lunedì 8 ottobre 2012

Borsa e tulipani








Dorme il mulino a vento
sotto la luna d'argento.
Dorme l'olandesino
nel suo letto piccino.
Parlano d'amore i tuli
tuli, tuli, tulipan
mormorano in coro
i tuli tuli tulipan
...



Così cantavano, nel 1940, tre sorelle di origine olandese, il trio Lescano. Nella canzone che parla dell'Olanda, di mulini a vento, di lune "come formaggio", i tulipani sembrano rappresentare l'immagine perfetta della serenità.

Ma non bisogna lasciarsi ingannare: quel fiore, apparentemente così rassicurante, nasconde, in realtà, un passato tumultuoso.
Quel fiore è stato capace di suscitare passioni furibonde e di portare alla rovina intere fortune.
Quel fiore fu protagonsta della prima bolla speculativa della storia, quella che si usa chiamare "tulipanomania" e che è stata analizzata da illustri economisti, trattata in saggi storici e, perfino, narrata in libri gialli, d'amore e d'avventura.
Non male per il tuli-tuli-tulipan!

Fin da quando arriva in Europa, importato da Istanbul, alla metà del Cinquecento, il tulipano, viene accolto con una grande curiosità: si favoleggia che sia l'ornamento più pregiato dei fastosi palazzi del Gran Sultano e il dono destinato alla sua favorita.
Ovunque suscita entusiasmo e meraviglia, dalla Francia all'Austria, ma il paese dove diventa una vera e propria mania è Olanda. I rigorosi e pragmatici olandesi, fino ad allora ritenuti alieni da ogni frivolezza, persero la testa per quel fiore favoloso. Riuscirono a farlo adattare al terreno sabbioso e al clima nordico e cominciarono a crearne e coltivarne varietà sempre nuove, ribattezzandole con nomi altisonanti di eroi e condottieri.
La richiesta di tulipani era enorme. Chiunque avrebbe voluto averne nel proprio giardino. Per i ricchi borghesi, poi, erano diventati uno status symbol, un emblema irrinunciabile di lusso e di eleganza.

I prezzi s'impennarono, soprattutto quando cominciarono a comparire tulipani di colori mai visti, i cui petali erano screziati e variegati come fiamme. Oggi sappiamo che quelle colorazioni erano dovute a un virus (il cosiddetto virus del mosaico): era impossibile riprodurli e, perciò, erano rarissimi 
Per averne uno così non si badava a spese.

E non erano solo i ricchi a ricercarli.

Per tutti, dai contadini, agli artigiani, agli operai, alle persone meno agiate, i bulbi di tulipano diventarono un miraggio di ricchezza.
Si erano convinti che i prezzi avrebbero continuato ad aumentare e che i profitti sarebbero  stati sempre altissimi. 



Le compravendite avvenivano dappertutto, nei mercati, nelle neonate  borse valori, negli uffici dei notai e, perfino, nelle taverne, dove compratori e acquirenti si riunivano nei "circoli dei tulipani", tra tavoli fumosi e ingombri di bicchieri di birra. Tutto era oggetto di trattativa: dai soli atti di acquisto, i cosiddetti "tulipani di carta", alla pura possibilità di piantare bulbi.
La speranza era di arrivare a commerciare una rarità, come il famoso "Semper augustus", dai petali screziati bianco e cremisi e di guadagnare i 6.000 fiorini del prezzo record che aveva raggiunto. Davvero tanti, in un periodo in cui un'intera famiglia poteva vivere un anno con appena 300 fiorini e in cui un dipinto, come la "Ronda di notte", di Rembrandt, sarebbe stato pagato soltanto 1.650.
Gioielli o opere d'arte- si diceva- non erano nulla in confronto ai tulipani.

Nel 1634 la speculazione raggiunse il culmine 
I documenti parlano di case e di terreni, di mucche, di cavalli, di carrozze, di interi raccolti di cereali o di arredi completi, che passavano di mano in mano per l'acquisto, a volte, di un solo bulbo. C'era chi, nella speranza di un guadagno che gli avrebbe cambiato la vita, investiva ogni suo avere.
I più avveduti cominciarono a pensare che così non poteva durare: era una follia. Negli scritti e nelle immagini che circolavano si avvertiva un'inquietudine crescente.


