sabato 7 giugno 2014

La "ballata per violoncello" di Robert Doisneau




Un uomo, un violoncello e un grande fotografo: Robert Doisneau (1912-1994)


A Parigi la pioggia cade fitta, ma l'uomo con l'impermeabile bianco non cerca nemmeno di coprirsi con l’ombrello. Anzi, preferisce bagnarsi pur di riparare il violoncello che ha portato con sé. 
Un’immagine famosa, riprodotta migliaia di volte. 
Un'immagine che ha dietro una storia, ma, stavolta, nessuna rivendicazione, nessun processo come quello intentato a Doisneau dai due "falsi" innamorati che pretendevano di essere i protagonisti del celeberrimo "Bacio di fronte all’Hotel de Ville", di cui ho parlato qui.
L'uomo ritratto nella foto, Maurice Baquet, a querelare Doisneau e a richiedere un congruo risarcimento non ci pensa nemmeno: i due sono amici da lunga data, condividono lo stesso senso dell’umorismo e  lo stesso sguardo ironico sulla vita.  
Quando si incontrano, nella Parigi degli anni '40, frequentano gli stessi ambienti, hanno in comune l’amicizia con Jacques Prévert e- in tempi in cui i messaggi e i telefonini sono ancora lontani- intrattengono una fitta corrispondenza epistolare. 
Baquet, all'epoca, non è uno sconosciuto: è un attore di teatro e di cinema, uno sciatore provetto, membro della squadra nazionale francese, e soprattutto, è un violoncellista appassionato che vanta la vittoria del primo premio al Conservatorio di Parigi. Anche se non è riuscito, come avrebbe voluto, a entrare in un’orchestra, la passione per la musica e per il violoncello non lo hanno mai abbandonato.

Di tutti i personaggi delle sue foto  è quello, con cui Doisneau intrattiene il rapporto più allegro:  per  il suo  un carattere  di una serenità inalterabile lo ha, addirittura, soprannominato, il "mio professore di felicità". 
Senza dubbio si è dimostrato, fin dall'inizio, il complice ideale per mettere in scena una serie di ritratti fotografici, di cui sarà protagonista, o per meglio dire, comprimario. 
La parte principale spetterà al violoncello, grazie a cui Baquet sarà trascinato nelle situazioni più improbabili e negli ambienti più vari, dalla città, alla campagna, dalle piste da sci, alla sala di un teatro. 
Sempre insieme, lui e il violoncello.
Più di cinquanta foto che coprono un arco di tempo lungo trent’anni, a partire dagli anni ’50 fino al 1981, quando  saranno pubblicate in un delizioso libro intitolato, appunto, "Ballade pour violoncelle et chambre noire / Ballata per violoncello e camera oscura".
Partito come un gioco tra amici, si è trasformato, grazie al tocco di Doisneau, in uno di quei "teatrini"che ama tanto. Le foto, viste una di seguito all'altra si presentano come una serie di "messe in scena" in grado di rivelare, conditi con un pizzico di umorismo, gli aspetti più insoliti e stupefacenti della vita.

Ed ecco, ad esempio, come il violoncello possa dimostrare un insospettabile lato sportivo, aspettando  Baquet sulla vetta della montagna


Oppure rientri nel suo ruolo, quando tutt'e due, arrivati proprio sulla cima, improvvisano un concertino con tanto di spartito e leggio, e Baquet apparentemente incurante può sedersi sull'orlo del precipizio


Piazzato sulla schiena come un incongruo zainetto, il violoncello può essere trasportato sulle più impervie piste da sci.


Oppure galleggiare magicamente sull'acqua mentre Baquet, completamente immerso, lo guarda tra stupito e divertito


Immagini di un umorismo tenero e gentile, situazioni sempre diverse, che Doisneau orchestra- è proprio il caso di dirlo- da par suo. 
Piccole storie che vorrebbe "lievi come un battito di ciglia", ma capaci- come poche altre- di regalarci momenti sospesi tra leggerezza e poesia. 




Magari, prendendosi il tempo di ascoltare Maurice Baquet suonare, stavolta davvero, il suo violoncello (qui è il link) 

16 commenti:

  1. stupende queste foto!!!

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  2. Che delizia! Queste vanno nel nostro catalogo, sezione fotografia :-)

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    1. Assolutamente, Silvia, faremo un capitolo interamente dedicato a Doisneau!

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  3. Certo che il vero protagonista è il violoncello, pensare che doveva ...sottostare a tanti capricci. Una volta protetto sotto un ombrello e una volta messo a galleggiare in acqua senza nemmeno un gommone a sostenerlo. Ah, gli artisti!

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    1. Povero violoncello, sacrificato in nome dell'arte!

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  4. Sai, vero, che c'è chi suona sulle Dolomiti?:)

    Meraviglioso post, nel tuo stile:)

    p.s.
    ho qualche sospetto sulla foto con il violoncello sull'acqua..

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    1. Sì, Giacinta, ho assistito solo una volta a un concerto sulle Dolomiti e me ne è rimasta un'impressione indimenticabile;
      La foto sull'acqua è sicuramente truccata: se non fosse per il tocco magico di Doisneau, il violoncello sarebbe colato a picco!

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    2. La fotografia non è un trucco. Per realizzare la serie di fotografie i due amici hanno "distrutto" una decina di violoncelli. Che, naturalmente, non eran di grande valore. Credo sia uno dei libri più deliziosi del grande fotografo francese e lo metterei insieme a 1,2,3,4,5 Divertirsi a contare pubblicato nel 1955 dalla SAIE. Due piccoli gioielli che abbiamo la fortuna di vedere anche nella versione italiana

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  5. Simpatica questa storia a fotografie tutta impregnata sul violoncello. Si saranno divertiti come matti a studiare le varie situazioni!!! Ciao Grazia

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    1. Ti puoi immaginare, Jampy, il divertimento dei due amici! Però alla fine, pubblicandole, hanno fatto un regalo a tutti noi!

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  6. Secondo me è vera,
    il violoncello ha tutte le carte in regola per galleggiare
    anche senza subire danni.
    allora, ci dimostri una volta di più come sia la mente che fà l'arte
    per fare queste foto i due hanno fatto uno studio,
    le hanno pensate, realizzate probabilmente con innumerevoli scatti
    ma solo uno era quello giusto
    ed è quì l'occhio dell'artista che, prima inquadra la scena e poi sceglie l'immagine.
    Ciao.

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  7. Hai ragione: è la mente che fa l'arte. E poi occorre l'occhio e il tocco di Doisneau!

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  8. Un pizzico di umorismo ed un tocco leggero rendono la vita poetica e sorprendente! Belle belle

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