domenica 9 giugno 2013

Jan van Eyck e il frutto proibito, ovvero "Ceci n'est pas une pomme"




Difficile la vita per uno storico dell'arte! 
Non basta  conoscere le biografie degli artisti, le date, gli  stili. 
Per interpretare il soggetto di un dipinto bisogna trasformarsi in  esperti di costume, di moda, di letteratura, conoscere a menadito la mitologia e i testi sacri..... E, alle volte, non guasta nemmeno qualche nozione di botanica. 
Pensiamo, per esempio, al frutto proibito, quello che Eva addenta nell'Eden e offre ad Adamo, provocando un mare di guai. 

"Troppo facile: è una mela!" si potrebbe dire, forti di una tradizione, vecchia di secoli, che parte dai bassorilievi romanici e arriva, passando per Biancaneve, Guglielmo Tell e la pubblicità della Vespa, addirittura alla Apple.
Invece, non è affatto scontato. 
Nella Bibbia il frutto proibito, simbolo del peccato originale, non è menzionato: si parla piuttosto dell'albero della conoscenza del  bene e del male. 
L'identificazione più corrente con la mela nasce nell'alto Medioevo da una abborracciata traduzione dal latino del termine "malum" che può significare sia "male" che "melo". 
In altre tradizioni religiose si parla di fichi, di limoni, melograni, albicocche o, perfino, di grappoli d'uva.
Jan van Eyck (ne ho parlato QUI), quando dipinse la sua  Eva, a raffigurare una banale mela non ci pensò proprio.


Eva è rappresentata nello sportello superiore esterno del celeberrimo polittico dell'"Agnello Mistico" di Hubert e Jan Van Eyck, eseguito tra il 1426 e 1432 e conservato nella chiesa di san Bavone a Gand: il capolavoro assoluto della pittura fiamminga. 
Un mondo di simboli complesso e straordinario, una specie di trattato teologico racchiuso nello spazio ristretto di un dipinto. 
Una vertigine, per chi non sia abituato alla profusione di  colori e di dettagli della pittura fiamminga. 


Qui ne pubblico un'immagine "formato francobollo", giusto per richiamarlo alla memoria, ma in realtà il polittico è una struttura enorme. 

Ad ante aperte sembra, letteralmente,  avvolgere il visitatore, che si trova circondato dal verde di un prato fiorito e da una folla di Santi, religiosi, cavalieri e pellegrini che adorano l'Agnello mistico. 


In alto, tra angeli musicanti, su troni dorati, siedono Cristo-Re, la Madonna e san Giovanni. 
Nei due sportelli esterni compaiono le figure dei progenitori. 

A destra, Eva, nuda e con i lunghi capelli neri, tiene, appunto, tra le mani questo strano frutto. 

Ci è voluta ben più di un'infarinatura di botanica per riconoscervi un agrume, un tipo di cedro (Citrus medica è il nome scientifico) che cresce nei climi miti del Mediterraneo. 
Lo si trova comunemente definito come "cedro giudaico" o anche "cedro all'ebrea" perché è molto importante nella tradizione religiosa ebraica.  
Questo piccolo frutto (etrog in ebraico: qui), insieme al mirto, alla palma e al salice, ha un ruolo fondamentale nella celebrazione della festa dei Tabernacoli o della Capanne (Sukkot). 
E proprio l'etrog, simbolo di saggezza, sarebbe da identificare, secondo alcuni studiosi, con il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male (qui).  

Rimane da chiarire perché van Eyck, più avvezzo ai meli che ai cedri, abbia messo proprio questo frutto nelle mani di Eva.
Conoscere l'etrog per lui non era difficile; anche se il clima freddo del Nord non ne consentiva la crescita, van Eyck poteva averlo visto  direttamente quando, incaricato di una delicata missione diplomatica, si era dovuto spingere nel sud dell'Europa, fino al Portogallo. 
E, poi, non è nemmeno necessario pensare a un lungo viaggio, perché i preziosi cedri arrivavano fin nelle Fiandre  grazie ai mercanti che li importavano dalle coltivazioni mediterranee, come quelle, all'epoca ben note, intorno a Santa Maria del Cedro in Calabria. 
Pur di avere un etrog puro e intatto per la celebrazione della festa del Sukkot le comunità ebraiche erano disposte a pagare prezzi altissimi e a sfidare  tasse e barriere doganali.

