lunedì 4 luglio 2011

Tiepolo a Würzburg, Apollo e i quattro continenti: tutto il mondo in un affresco.




Quando sono arrivata a Würzburg, in Baviera, sapevo che nel palazzo dei principi vescovi, c'erano gli affreschi di Tiepolo.
Avevo letto che il soffitto dello scalone era enorme, ma non ero pronta all'emozione che ho provato. Un'emozione da effetti speciali.
Non c'è foto, né ricostruzione che possa preparare alla meraviglia, alla vertigine -una sorta di sindrome di Stendhal- che coglie quando si entra e si scopre di essere letteralmente circondati dall'affresco.
Enorme. E non è un'esagerazione.

Il soffitto occupa 570 metri quadri: una superficie dipinta impressionante e meravigliosa.


Nell'inverno del 1750 Tiepolo ha cinquantaquattro anni, quando parte per Würzburg con un aiutante e i due figli, Giandomenico, ventitreenne e Lorenzo, appena quattordicenne.

Forse non sa nemmeno esattamente dove si trovi la città verso cui è diretto, ma ha ricevuto, a Venezia, da un banchiere tedesco, una di quelle proposte che non si possono rifiutare.
Gli è stato offerto un compenso da capogiro per decorare con storie di Federico Barbarossa la sala dei banchetti, la Kaisersaal, del principe vescovo della Franconia, Karl Philip von Greiffenclau, nel suo palazzo, la Residenza, progettato, venti anni prima, da Balthasar Neumann.

Tiepolo, forse, non conosce Würzburg; di sicuro, però, il principe conosce lui e la sua reputazione e per questo è disposto a spendere qualsiasi cifra.
Venezia, a metà Settecento, non è più una potenza economica e mercantile, ma c'è un prodotto che esporta in tutta Europa: l'arte, o, meglio, la grande decorazione con motivi mitologici, capaci di creare una storia, un passato prestigioso, anche là dove storia non c'è.

Tiepolo è l'artista più noto per la facilità e la velocità con cui dipinge: “è un fuoco inesauribile...fa un quadro in meno tempo che ad altri occorre per stemperare i colori” aveva detto l'ambasciatore di Svezia. E con risultati straordinari.
Il principe Greiffenclau lo sa; governa un piccolo paese, ma è ambizioso e si sente alla pari con la più alta aristocrazia europea. Non bada a spese e non ha remore.
Vuole il meglio e lo avrà.

Nell'estate del 1752 i lavori alla Kaisersaal sono finiti.
Tiepolo potrebbe tornare a casa e, forse, ne ha anche voglia.
Ma invece, no: il principe è rimasto contentissimo del pittore. E allora gli propone un lavoro quasi impossibile, una sfida: la decorazione del gigantesco soffitto dello scalone che dall'ingresso porta al piano principale.
L'impresa è davvero colossale, ma se c'è un artista, o meglio, una ditta capace di portarla a termine è quella dei Tiepolo.
Il compenso, anche stavolta, è irresistibile.
Tiepolo accetta e, subito, impianta un immenso ponteggio. Comincia a lavorare all'affresco, dal centro, stendendo l'azzurro chiaro del cielo, prima che venga l'inverno. Col freddo si sospendono i lavori: pittore e committente ne approfittano per discutere sui bozzetti, sempre più vicini all'esecuzione finale. Il soggetto principale e i dettagli sono definiti uno a uno.

Quando l’attività riprende, nella primavera del 1753, procede speditamente, tanto che ad agosto il soffitto è pronto e a ottobre il cantiere chiude.
I Tiepolo ripartono per Venezia, senza nostalgia, forse, per il clima freddo e umido di Würzburg, ma con qualche rimpianto nel lasciare quegli affreschi che li hanno trasportati nella dimensione incantata del racconto e della mitologia e sotto il cielo, perennemente azzurro, della pittura.



Il soffitto è concepito come un unica scena con i punti di vista che cambiano mano mano che si sale sullo scalone. L'integrazione con gli stucchi, tra le figure dipinte e quelle scolpite da Antonio Bossi, è perfetta.

Al centro l'esaltazione del principe che, come Apollo, il dio delle arti, circondato dagli Dei dell'Olimpo, porta la luce ai quattro angoli della terra.
Attorno al cornicione i quattro continenti sono rappresentati da figure femminili. Le raffigurazioni sono tratte dal repertorio di immagini e di motivi più comunemente usato, l'”Iconologia” di Cesare Ripa, ma non mancano dettagli desunti da qualche cronaca fantasiosa di viaggio





L'America, come un idolo coronato di piume, è seduta su un coccodrillo e circondata da una folla di indigeni che le portano doni.








