martedì 10 settembre 2013

Le rughe della città: le foto di JR




Di chi saranno mai queste foto di un volto sorridente che emerge da un muro di Shanghai, tra edifici in disfacimento e nuove costruzioni?



E chi, sempre a Shanghai, si fa ritrarre in un gesto di rimpianto, tra le macerie di una città in continua trasformazione? 




Chissà, poi, chi conoscerà l'identità di questa donna che, a Berlino, sembra sognare qualcosa di diverso dalla banalità dei condomini tutti uguali di una periferia simile a mille altre:




O queste due facce pensose che, ancora a Berlino, forse immaginano un mondo differente da quello della vecchia fabbrica sullo sfondo:





Oppure questa coppia che, a Cuba, sui muri fatiscenti di un edificio dell'Avana sembra condividere uno stesso ricordo: 





O, ancora all'Avana, questo volto assorto di vecchio che quasi non si accorge della vita gli passa accanto con la velocità di un bambino che corre:




Sono tutte foto che fanno parte del progetto "Wrinkels of the city/ Le rughe delle città" di un artista, anzi di un "artvista", come gli piace definirsi, con un vocabolo che unisce insieme arte e attivismo politico.
Si fa chiamare JR, usando le sole iniziali del nome per rimanere più anonimo possibile e libero di muoversi in ambienti e territori diversi (QUI)

Nato nel 1983 ha iniziato come "graffitaro" e, pur rimanendo sempre nel campo della "street art", è  poi diventato fotografo e regista di video. 
Tutto è partito (o almeno così gli piace raccontare) dal ritrovamento di una piccola e scadente macchina fotografica, abbandonata in una stazione della metropolitana parigina.
Da lì è nata l'idea che sta alla base del suo percorso artistico: quella di fotografare i volti della gente, "andando il più vicino possibile alla persona, fino a sentirne il respiro", in modo da creare un rapporto di complicità tra fotografo e modello. 
Quelle foto, poi,  le stampa in un formato gigantesco e le incolla (per lo più illegalmente) su qualsiasi supporto, dai muri, alle fiancate degli autobus, alle carrozze della metropolitana. 
La sua intenzione è quella di portare l'arte fuori dai circuiti tradizionali, trasformando le città in quella che definisce la "più grande galleria d'arte al mondo".

I tanti progetti, che ha ideato e che ancora sta realizzando, si possono trovare sul suo sito (QUI). Oppure si possono ascoltare, raccontati da lui stesso, nel discorso, pubblicato QUItenuto in occasione della premiazione col prestigioso TED Prize
I volti nelle sue foto sono sempre protagonisti e sempre, dietro ognuno, c'è una vicenda privata o collettiva che vale la pena di scoprire.

Fin da "Face2Face" in cui foto di israeliani e di palestinesi, che hanno accettato di farsi riprendere mentre ridono o fanno le smorfie, vengono affisse (abusivamente), faccia a faccia, dall'una e dall'altra parte del muro di confine tra Israele e i territori arabi. 
E, al di là di ogni stereotipo, si possono scoprire finalmente uguali. 



Per arrivare a "Woman are heroes" il film che ha realizzato, dopo aver fotografato i volti delle donne, che abitano nelle favelas sud-americane o nelle bidonville africane. Foto che, poi, ha affisso dappertutto.

Come quelle che ricoprono i tetti delle baracche della periferia di Kibera in Kenya, dove i tratti dei visi, gli sguardi, le espressioni parlano della dignità e del coraggio di queste straordinarie eroine di tutti i giorni.

Nel progetto di "The wrinkles of the city/Le rughe delle città" ha pensato, invece, di esporre i suoi ritratti, in città che si sono trasformate fin troppo velocemente, da Shanghai, a Cartagena, a Los Angeles, a Berlino, all'Avana, sfruttando tutte le superfici, dai muri dei grattaceli recenti, ai palazzi in rovina, 
Nessuna sfumatura, nessun ritocco per attenuare le rughe incise sui volti delle persone comuni che ha fotografato: le loro rughe, i loro segni sono quelli stessi delle città in cui abitano. 
Sono loro, a volte, l'unica memoria che sopravvive dei quartieri, degli edifici abbattuti, di quelle rovine che il tempo o la speculazione edilizia, hanno lasciato dietro di se.



"Lavoro in città che hanno una storia forte, i cui muri hanno le rughe, come quelle della gente che fotografo, testimone di una storia che la mia generazione ha conosciuto solo sui libri": -racconta.

Nel mondo della velocità, del rinnovamento, della giovinezza a tutti i costi  le gigantografie di JR, dimostrano come le città siano fatte anche dei ricordi, delle memorie, perfino delle cicatrici o dei sorrisi dei vecchi che le hanno abitate. 
Volti sconosciuti che, con fierezza e dignità, ci parlano di un mondo che tenga conto anche del trascorrere del tempo e che sappia rispettare il passato, la storia degli uomini e quella degli ambienti in cui vivono.






33 commenti:

  1. Grazia, sei riuscita a commuovermi. Questo post è meraviglioso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Silvia. Sono le foto di JR che sono emozionanti e io sono stata la prima ad esserne commossa.

      Elimina
  2. È solo la seconda volta che passo dal tuo blog (ci sono capitato per caso circa una settimana fa) e deduco con enorme piacere che i tuoi post, per quanto differenti tra loro, suscitano in me un enorme interesse; ti faccio i miei complimenti! A presto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Jampy: pubblico le cose che mi incuriosiscono e sono contenta se chi mi legge condivide le mie curiosità e i miei interessi!

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
  3. Risposte
    1. Ho visto che hai condiviso l'intervento di JR in occasione del TED prize: un gran personaggio, vero?

