giovedì 27 gennaio 2011

Pane e olio



Mi hanno detto che certi  medici nutrizionisti chiedono, per prima cosa, ai loro pazienti a quale alimento non potrebbero rinunciare.
Riuscire a farne a meno per un mese è la prova di essere seriamente intenzionati a cambiare regime alimentare.

Mi sono chiesta che cosa per me sia irrinunciabile.
La cioccolata, le meravigliose pralines di Bruxelles? Probabilmente no. 
Lo zucchero? Dipende. 
La pasta? Forse potrei sopravvivere.

L’olio? Ecco: l’olio. 
Dell’olio, davvero, non saprei fare a meno.
Sarà perché sono nata in Toscana, sarà perché sono cresciuta in campagna, sarà per la mia famiglia contadina: ma l’olio, no.

Non voglio scomodare Proust e la madeleine, ma è vero che ci sono dei sapori che ci rimandano direttamente alle nostre memorie e al nostro passato. 
Per me sono pane, sale e olio. 
C’è un bel racconto nell’”Oro di Napoli”, in cui Giuseppe Marotta ne rievoca il sapore come l’odore dell’infanzia, il segno dell’appartenenza. Lo condivido appieno.
E mi vengono alla mente certe giornate appena tiepide di novembre, in cui si raccolgono le olive, l’odore aspro e intenso del frantoio, un colore verdissimo, iridescente e un sapore, amaro, pungente: l’olio novello. Irrinunciabile.



Chi mi conosce sa che non so cucinare. 
A Bruxelles vivo del buon cuore e dell’ottima cucina di mio marito. 
Quando sono da sola, in Italia, a Bologna, mi nutro di scatolette o mono-porzioni  surgelate da riscaldare nel forno a microonde, anche se leggo avidamente -con un’ammirazione direttamente proporzionale alla mia incapacità– i gustosi blog di cucina delle mie amiche.

Ma una ricetta per una volta –e sarà l’unica- la vorrei dare anch’io. 
È quella in cui l’olio dà il massimo di sé, una ricetta da amatori, da appassionati.
Non inganni l’apparente semplicità. 
Come tutti i piatti fondamentali ha provocato diatribe insanabili tra intenditori e scuole di pensiero diverse.
Si è discusso sulla quantità e il tipo d’olio, sullo spessore del pane, sullla presenza o meno del pomodoro e perfino sull’eventuale aggiunta del rinforzo saporito del pepe.

In Toscana è la  fettunta.

Gli ingredienti per due persone sono: quattro fette (almeno due per ciascuno,) di pane toscano (senza sale) “raffermo” ( quello del giorno prima) e tagliato sottile, uno spicchio di aglio ( meglio se fresco), olio nuovo extravergine di oliva preferibilmente toscano (inutile dirlo) e poi sale e pepe .
Prima bisogna fare abbrustolire il pane sulla griglia e poi strofinarci lo spicchio di aglio, quindi disporre le fette su un piatto grande o su un vassoio e aggiungere nell'ordine il sale, il pepe e l’olio, in abbondanza

Da servire caldo e assolutamente senza pomodoro o altre discutibili aggiunte.






13 commenti:

  1. Post appetitoso
    Io sono d'origine umbra. Che ne dici di una sfida all'ultimo olio ?
    Marco

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  2. Quanta Toscana c'è in quel pane raffermo e olio; pochi e semplici ingredienti. La mia merenda da bambina era fetta di pane toscano col pomodoro strusciato sopra e un po' di sale

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    1. Sono Siciliano che ne dici del pane cotto e olio

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    2. Sono Siciliano che ne dici del pane cotto e olio

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  3. @ Marco
    Accetto ma ad armi pari, ciascuno con la sua bottiglia d'olio. E che vinca il migliore

    @ Dani
    A favore del pomodoro ? Io invece resto una purista

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  4. Ah, condivido ogni singola virgola del tuo post (forse perché sono mezza toscana anch'io?).
    Pane e olio sono le due cose che più mi sono mancate nella dieta cui anni fa mi sono sottoposta.
    Pane e olio sono ancora, per me, il pranzo o la cena perfetti: tanto pane (adesso preferibilmente quello che faccio io; ma anche quello sciocco di qui è ovviamente divino) e tanto olio, di quello che pizzica un po' in gola, verde-dorato.
    Piacere semplice e sublime: la perfezione.

    (volev)

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  5. e allora se è un raduno di toscani (o mezzo toscani o mezzo umbri) ditelo! che mi unisco con un litro di olio bono de' la mi' zia.
    (e quanti ricordi di famiglia ho, attorno a olive e frantoio... e come li hai rievocati bene, cara grazia...)
    buon pomeriggio!

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  6. Io purtroppo non ho ricordi di pane e olio e ad essere sincera non ho mai pranzato o cenato con solo pane e olio.
    Nell'ultimo tempo sto però scoprendo il piacere del vero olio, che ahimè si differenzia molto da quelli comprati al supermercato, e grazie a vari amici sto degustando oli provenienti da varie parti d'Italia per trovarne uno da riproporre poi in casa. Però ecco l'olio toscano mi manca. :)
    Per ora uso un Calabrese alternato ad uno Veronese o per l'insalata o per la pasta integrale, che condisco con solo un filo d'olio.
    Sai, anche qui a Verona ci sono molti frantoi e molte persone hanno gli ulivi ma per me questo è un mondo completamente nuovo.

    un caro abbraccio

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  7. @ Duck, hai ragione : la perfezione allo stato puro.

    @ un "incontro" tra amatori dell'olio si puo' sempre fare.E se tu porti quello bono della tu'zia io porto quello della mi'sorella che sta a Lucca e là l'olio è davvero "divino"

    @iulia prova l'olio toscano. Non è solo per campanilismo o per affetto :). Mi dirai....
    Comunque , davvero quello dell'olio è un mondo in cui vale la pena entrare.Non fosse altro che per passeggiare tra colline di olivi

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  8. Certo cara proverò! E ti farò sicuramente sapere.
    :)

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  9. Fettunta party il prossimo week end allora!!!
    Sabi

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  10. @Sabi e Cris
    fettunta party e cucino io

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