Il continente è selvaggio: lo dimostrano le teste mozzate in primo piano, così come gli indigeni seminudi che trasportano il corpo di un coccodrillo e che arrostiscono su uno spiedo carni di dubbia provenienza,

In basso a sinistra un artista itinerante, in abiti europei, preso dalla curiosità, rischia quasi di cadere dal cornicione e si aggrappa alla tavoletta su cui stava disegnando





L'Asia, sul dorso di un elefante, è una principessa crudele- una Turandot ante litteram- che, circondata da dignitari, sta decidendo la sorte di un prigioniero seminudo e impaurito. Un pappagallo colorato becca la ghirlanda che circonda un ritratto sopra la balaustra del cornicione.







Accanto si accumulano  opere d'arte esotiche forse destinate all'Europa: sculture, un grande obelisco e una lapide dalla misteriosa iscrizione, appoggiata, su un panno per non scivolare dall'architrave in stucco su cui poggia.








L'Africa è una nera bellissima avvolta da una veste bianca con un morbido turbante: siede sul dorso di un cammello accucciato, e riceve, in omaggio, doni sontuosi e  un incensiere fumante.









Merci pregiate, controllate da funzionari ottomani, stanno per essere caricate su un elefante, mentre uno struzzo impaurito tenta di fuggire, trattenuto a stento, dalla cornice, sotto lo sguardo di una scimmia curiosa.








L'Europa è il continente “civile”, circondata dalle arti e dalla religione che vincono sulla potenza militare. Le armi sono inutili e a niente serve il cannone, se non come sedile per un gentiluomo che ha le fattezze dell'architetto Neumann, in compagnia del suo cane preferito, in precario equilibrio sul cornicione.
In alto il ritratto del principe Greiffenclau, avvolto in un mantello di ermellino, è sostenuto dalla Fama e dalla Gloria, e circondato da un grifone araldico, trasformato, per gioco, in un animale vero e proprio.

E poi altri particolari: figure, animali, colori, tessuti...: è davvero tutto un mondo da scoprire.

Qui Tiepolo si è voluto ritrarre con il figlio Giandomenico, incipriato e imparruccato come un damerino, mentre contempla la sua impresa.

E di impresa si trattò: 
duecentodiciotto giornate di lavoro per centinaia di metri quadri di affresco. 


Dentro- è stato detto- c'è l'enciclopedia della pittura del Settecento. C'è una fantasia sbrigliata, uno stile lieve, aereo, ironico, straordinario.
Trompe-l'-oeil, architettura fittizia che si mescola a quella vera, immagini che debordano, superano i confini della rappresentazione e invadono il mondo reale.

Sì, non è il cinema che ha inventato gli effetti speciali.





So bene che nessuna foto può restituire la meraviglia di una visita: allora - non si sa mai -ecco qui un link con qualche notizia utile su Würzburg. 
E d'estate la Baviera è, davvero, bellissima.






22 commenti:

  1. e tu sei come gli occhiali speciali indispensabili per godere di un film in 3 D.

    (l'ho fatto :D)

    mt

    RispondiElimina
  2. Che splendore cara Grazia! :)

    un abbraccio

    RispondiElimina
  3. Sono andata in Germania qualche anno fa ed ho visitato anche Wurzburg. Sono rimasta impressionata ma se avessi avuto te come guida o avessi letto prima il tuo post, sono sicura che ne avrei capito molto di più.
    Grazie ancora per quello che ci dai scrivendo,
    Sara

    RispondiElimina
  4. Grandi opere,che,con orgoglio,rivendichiamo all'arte italiana.
    La tua è una affascinante pagina di storia dell'arte,che sei tra i pochi a saper scrivere e documentare con grande capacità.

    RispondiElimina
  5. E adesso mi tocca andare a Wurzburg...e mi manca anche la umlaut!!!
    :-)

    RispondiElimina
  6. Riesco a stento a immaginare la sorpresa e la vertigine che possono prendere quando si sale quello scalone immenso e ci si comincia a sentire completamente avvolti da quel ciclopico affresco.
    Ho sempre avuto un debole per il trompe l'oeuil, un'arte che può arrivare ad effetti di straordinaria raffinatezza e che al tempo stesso solletica e appaga una parte molto bambina, molto giocosa di me: trovo questa combinazione di sofisticazione e naïveté assolutamente incantevole.

    RispondiElimina
  7. Dopo che ho letto il post e visto le foto ( a proposito bella l'impaginazione) potrei dire che è inutile vederlo di persona. Non è vero : ci andrò apposta e mi porterò stampata la tua guida.Un abbraccio
    Marco

    RispondiElimina
  8. Sei superlativa quando commenti un'opera d'arte, e la tua trasfigurazione è palpabile e contagiosa mentre la ammiri.
    Assolutamente sei da seguire passo a passo!