Ma tra il conoscere il frutto e il dipingerlo tra le mani di Eva, per la prima e unica volta nella storia della pittura occidentale, di certo, ce ne corre. 
Una rappresentazione tanto inconsueta e legata alla tradizione religiosa di un popolo, allora così bistrattato, non può sicuramente essere casuale.
Tanto che proprio la presenza dell'etrog ha fornito a qualche studioso la chiave per leggere nell'intero polittico una rivalutazione dei rapporti tra ebrei e cristiani (qui). Oppure per interpretarlo in chiave politica come un sostegno all'idea, molto dibattuto agli inizi del Quattrocento, di riconoscere l'uguaglianza dei diritti per gli ebrei convertiti al cristianesimo. 

L'etrog, un piccolo cedro dorato, il dettaglio di un grande dipinto che diventa protagonista di una storia. 
Una bella storia. Perché, al di là di ogni interpretazione e ogni considerazione scientifica, mi piace pensare che Jan Van Eyck abbia davvero affidato al suo "frutto proibito" un messaggio di rispetto e di comprensione. 




34 commenti:

  1. "questa non è una mela", diceva e disegnava Magritte.
    ecco perché:)

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  2. Attraverso un simbolo colto e raffinato, un messaggio che attraversa i secoli ed è sempre attuale! Bravissima come sempre!

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    1. Con Van Eyck anche i dettagli acquistano vita a sono capaci di insegnarci e di farci riflettere!

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  3. Grazie, anche oggi una storia affascinante, sorprendente e ben scritta!

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    1. I dipinti di van Eyck sono pieni di dettagli da scoprire e tutti ci raccontano piccole e grandi storie, sempre affascinanti. Straordinaria pittura quella fiamminga!

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  4. sono sensibile a chi mi stupisce e tu lo fai sempre.
    Nella mia agenda, dopo Cenerentola, ci sarà Adamo ed Eva, o meglio Eva e il suo compagno Adamo. E naturalmente la loro mela ( malum- male: il frutto del malum peccato).
    Adamo ed Eva sono poesia perchè il centro e l'origine dell'essenza stessa dell'umanità e dell'amore umano. Hai saputo aggiungere alla poesia un profumo intenso. Grazie

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    1. Non vedo l'ora che tu cominci a parlare di Eva e della mela. Ho trovato sulla simbologia della mela storie straordinarie, a partire dal giardino delle Esperidi ( Eva come Venere?), fino a arrivare alla sigla della serie di Desperate housewives.
      Sono sicura che ti divertirai e che ci affascinerai con i tuoi racconti!

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  5. Un dettaglio che senza il tuo aiuto non avrei mai colto e poi anche da parte mia grazie per la tua scrittura mai noiosa che riesce a far passare concetti complessi in uno stile semplice e coinvolgente.
    Ciao
    Marco

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    1. Grazie Marco. La struttura del blog mi permette di scrivere con rilassatezza, di divertirmi ( e forse di divertire) di più!

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  6. Chissà se già allora, per l'etrog che arrivava dalla Calabria, venivano richieste le specifiche tecniche di durezza, difetti buccia, fermezza e colore della polpa.
    Lasciamo perdere! Mi sa che son messa male e già proiettata al lunedì lavorativo!

    Anche oggi un post meraviglioso. Quando si dice che i dettagli fan la differenza!

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    1. Davvero, Nela, i dettagli possono fare la differenza;
      Sulla scelta dell'etrog perfetto per la festa del Sukkot e sulle caratteristiche che deve avere, guarda questo link, che mi ha inviato un amico:
      http://www.comune.santamariadelcedro.cs.it/index.php?action=index&p=217

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  7. Un dettaglio umanistico e fatato per un capolavoro incredibile di arte! Comprendo meglio ora, grazie a te, la grandezza di van Eyck, soltanto accennata negli scritti da me letti sinora.

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    1. Jan Van Eyck è un artista meraviglioso, capace come pochi altri, di raccontare storie complesse piene di simboli, rivestendole sempre di colori e di luce e senza mai rinunciare alla sua qualità di pittore,

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  8. Quante curiosità e storie di vita vissuta o immaginata ,di fatti ed eventi sono nascoste nelle opere d'arte. Grazie a te che ce le sveli con questi interessantissimi post :)

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    1. Sono proprio le storie più nascoste quelle che mi piace scovare e raccontare! :-)

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  9. Grandioso articolo Grazia!!! Leggo incantata quello che scrivi, che bello dev'essere ascoltarti raccontare queste storie. Il dipinto poi, è, come dici tu, straordinario.

    E quello che mi incuriosisce ora, è se questo frutto lo si mangia come una mela, o è piuttosto paragonabile a un limone? Spero che sia un frutto dolce, altrimenti perché offrirlo? e, soprattutto, perché accettarlo?... ; ))) E ancora, per quale motivo questo frutto nella tradizione ebraica era simbolo di saggezza?

    Un abbraccio Grazia, ora vado a farmi una ricerca su questo cedro giudaico...

