venerdì 1 febbraio 2019

Libro d'Ore Da Costa: febbraio




Che freddo doveva essere a febbraio nelle Fiandre del XVI secolo! 
Almeno così sembra nella miniatura che raffigura il mese nel calendario del prezioso Libro d’Ore Da Costa (New York, Morgan Library, M 399) illustrato intorno al 1515 da un maestro della pittura fiamminga come Simon Bening.



Non c’è traccia di neve nel paesaggio che fa da sfondo alla scena di contadini al lavoro nelle tipiche occupazioni richieste da una vigna nel cuore dell'inverno. 
Uno di loro è rappresentato mentre pota una vite, mentre un altro sta legandola a un palo che sembra avere appena sostituito.
In primo piano a sinistra, un terzo contadino sta tentando di rompere il terreno indurito dal gelo con un piccone.     
Dietro di loro, al limite del campo, in una torre di avvistamento due uomini stanno indicando la scena sottostante. 
Sullo sfondo appare un fiume solcato da barche e fiancheggiato da colline, una delle quali è sormontata da un castello. 
Sulla collina più vicina un contadino sta lavorando alle vigne, mentre un altro sembra arare il terreno con un aratro condotto da cavalli. 

Come sempre nella pittura fiamminga, ogni sia pur minuto dettaglio contribuisce a ricreare un'atmosfera e a trasformare ogni scena in un racconto.
Qui le vesti pesanti e i copricapi dei contadini, il terreno ingiallito e privo d'erba, i rami spogli degli alberi, l'acqua cristallina del fiume e la luce azzurrata del cielo narrano di una giornata di lavoro in una campagna limpida e gelata.

Nessun dubbio, se si guarda la miniatura a tutta pagina e il foglio a fronte, dove, insieme ai Santi e alla liturgia del mese, è raffigurato il segno astrologico dei Pesci entro in un paesaggio desolato, febbraio merita tutta la sua fama di mese più freddo dell’anno




1 commento:

  1. mi colpisce il contadino con la giubba rossa che tiene i legacci in bocca e questa vigna che si perde a vista d'occhio. Ciao.

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