    RispondiElimina
  9. E produrre delle audio guide in mp3 per i-pod? O meglio per i-pad, così vedo-sento&capisco mentre ammiro l'originale?
    CST

    RispondiElimina
  10. Mio Dio, come ti invidio. Ho girato parecchio per il mondo, ma sempre ho perso ore e ore ad ammirare le opere di grandi artisti. A Berlino, per un mese, visitai tutti i musei possibili. Ed in tante altre cittá. Roma, poi, la conosco fin nei profondi anfratti. Inoltre non lascio mai di visitare i cimiteri monumentali.Chiese, poi....
    Mentre i miei amici andavano a caccia di "sgarzellline'...

    RispondiElimina
  11. Davvero, Grazia, magnifica descrizione. Interessante la rappresentazione dei continenti, tutti "marcati" dalla presenza della natura, tranne l'Europa, che vuol ostentare la sua storia e il suo sapere e, dunque,la sua superiorità culturale. Se devo essere sincera, è proprio questa presunzione a tenermi lontana dai palazzi e dalle regge, ma capisco anche che in un ordine delle cose diverso simili epressioni non avrebbero avuto la possibilità di esistere.
    Mi colpisce che i Tiepolo abbiamo portato in Baviera i colori lagunari. L'arte fa di questi miracoli.
    Un abbraccio forte.

    p.s.
    spero ti sia giunta la mia mail di risposta alla tua di qualche giorno fa.:-))

    RispondiElimina
  12. Strepitoso! Non lo conoscevo, salvo per alcuni continenti, che, per come li avevo visti pubblicati, avevo preso per singole opere ...

    RispondiElimina
  13. Buona idea per una vacanza: la Baviera e Wurzburg e anch'io mi stampo il tuo post come guida. Sei preziosa e come al solito ti ringrazio.
    Anna

    RispondiElimina
  14. Grazie a tutti dei commenti. L'affresco vale una visita perchè nessuna foto rende la sensazione di una pittura in 3D.
    @ Giacy.nta E' vero quello che dici sui colori lagunari portati in Baviera da Tiepolo e che poi germogliano in tutta una serie di affrechi rococo' che ornano le chiese e i palazzi dell'aristocrazia tedesca.
    @CST sulla tua ipotesi mi sto attrezzando. Vediamo.... magari....

    RispondiElimina
  15. Cara Grazia,

    da tre giorni non riesco ad avere notizie né di Watson né di Sherlock. Ma oggi finalmente ho svelato il mistero: la cameriera di Sherlock mi ha mostrato le ricevute di due biglietti per Wurzburg. Chissà se Poirot è con loro. Potevano anche avvertire, ma li capisco: dopo aver letto il tuo post, che altro resta da fare?

    RispondiElimina
  16. Paola cara, non solo sono a Wurzburg ma si sono persi dentro all'affresco: Poirot, dimagrito abbronzato e con un esotico copricapo folleggia tra gli indigenti americani.Sherlock e Watsono inturbantati e solenni,si sono messi a seguire l'affascinante "Turandot"(si sa che Watson ha un debole per le belle donne):
    Riemergeranno mai dai cieli di Tiepolo? Speriamo, chè qui abbiamo bisogno di loro.

    RispondiElimina
  17. Credo proprio che ci passeranno le ferie...

    RispondiElimina
  18. Incredible! We studied a little bit in art history class!

    RispondiElimina
  19. Anch'io sono stato a Wrtzburg anni fa e quel soffitto é inebriante, ti ipnotizza, ti rapisce, ti esalta perchè Tiepolo è grandioso ed è un orgoglio per qualsiasi italiano essere della nazione di Tiepolo. Io, poi, sono anche veneto ...
    Guardando quel salone dove le tracce dell'orribile bombardanento sono state praticaente cancellate 4si stavano restaurando anche i grandiosi lampadari di cristallo)si prova anche un sentimnto di ammirazione per la Germania che con orgolio sovrumano ha voluto e saputo restituire alle sue città martoriate dalla guerra spaventevole, diabolica e infernale che ha sconvolto l'Europa mezzo secolo fa. E si prova anche uno strano sentimento di terrore ma anche di paura e sgomento nei confronti di chi ha osato rovesciare migliaia di bombe su questa antica e nobilissima città e sui suoi monumenti. Vien da pensare ch,; non ssendoci certo stato nella Residenza di Wurtzburg alcun obienttivo militare si sia voluto proprio annientare una Civiltà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti alcuni bombardamenti furono immotiovati, com' è stato dimostrato per quello di Dresda. Rimane il miracolo che un capolavoro, come questo straordinario affresco di Tiepolo, si sia salvato.

      Elimina
  20. Quella ''misteriosa iscrizione'' nella parte dell'Asia è la scrittura Armena!

    RispondiElimina