      Elimina
  4. Bellissimi questi volti, e soprattutto bellissima l'idea di dare nuova dignità a questi muri sbrecciati. E' proprio vero che l'Arte sa trovare sempre forme nuove per esprimersi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, Dede, ridare dignità ai muri sbrecciati e alle rughe dei vecchi, mi è parso straordinario!

      Elimina
  5. Risposte
    1. Grazie a te! Come ho scritto a Silvia, scoprire questo artista è stato per me per prima davvero emozionante.

      Elimina
  6. Sono contentissima di aver fatto la tua conoscenza ,il tuo blog é molto interessante, culturalmente molto ampio e fatto bene .Grazie per tutte le notizie sull'arte che così magistralmente ci doni !
    Un caro saluto dalla Svizzera .Bianca
    Mi sono permessa di unirmi ai tuoi Follower! é un grande piacere per me ! Bianca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te, Bianca! È un gran piacere per me sapere che tu condividi i miei pensieri.

      Elimina
  7. Grazia sei impareggiabile. Non dico altro.

    RispondiElimina
  8. Concordo con Paola!!! Questa volta ci hai presentato davvero una chicca! Per me poi, che sono appassionata di fotografia, un vero piacere! E poi non ho parole di fronte a questo giovane così impegnato, creativo, intelligente, bravissimo. E ha la stessa età di una delle mie figlie....

    Grande Grazia! Un abbraccio
    Cinzia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. JR è davvero un artista di grande talento e in più ha la capacità di comunicare con facilità e passione tutto quello che fa.
      Per me è stata una grande scoperta, che mi ha fatto piacere condividere con voi!
      Un abbraccio

      Elimina
  9. Sapevo di quelle a Shanghai e devo dire rappresentano bene (la seconda che hai postati) il senso di frustrazione nel vedere (e sapere) cosa fanno per distruggere i vecchi hutong per far posto a squallidi grattacieli . Non sapevo dell'azione sul muro israeliano. Ma ben venga che lui, come Bansky, scelgano l'anonimato, per queste opere, bellissime, di denuncia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono opere in cui l'arte si intreccia strettamente con la denuncia. Penso a Shanghai, ma penso anche a quello che è successo e succede in alcune città europee, dove la smania di modernizzare, ma soprattutto di speculare sui nuovi condomini sta distruggendo interi quartieri. Nei progetti di JR c'è sempre il senso di farci scoprire la nostra umanità più vera: uguali tra arabi e israeliani, oppure, pieni di fierezza e dignità come gli abitanti delle favelas sud americane, a cui le foto ridanno un'identità individuale che rischiavano di perdere. Insomma un artista da seguire!

      Elimina
  10. anche se può sembrare che abbia un qualche interesse, mi associo al primo commento di Silvia Pareschi:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Franz! L'intervento dopo la premiazione col TED prize che tu hai pubblicato nel tuo blog, era da solo un invito a scoprire meglio questo artista emozionante.

      Elimina
  11. io invece non ne sapevo proprio nulla ne' di queste foto, ne' dei murales, ne' di JR ma ringrazio Silvia sulla cui bacheca ho trovato il link: e' stato bello per me finire la serata scoprendo di questo artista e delle sue opere, grazie per averne scritto in modo cosi' diretto e completo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te Valentina e a Silvia che ci ha messo in contatto. Vale la pena scoprire questo artista e i suoi progetti. Se vai a vedere nel suo sito c'è il progetto, che sta portando avanti attualmente, "Inside out", a cui potremmo partecipare tutti noi e sarebbe un'altra bella condivisione!

      Elimina
  12. Chiedo scusa per avere inserito il commento in posizione sbagliata, e che riporto qui!
    Ciao Grazia!
    Esattamente così, devi trasmettere con sollecitudine ciò che ti colpisce, nell'emozione della tua scoperta, della empatia per un tema, per un'immagine o il lavoro e l'espressione di un artista, troverai sempre qualcuno che condivide con te questo sentire!
    Dobbiamo esserti grati!
    Bisogna amare gli artisti, anche quelli più "strani", nell'opinione comune, perché sono persone che vedono le cose, capiscono la società, ascoltano le verità della vita!
    Il decadimento fisico degli uomini e delle cose non ci deve spaventare, ma arricchire di memoria e rispetto per per il passato!
    Seguirò i link che hai inserito!
    Complimenti anche da me!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie tante, Ivana. Per fortuna nel blog non c'è nessuna scadenza. Posso dunque scrivere solo di quello che mi emoziona e che è più facile condividere con gli altri. Come nel caso di JR in cui quello cge mi ha commosso è stata la sua scelta di fotografare volti comuni, persone qualsiasi, a faccia scoperta, senza ritocchi, così come sono con le loro rughe, i loro difetti e tutta la loro umanità.
      Ora invece sto seguendo un'altra storia, un'altra emozione. Vedremo....

      Elimina
  13. E' quasi un monito, perché si fa tanto per sconfiggere il decadimento. per donarci l'eterna giovinezza, per far risplendere le nostre case...ci vuole appunto l'artista che toglie il velo a questa illusione!

    Un abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh si'! Il compito dell'arte è anche quello di togliere il velo!

      Elimina
  14. dimenticavo...non mi lascerò scappare la prossima emozione, allora!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io intanto mi sto appassionando alle tue di emozioni.Chissà che continuando a leggerti non impari anch'io a cucinare!

      Elimina
  15. dice molte cose con i suoi lavori, JR!!!!!!!!! mitico!

    RispondiElimina
  16. Mi fa piacere trovare qui tante corrispondenze, nonostante il suo lavoro a livello mondiale è ancora in parte ignorato dai canali comunicativi di massa. Bel post!

    RispondiElimina