venerdì 1 maggio 2015

I Mesi degli Arazzi Trivulzio: maggio




Siamo arrivati già al quinto mese dell’anno: maggio, il re dei mesi, il periodo in cui le giornate si allungano e profumano di rose, il momento dell'anno solitamente dedicato alla poesia e all'amore.
Proprio in questo mese, nella tradizione medioevale e rinascimentale, allegre brigate di giovani, incoronati di foglie e di fiori, percorrono le vie delle città e delle campagne "cantando maggio".
Nelle corti del Nord Europa che, tra tardo-gotico e primo Rinascimento, dettano legge in fatto di moda il verde ("le gai vert" descritto, negli inventari francesi per le vesti delle dame più raffinate) è il colore tipico del mese.
Il verde delle chiome frondose degli alberi predomina anche nell’Arazzo di Maggio (cm 475x496) del Ciclo dei Mesi, commissionato agli inizi del Cinquecento da Gian Giacomo Trivulzio, eseguito dalla manifattura di Vigevano, su disegno di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino (1465 ca-1530) e ora conservato al Castello Sforzesco di Milano.


Come al solito, la scena è inquadrata da una cornice con gli stemmi dei Trivulzio e delle nobili famiglie ad essi imparentate, mentre in alto, al centro, spicca il grande stemma sovrastato dal motto dei Trivulzio, con ai lati, le rappresentazioni del Sole e dei Gemelli, segno zodiacale del mese.
Nella targa in basso, un’iscrizione, in lettere capitali, descrive le qualità di Maggio: "Spe replet annum floribuis/ cadentibusque suggerit/ fructus decorum et utile/ Maius fovet veris poni: Maggio colma la speranza per il raccolto dell’anno, fa seguire i frutti ai fiori cadenti e fa in modo di rendere utile la bellezza della primavera".
Sullo sfondo di un padiglione ottagonale aperto e sorretto da colonne, Maggio è rappresentato come un giovane re guerriero vestito di un mantello e una corazza, con tanto di scettro e di corona: tiene, nella mano sinistra, un fascio di rami di albicocco carico di frutti e poggia il piede destro sul globo terrestre.
Illuminato dalla luce calda del sole, un gruppo di figure vestite all'antica si affolla in primo piano: due uomini sorreggono i grandi rami pieni di foglie che richiamano le feste del Calendimaggio.
Altri contadini avanzano, a sinistra, con falci sorrette da lunghi manici e protette da foderi, che alludono all'attività agricola tipica del mese: il taglio del primo fieno nei campi della pianura, il cosiddetto maggengo. 
A destra, invece, altri contadini portano rastrelli e forconi, mentre, in basso, sul terreno, è disposta ordinatamente tutta una serie di attrezzi agricoli.

A destra e a sinistra del gradino del piedistallo, due giovani paggi tengono tra le mani rami di ciliegio, mentre un vassoio ricolmo degli stessi frutti è posato a terra tra di loro.
La raccolta delle ciliegie è raffigurata anche nello sfondo, verdeggiante di alberi, con i contadini che si arrampicano su alte scale per meglio coglierne i frutti.
In tutto questo affaccendarsi, in cui gli elementi della festa si mescolano alle attività agricole del mese, si percepisce la stessa lieta atmosfera che, probabilmente, si avvertiva, all'epoca, in città e in campagna, quando il pieno rigoglio della primavera allontanava gli spettri del freddo e della fame e  cortei di giovani eleganti cavalcavano cavalli bardati di verde, cantando e recitando poesie. 

E chissà che qualcuno, anche allora, non abbia ripetuto gli stessi gioiosi versi di Agnolo Poliziano, che tuttora vengono alla mente per celebrare l'inizio del mese "Ben venga maggio/ e il gonfalon sevaggio./ Ben venga Primavera/ che vuol che l’uomo si innamori…".







Un approfondimento delle vicende storiche e dell'iconografia degli arazzi è in G.Agosti e J.Stoppa, I mesi del Bramantino, ed.Officina Libraria 2012.

4 commenti:

  1. Armonia di colori e di distribuzione dello spazio. In una parola: bellissimo.
    Non dico ancora che sia quello che mi piace di più, attendo curiosa e paziente di vedere quelli dei prossimi mesi.
    Buon Primo Maggio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche a me questo arazzo piace molto: c'é una poesia in questa rappresentazione del mese, con i suoi frutti e le ciliegie, che negli altri non c'é. Comunque aspettiamo gli altri!
      E buon maggio anche a te!

      Elimina
  2. Questi arazzi sono spettacolari! Ed è incredibile come abbiano mantenuto i colori nel tempo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La manifattura di Vigevano, nonostante all'epoca fosse appena nata, ha lavorato benissimo e i disegni di Bramantino sono stati resi con i filati d'oro, di lana e di seta, come meglio non si potrebbe!

      Elimina