    Cinzia

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    1. L'etrog è un cedro: somiglia a un limone ma è più dolce. Nel post ho inserito due link che spiegano come nella tradizione ebraica l'etrog fosse identificato con il frutto dell'albero della conoscenza e come un simbolo di saggezza. Se cominci e cercarne la storia vedrai che ti addentrerai in un cammino davvero affascinante. Lo stesso, forse, compiuto, anche da Van Eyck. Chissà?

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  10. ecco un frutto simile che sta in Sardegna:

    https://www.google.it/search?newwindow=1&q=pompia&bav=on.2,or.r_qf.&bvm=bv.47534661,d.bGE&biw=1024&bih=673&um=1&ie=UTF-8&hl=it&tbm=isch&source=og&sa=N&tab=wi&ei=Jqa1UZfdConF7Abp84D4Aw

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    1. Bella questa scia dorata di cedri che, come un sentiero, collega tutto il Mediterraneo!

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  11. Brava, come al solito del resto.
    Ci sono stato e l'ho visto, a Gand
    quando ho fatto il giro europeo delle cattedrali gotiche
    e fra l'altro Gand e Bruges sono bellissime,
    città in cui mi piacerebbe vivere.
    Ciao e grazie di nuovo.

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    1. Massimo, Gand e Bruges sono davvero molto belle, ma anche Bruxelles, dove vivo, è una città affascinante e vivissima. Il Belgio l'ho scoperto abitandoci e ora per me è diventato il mio paese del cuore.

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    2. il 28 sarò a saint george sur meuse
      anche a me il Belgio piace tantissimo

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    3. Il 28 giugno noi, invece, saremo in Italia in montagna ( l'unica cosa che in Belgio non c'è). La prossine volta che torni da queste parti avvertimi prima che così organizziamo un incontro.

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  12. Vedi? Mai porre limiti alla conoscenza, mai accontentarsi delle tradizioni, del risaputo o del tramandato. Siccome rifiuto totalmente la favoletta del peccato originale (con tutto l'osceno pensiero che gli sta dietro), ecco che, a mio avviso, Van Eyck ci offre una sottilissima allusione alla libertà di ricerca e conoscenza, alla faccia dei divieti e delle consuetudini. Non si accontenta e cerca. Infatti era un genio!
    E il tuo post una vera chicca!!!

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    1. Mi piace pensare che Van Eyck, mettendo l'etrog, simbolo della sapienza, al posto della mela ribadisca che in fondo quello di Eva fu un peccato nato dal desiderio di conoscere, di elevarsi, in qualche modo, al livello di Dio. E come l'Ulisse dantesco ha pagato con la condanna il suo umano desiderio di conoscenza

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  13. E no cara Grazia, non puoi mollar lì la simbologia della mela e lasciarmi così, con il fiato sospeso... Aspetto fiduciosa che prima o poi... Un abbraccio e sempre grazie di queste meravigliose chicche

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    1. La storia della mela, cara Licia, mi affascina e chissà che anch'io non cada in tentazione e non ci scriva un post :-)

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  14. Un grande artista, un piccolo,interessante, mistero.
    Ed il riconoscimento del legame di continuità, più volte disconosciuto, combattuto, ma innegabile tra ebraismo e cristianesimo.

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  15. Sono d'accordo con te, Costantino. Anch'io vedo nella raffigurazione dell'etrog, al posto della tradizionale mela, l'accettazione e il rispetto per la tradizione ebraica.

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  16. Carissima Grazia,
    anche io con te spero che il nostro abbia voluto inserire un simbolo di dialogo e distensione. D'altro canto, i Paesi Bassi erano ben diversi dalla Spagna (ed anzi, pur sottomessi, orgogliosi della loro differenza). E' bello pensare che contemporaneamente alla persecuzione dei marrani nella "cattolicissima" Spagna, la sua colonia fiamminga non solo tollerava, ma accoglieva!!!!! Ti invio un paio di link che illustrano non solo l'importante presenza degli ebrei in Calabria tra il nono ed il sedicesimo secolo, ma anche un video interessante che illustra la raccolta dei cedri in calabria da parte dei rabbini.
    con affetto
    Fabrizio

    http://www.youtube.com/watch?v=coGFq5eWK24

    http://calabriajudaica.blogspot.it/2008/02/cedri-ed-ebrei-in-calabria.html

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    1. Quante storie, quanti racconti, quanti intrecci di paesi e di genti dietro un frutto! Grazie per i link: mi verrebbe voglia di riscriverci un post... e chissà...
      A presto

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  17. Risposte
    1. Sono scoperte che faccio anch'io, insieme a voi:-)

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