venerdì 6 gennaio 2012

Jean Gabriel Domergue, il pittore e il maggiordomo ovvero gli strani casi della vita






Il caso entra da subito nella vita di Jean Gabriel Domergue (1889-1962).
E non si può dire che non gli sia benevolo. È arrivato da poco dalla provincia a Parigi con la voglia di dipingere e un’esperienza da pittore di fiori e di paesaggi. L'incontro con un suo lontano cugino, Henri-Tolouse Lautrec, gli fa scoprire l’ambiente dei caffè e le notti turbolente del Moulin Rouge, tra ballerine e can-can.

Affitta uno studio e si ritrova, come vicino di pianerottolo, niente di meno che Edgar Degas.
È vero che all’inizio l’accoglienza è glaciale, ma poi Degas lo prende in simpatia. Prima però gli fa dipingere lo stesso soggetto (una porta) almeno venti volte, tanto per assicurarsi che la tecnica la conosca  davvero.

Ma l’incontro che gli cambia la vita (o almeno la carriera) è quello con Giovanni Boldini e i suoi ritratti di personaggi del bel mondo.
È seguendo Boldini che Domergue capisce  che quella è la sua strada: altro che paesaggi, fiori o porte… sono i ritratti che faranno la sua fortuna.

Comincia subito a lavorare, senza risparmiarsi.
È capace di dipingere fino a cinque tele al giorno e di ritrarre, con la stessa disinvoltura e con lo stesso impegno, contegnosi personaggi della politica e della finanza, esponenti dell'alta società o raffinati cani da compagnia.
La sua passione vera, però, è quella di dipingere le donne.


E quelle che ritrae sono sempre aggraziate, magre, eleganti, col vitino di vespa, la bocca a cuore e il nasino all’insù e, in più, quel pizzico di civetteria che le rende spumeggianti come un bicchiere di champagne.


Sono io che ho inventato la pin-up”: dirà di se stesso.
È lui che ha inventato la donna -calendario”: diranno i suoi detrattori.
Ripeterà lo stesso modello migliaia di volte e questa immagine, sospesa tra garbo e vanità, diventerà il suo "marchio" di fabbrica.



I quadri di Domergue fanno furore.
Sarà perché anche lui è un personaggio.
Spiritoso, divertente, creatore di memorabili feste in costume.
E poi è sempre alla moda, si veste benissimo e disegna lui stesso abiti e accessori.
Un uomo di mondo, un “animatore nato”, lo definisce la moglie: sempre con la battuta pronta, spiritoso e con un tocco di frivolezza.








Nel 1911 Domergue è pieno di impegni.
È giovane, ma lavora con frenesia, gli piace frequentare feste, teatri, caffè e ricevere nell’intimità del suo salotto.
Per fortuna per i lavori di casa ha trovato un domestico, un uomo di una quarantina d'anni con la fronte spaziosa e il pizzetto
È uno straniero, da poco in Francia, servizievole, educato e molto premuroso nei confronti del padrone.

La mia governante”: lo definisce Domergue con un misto di affetto e di condiscendenza.
Ogni tanto il domestico frequenta anche lui il “Café de la Rotonde” e si siede, serissimo e silenzioso, al tavolo di Domergue e dei suoi amici.
La sua riservatezza incuriosisce: sono in molti a chiedersi chi sia quel servitore tanto impeccabile.

Quando qualcuno gli chiede a che cosa si dedichi nel suo tempo libero 
A rovesciare il governo russo”- risponde. 
E’ più che un’ambizione.
Se qualcuno gli avesse chiesto il suo nome, avrebbe detto di chiamarsi Vladimir Ilic Uljanov, ma che, per motivi politici, aveva adottato  lo pseudonimo di Lenin.
Di lì a poco avrebbe cambiato la storia del mondo.

Di certo la storia non si fa con i "se".
Però è legittimo cedere alla tentazione di immaginare. Specie quando il caso mescola le carte e si diverte a unire, anche per poco tempo, vite e caratteri così diversi.

Cosa sarebbe stato di Domergue, se avesse prestato più attenzione alle teorie del suo compassato domestico ?
E cosa sarebbe stato della Russia e dell'Europa,  se il serio e severo Lenin si fosse lasciato contagiare dalla spumeggiante frivolezza del suo padrone?








14 commenti:

  1. Grazia, questa storia è fantastica! Sembra inventata!C'è una specie di inversione dei "pesi", padrone e domestico, una coppia proprio classica , dove il padrone prevale e il domestico pesa sempre di meno, qui invece c'è un padrone così così e un domestico misterioso che si sottrarrà alla coppia e avrà un destino che farà epoca!

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  2. uaaaa!! ohhhhh!!!
    (non oso immaginare i pensieri di Domergue dopo, dopo che la governante si è messa a fare altro)

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  3. sliding doors... e sulla soglia Lenin e Domergue. Penso, però, che le convinzioni dell'uno e dell'altro devono essersi consolidate e vieppiù definite dopo l'incontro; succede la stessa cosa a un colore quando viene accostato al suo opposto.

    E' uno scoop per me. Non sapevo di questa "strana coppia" :)
    Grazie e buona giornata, carissima!

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  4. Lenin diceva che col socialismo anche una massaia avrebbe potuto governare. Massaia o maggiordomo: lì siamo. Sugli esiti meglio restar leggeri e sorvolare.

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    1. Giovanni Piccioli Piccioli De Carolis4 dicembre 2021 alle ore 19:26

      con la massaia sarebbe andata meglio

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  5. Sono con Domergue perché non ho niente, ma proprio niente contro le pin-up! :)
    CST

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Cercando una risposta agli ultimi due interrogativi, lì per lì ho pensato che Domergue forse avrebbe avuto un'immagine femminile un po' più profonda? Ne ho subito dubitato pensando al contrasto che Lenin ebbe con la Kollontaj.

    Però che maggiordomo di lusso s'era trovato quel pittore eh?

    :-)

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  8. Una bella pagina di pittura e di storia.
    Se poi avesse continuato a fare il domestico...

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  9. Che bella storia. Mi è venuta in mente un'altra coppia: Vitale Agricola: Il primo servo e l'altro il padrone. Loro però hanno parlato a lungo e hanno sposato la stessa causa. le loro idee rivoluzionarie, apparentemente perdenti, sono state causa della loro condanna a morte. Ma hanno vinto lo stesso, almeno fino ad ora.

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  10. Storia deliziosa e raccontata con la tua solita verve. Se anche non fosse vera è benissimo inventata. Avevo visto qualche dipinto di Domergue in un'asta senza sapere che aveva avuto Lenin al suo servizio. Lo avessi saputo...
    Leggerti è sempre più piacevole
    Nicoletta

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  11. Ormai passi dalle Très riches heures a Domergue e Lenin senza nessuno sforzo. Non solo come dice Nicoletta èpiacevole leggerti ma è pure divertente seguirti, come faccio fino dall'inizio,nei tuoi percorsi sempre più spericolati. Quanto alla strana coppia Domergue-Lenin penso che ognuno dei due abbia imparato qualcosa dall'esperienza anche se non ci giurerei
    Un saluto
    Marco

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  12. Uno scoop strepitoso! Potevo anche non sapere nulla di Domergue, ma essermi (forse!) dimenticato la parentesi parigina di Lenin é ... troppo!

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  13. Storica dell'arte ma anche un po' investigatrice e cercatrice di storie bizzarre. Ce l'hai tutte per essere un'irresistibile incantatrice.
    Saluti affettuosi!

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