In questo dipinto di Hendrik Pot, Flora, la dea dei fiori è seduta, con le braccia piene di tulipani, su un carro. Alcuni dei passeggeri indossano i cappucci dei folli o degli sciocchi: c'è un ubriaco e c'è chi si riempie la borsa. Il carro è condotto da una donna dai due volti, simbolo della frode ed è seguito dalla folla degli ingenui acquirenti di ogni ceto sociale.
Tutto è dominato dall'incostanza del vento, che ora spinge avanti il carro, ma che, altrettanto velocemente, può cambiare.

E, in effetti, il vento cambiò.
Fu nel febbraio del 1637 che la "bolla" esplose. Inaspettatamente i prezzi si abbassarono, di colpo. Nell'arco di pochi giorni il valore dei bulbi si ridusse a poco o nulla. Tutti volevano vendere.
I giudici di Amsterdam equipararono la speculazione sui tulipani al gioco d'azzardo e dichiararono nulli i contratti stipulati.
Per chi vi aveva investito fu la rovina.

Il tulipano ritornò ad essere un "semplice" fiore, continuò ad adornare variopinti giardini ad essere coltivato nei campi e lungo i canali e finì per diventare, insieme agli zoccoli e ai mulini a vento, il simbolo dell'Olanda quieta e ordinata.
Il momento di "febbre" e di ingannevole euforia, di quello che fu definito windhandel, commercio del vento, era finito.
Almeno per i tulipani.




Il libro di Mike Dash, La febbre dei tulipani, BUR 2008, tratta in dettaglio della "tulipanomania"

33 commenti:

  1. storia istruttiva, se solo sapessimo farne tesoro! un saluto

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    1. Magari! La "Bolla dei tulipani" è citata spesso come un precedente di altri odierni deliri collettivi negli articoli finnziari, ma è l'esempio lampante che dalla storia non si impara nulla.

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  2. Sono tra i miei fiori preferiti, anche se mi han detto tra i meno ecologicamente sostenibili. Ricordi? Te ne portai un mazzo la prima volta che ci siamo incontrate!

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    1. Certo che me li ricordoi tuoi tulipani! Un fiore magnifico: è vero. In aprile i campi fioriti in Olanda sono un vero spettacolo.

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  3. "Io, il mio tulipano nero, la mia dalia azzurra, li ho già trovati!
    Fiore incomparabile, tulipano ritrovato, allegorica dalia, è in quel paese, non è vero?"

    Anche tu hai citato Baudelaire, prima di partire per l'Argentina... leggerti mi ha ricordato la versione in prosa de L'invito al viaggio.
    Come sempre una storia bellissima, grazie.
    Paola

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    1. Ah, Baudelaiere il suo invito al viaggio. Tulipani neri e dalie azzurre, fiori mitici che trasfigurano il paese dei sogni. Grazie per avermela ricordata.

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  4. Incredibile, proprio ieri sera ho rivisto "Pane e tulipani"!
    Conoscevo la storia dei tulipani, ma tu hai aggiunto diversi particolari che non sapevo, e come sempre l'hai raccontata benissimo.

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    1. "Pane e tulipani2 con il mitico Bruno Ganz è uno dei miei film preferiti.
      Sì, è davvero una belle storia quella della "tulipanomania" e una storia da cui germinano infinite altre storie: i particolari da raccontare sarebbero tanti....Mi ha fatto comunque piacere suscitare delle curiosità.

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    2. Bruno Ganz! Ho pronto da tempo un post sui miei dieci attori preferiti, ma ora che me lo ricordi credo che ne metterò undici.

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  5. avevo letto da bambino Il tulipano nero, mi pare di Dumas, ci deve essere anche un film con Delon. Mi ricordo che con mia sorella ci eravamo chiesti se davvero i tulipani valessero così tanto, poi non ci ho più pensato. Non sapevo che fosse una bolla speculativa...mi sembra che sia accaduta la stessa cosa coi vini pregiati, quest'estate ho letto un articolo dove si concludeva che, quantomeno, il vino si poteva bere
    :-)

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    1. Alexandre Dumas nel "Tulipano nero", si è preso molte libertà con la storia, ma ne ha fatto un rimanzo magnifico. Non sapevo che ci fosse un film con Delon. Indagherò...intanto grazie della segnalazione.

