domenica 1 ottobre 2017

Un calendario d'Oriente: le "Cento famose vedute di Edo" di Utagawa Hiroshige



Inizia oggi il decimo mese dell’anno: anche se c’è ancora il sole, l’aria è più fresca e si può chiaramente avvertire che siamo già in autunno. Per questo, per cominciare al meglio ottobre, condivido un’immagine che ha il colore di questa stagione, staccando il decimo foglio dal calendario che ho scelto per questo 2017: la serie delle "Cento famose vedute di Edo" realizzata tra il 1856 e il 1858 dal pittore e incisore giapponese Utagawa Hiroshige.
Ed ecco, dunque,  la stampa intitolata: "Il santuario Akiba a Ukeij":



La scena è ambientata nel giardino del santuario di Akiba, dedicato alle divinità che proteggono dalle sciagure e dagli incendi.  
I colori che spiccano tra le rare chiome  degli alberi sempre verdi sono quelli caldi e luminosi dell’ocra e dell’arancio delle foglie degli aceri che si riflettono nelle acque placide dello stagno. 
In basso a sinistra, sulla terrazza di un padiglione da tè, un uomo è intento a dipingere il paesaggio che si estende davanti ai suoi occhi. 
Secondo alcuni studiosi questo sarebbe un autoritratto dello  stesso Hiroshige che si sarebbe raffigurato, all'interno di un tempio particolarmente caro alla sua famiglia, insieme alla moglie Yasu e al figlio Tatsu.
Una testimonianza dell'amore del grande artista per la natura e dell'incanto che per un pittore rivestono le sontuose tinte autunnali. 
Ottobre, per chi lo sa guardare, è uno dei mesi più belli, da godere in tutte le sfumature, consapevoli di vivere- come nella bellissima poesia di Vincenzo Cardarelli- il tempo dell'anno che, anche se non ha più la bellezza sfolgorante dell'estate, non si è ancora arreso ai rigori dell'inverno.
OTTOBRE
Un tempo, era d’estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all’autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.
Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest’aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulle vigne saccheggiate.

Sole d’autunno inatteso,
che splendi come in un di là,
con tenera perdizione
e vagabonda felicità,
tu ci trovi fiaccati,
vòlti al peggio e la morte nell’anima.
Ecco perché ci piaci,
vago sole superstite
che non sai dirci addio,
tornando ogni mattina
come un nuovo miracolo,
tanto più bello quanto più t’inoltri
e sei lì per spirare.
E di queste incredibili giornate
vai componendo la tua stagione
ch’è tutta una dolcissima agonia.








2 commenti:

  1. Più che mai a tema l'immagine che hai scelto per questo mese, ambiantata in un santuario "dedicato alle divinità che proteggono dalle sciagure e dagli incendi", visto gli incendi che divampano negli ultimi giorni da questa parti, nella più o meno vicina val di Susa in Piemonte ma anche proprio accanto a me, sulle montagne lombarde di Varese, di fronte a casa... c'è un viavai di soccorsi nel cielo, il cui rumore tiene il cuore in costante apprensione, anche quando lo sguardo non è rivolto al paesaggio e la testa si sta concentrando su altro...
    Speriamo che il prossimo mese ci farà trovare sintonie più serene!

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