di struggimento e di nostalgia.
    Saluti affettuosi, cara Grazia

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  2. Storia deliziosa e deliziosamente raccontata. Ci metto qualcosa di mio se penso che alla fine il bassotto non ha voluto tornare con Picasso perchè non era più lo stesso di prima , per amore e non per mancanza d'amore . Averne sempre di storie così!
    Ciao
    Marco

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  3. I bassotti non sono cani qualsiasi, anch'io ne ho uno , so quello che vuole dire e ti ringrazio per averci raccontato questa storia d'amore
    Saluti
    Sara

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  4. Il rapporto che si instaura tra un uomo e il suo cane non è solo una bella amicizia, è proprio un amore. Ci sono i momenti felici, le complicità, e qualche volta anche tradimenti che fanno soffrire. bella storia Grazia, grazie

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  5. Che meraviglia! Forse i bassotti amano particolarmente gli artisti. Sai che anche Andy Warhol aveva avuto uin bassotto ?
    Ciao
    Anna

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  6. p.s. lascia a bocca aperta quell'unico tratto di matita in cui c'è tutto di Lump

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  7. Bellissimo questa storia. Ancora più bella dopo aver letto la straziante notizia del cane randagio lasciato morire in lunga agonia immobilizzato con gli arti inferiori in un bidone di catrame.
    (mi ha sconvolto) Per dire qualcosa di allegro, a parte farti i soliti compliementi (rischio esser monotona):
    visto il rapporto fra il consorte e il Kangoo-cane, non potendo dare il secondo in dote ad un artista, cosa dici se convingo il primo a mettersi a dipingere?! Scherzo, anche se però, visto quello che ha "dipinto" per il cane...
    Bye&besos & baubau

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  8. Sono rimasta anch'io incantata dal ritratto a matita di Lump. Tra l'altro un nomignolo così (svizzero)tedesco così simpatico!

    Davvero bella questa storia, Grazia. Sono delle vere chicche i tuoi racconti.

    A presto
    Cinzia

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  9. Che storia affascinante! Ennesima conferma del genio di Picasso!

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  10. Grazie, cara. Davvero un bel modo per conoscere due artisti...forse tre, stando a quel che lascia intendere Picasso. :)

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  11. che bella storia, mai conosciuta, grazie!

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  12. non mi piacciono molto i cani, Lump sì

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  13. Grazia cara questo tuo articolo è bellissimo! Davvero una bellissima storia di amicizia quella tra Picasso e Lump.

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  14. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  15. Esseri superiori! :) Grazie!

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  16. a proposito di "bestie" artistiche, non c'entra molto - direi un bel niente - col bassotto di Picasso, ma hai visto come si è ringiovanita la Lupa capitolina? che roba.

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  17. Grazie a tutti per i commenti. Mi sono molto divertita( e anche un po' commossa) a raccontare la storia di Lump.Un amore tra cane e padrone è pur sempre un amore e come tale provoca emozione, commozione, sentimenti importanti. Mi ha fatto piacere condividerli con chi ha letto il mio post.

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  18. Brava. Ho una bassotta e la mia vita è cambiata. E' un amorevole impegno. Ho il libro di Duncan e ne consiglio l'acquisto.

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    1. Grazie, Fabio. Ho visto altri amici che hanno avuto la vita rivoluzionata da un bassotto.E credo che valga la pena.

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  19. bella storia e chi ha la fortuna di avere un bassotto per amico e compagno di vita ne rimane commosso

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  20. Ogni cane saprebbe farci diventare i protagonisti di una splendida storia d'amore se solo gli e ne dessimo la possibilità. .ma da orgogliosa compagna d'avventura di 2 meravigliosi bassotti posso dire che hanno davvero una marcia in più. .impossibile resistergli. .davvero una bella storia ed un bel connubio artista/bassotto..

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  21. Bellissima questa storia...non la conoscevo! Beh, i bassotti sono cani fieri e proteggono la loro dignità anche quando soffrono. Per questo Lump non torna da Picasso. Ne ho due di questi meravigliosi esemplari e ogni giorno trascorso con loro è una scoperta di sane e irripetibili emozioni.

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