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  6. Dici bene Grazia "commercio del vento" sulla bolla speculativa dei bulbi di tulipano. E' stata una ventata di follia collettiva come quella della bolla finanziaria, una corsa a chi riesce a manovrare per primo il mercato dei titoli, solo che ancora nessuno ha messo un freno.
    Bello saperne di più sul tulipano, come le sue origini e la sua storia. Bellissimo fiore. Metterò qualche bulbo a dimora per la prossima primavera.
    Un abbraccio e grazie per questo post e per tutti gli altri anche :)

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    1. La storia della "bolla dei tulipani" è stata ritirata fuori recentemente per lo scandalo dei "mutui subprime".
      Si vede che la vana speranza di guadagnare senza fatica è dura a morire! Meglio piantarli in giardino i tulipani che specularci su.
      Un abbraccio anche a te

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  7. Il tulipano è il mio fiore preferito e ogni anno ne pianto qualcuno in balcone. Tanti anni fa avevo un amico a Nimega il cui papà coltivava tulipani, mi mandò foto bellissime che conservo ancora. Dopo il tuo racconto, oltre che con amore li guarderò con rispetto..

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    1. Abitando vicino all'Olanda i tulipani nei giardini e nei terrazzi sono di rigore. L'anno corso ho visitato una fiera- mercato di fiori e i tulipano la facavano da protagonista. I colori e le screziature che hanno selezionato oggi all'epoca avrebbero fruttato delle fortune.

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  8. Post incantevole, come sempre.
    Ammetto la mia totale ignoranza e ti ringrazio enormemente per avermi aperto questa... porta.
    Ciao Grazia,
    Lara

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    1. Grazie a te, Lara. Mi piace l'idea delle piccole porte che si aprono nel grande cammino della storia.

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  9. Non molto diverso da quanto capita oggi... Da appassionata di giardinaggio sapevo della folle speculazione sui tulipani... Chissà cosa racconteranno di noi nei blog fra 400 anni!!!

    Splendido il dipinto del carro.

    Un abbraccio
    Cinzia

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    1. Difficie a dirsi, Cinzia, con tutte le "bolle speculative" e i falsi bisogno che ci sono oggi... Certo che raccontare del delirio collettivo per l'iPhone5 sarà più difficile!

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  10. Un'incredibile pagina di storia ricostruita col tuo abituale, affascinante metodo. E come afferra l'attenzione quel dipinto, soprattutto in forza delle tue spiegazioni!

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    1. E' davvero interesante i dipinto di Hendrik Pot. Pensa che ce n'è anche uno di Breughel il giovane in cui i protagonisti della "tulipanomania" sono raffiguarti in vesti di scimmie.La prova che la critica e la satita funzionava anche allora...

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  11. Sapevo che era il fiore simbolo di Istanbul, ma nulla in confronto a tutto quello che ho letto nel tuo post. Senza contare che ho pensato a gente in coda per comprare un ...bulbo, poi molti secoli dopo le code sarebbero state fatte per gli swatch, le maglie coi coccodrilli e i telefoni con la mela. Meglio i bulbi?! Forse si'!

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    1. Certi che i bulbi di tulipani sembrano più poetici, ma le motivazioni che stavano dietro al loro acquisto non sono poi così diverse da quelle di adesso.
      Tulipani o swatch...si resta sempre gli stessi: purtroppo

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  12. Questa poi non la sapevo, che ci si potesse rovinare economicamente per dei tulipani. Ricordo che una volta ne piantai diversi e alla seconda fioritura vennero tutti screziati di diversi colori, avrei potuto portarli in banca!!!
    :)))

    Comunque è un post molto istruttivo.
    Un abbraccio

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  13. Hai ragione: piantati in Olanda nel Seicento ti avrebbero fatto ricco. Oggi,invece, sarebbe stato meglio se tu avessi piantato l'iPhone 5 :-)

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  14. Ciao, cara. Grazie per questa storia che ha dell'incredibile solo fino ad un certo punto, ahimè. Un abbraccio :)

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    1. Vedi la storia dimostra che le cose più incredibili possono succedere. E il problea è che si ripetono

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  15. Tulipani o derivati di oggi, quando dalla sostanza s passa alla"carta" non si perde solo il profumo. Si perde prima il senso della realtá e poi tutto il resto. Salutare ed attualissimo ripasso della lezione.
    Gil

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  16. E' proprio vero: "quando dalla sostanza si passa alla carta non si perde solo il profumo": E purtropo dalle esperienze passate non si impara nulla...

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  17. E così ho appreso qualcosa di nuovo anche oggi, leggendo il tuo meraviglioso blog. "Nuovo"? Ormai ripetuto tante volte dall'uomo. L'allegoria del quadro di Hendrick Pot lascia comunque intendere una lezione morale dei pur sempre pragmatici olandesi. La colomba ( o il piccione?? ) davanti al carro potrebbe essere il simbolo del desiderio folle. Grazie, come sempre! Cristina

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    1. Grazie tante delle parole sul mio blog e del suggerimento

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