mercoledì 8 giugno 2011

Bruxelles, Arne Quinze e The Sequence




Da qualche mese dividiamo gli amici che vengono a trovarci a Bruxelles in due categorie: quelli che non conoscono l'opera di Arne Quinze (e li portiamo subito a scoprirla) e quelli che la conoscono (e li portiamo a rivederla).

Insomma non c'è scampo

Cityscape
Ho cominciato ad amare Arne Quinze, quando, qualche anno fa, in uno spazio centrale, ma vuoto, della città ho visto nascere la sua prima opera: Cityscape, purtroppo, poi,  smantellata.
Dico nascere, perché questa è la parola che mi viene alla mente, quasi fosse stato qualcosa di organico, un albero, una nuvola o uno strano esotico animale, che, improvvisamente, avesse preso vita.



Nei link che qui inserisco si possono trovare le concezioni di questo scultore belga quarantenne che si definisce “futurologo” e visionario”; 
dei cenni sulla sua avventurosa biografia (da autore di graffiti, a membro di una gang di motociclisti, a raffinato designer) 
e  scoprire altre sue opere realizzate o in progettazione.

E per due anni (fino al 2013), visitando Bruxelles, si potrà vedere, tra due edifici del Parlamento fiammingo, in rue de Louvain, in una zona  poco frequentata e destinata a uffici e a istituzioni pubbliche, un'opera come questa:






The Sequence, si chiama, è lunga ottanta metri e alta quindici.
E' nata, quasi d'improvviso, con un montaggio che è durato quindici giorni, costruita in pezzi di legno di recupero, sostenuta da pilastri di legno, inseriti in zoccoli di cemento, e dipinta con uno smagliante colore arancione. 


Un'opera da vivere.





Ci si può camminare sotto, come fosse uno di quei dragoni di carta, che sfilano nei cortei orientali per il nuovo anno.









La si può osservare da due piattaforme fornite di panchine; la si può fotografare da ogni parte, meravigliandosi a ogni minima variazione di colore.








Si può giocare a intravedere il verde degli alberi o a guardare come si riflette  nei vetri delle finestre dell'anonimo palazzo di fronte.







Che cosa significa ? Non lo so. Ma, forse, non occorre nemmeno saperlo.

Quello che è certo è che una zona appartata, silenziosa e un po' grigia si è, di colpo, trasformata.
La presenza di questa scultura ha reso vivibile, straordinaria e affascinante una parte quasi ignorata della città. 


Un'esplosione di vita. 
Come se fosse un elemento naturale, spontaneo, rigoglioso e irrefrenabile.

Quando mi ci sono trovata di fronte, per la prima volta e senza preavviso, c'era il sole e   la gioia e  l'allegria che mi ha provocato sono state le stesse che  avrei provato alla vista inaspettata di un campo di papaveri o delle foglie rosse degli aceri nei primi giorni dell'autunno.


E poi ? ... E poi  intorno c'è Bruxelles.
E non è poco.






la prima foto è presa da Wikipedia
le altre sono di mio marito



18 commenti:

  1. Ma lo sai che è davvero bella? A me da la sensazione di un corridoio alberato, di una pergola gigantesca. Il contrasto di colore è vitale e poi io adoro l'arancione così intenso!
    Mi vien voglia di venire lassù a vederla dio bono!

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  2. L'Ente promozione turismo di Bruxelles ti deve assolutamente mettere sotto contratto honoris causa.
    Gil

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  3. No, non sono sotto contratto con 'ufficio del turismo di Bruxelles. È peggio; quello che ho con la città non è un rapporto di lavoro: è amore.

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  4. Grazia, hai deciso di farci venire tutti li? :-)))
    "Creatore di atmosfere", come definizione ( se ce ne fosse bisogno ), è abbastanza calzante. Effettivamente ti regala una visione sorprendente.

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  5. mi ricorda un incrocio fra: un nido di uccelli, una nuvola di zucchero filato, il parco Guell, il carnevale di Rio, un disegno di bambini felici fatto coi pennarelli.

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  6. Tu più scrivi di luoghi e cose belle da vedere in Belgio, più devi mettere in conto che le permanenze dei tuoi futuri ospiti (sappilo, sappilo) diventeranno lunghe e impegnative per te (sappilo, sappilo).
    :)))
    Baci.

    mt

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  7. Queste cose mi danno un'idea di libertà nell'uso della città , come certa gente che mette in casa propria cose magiche e infantili,tende fatte con le conchiglie o con i fiori di plastica , che a me sembrerebbero poco serie, ma poi le desidero !Questa cosa qui , poi , è molto bella e spontanea, perchè già ci sono in giro , ne ho vista una a Firenze poco tempo fa , delle cose "forzate" , quella che ho visto era un incarto di alcune colonne in un cortile storico fatto con del cellophan da imballaggi ,che era una cosa appena "carina", ma anche forzata , originale per forza. In questa che ci fai vedere c'è un gran senso di libertà.

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  8. Giusto! Non occorre sapere sempre il significato di un'opera d'arte! L'importante consiste nel fatto che parli al cuore.

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  9. Hai ragione sai? Dà l'idea di un dragone orientale! E comunque quando le opere di arte, installazioni o architetture sanno avere carattere di originalità ma, allo stesso tempo fondersi e valorizzare i luoghi che le ospitano, allora per me vuol dire che il loro creatore è un genio. Che sa fondere la sua creatività con l'umiltà di avvicinarsi a un luogo preesistente e convivere, o addirittura fondersi con esso.
    PS Ecco perché non sono mai riuscita ad entusiasmarmi a Christo, quello che, per intenderci, "impacchetta" le opere d'arte di altri.

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  10. è incredibile! Sono senza parole.
    Chissà che emozione nel vederla dal vivo.
    No, DEVO vederla dal vivo! Assolutamente.
    Hai aggiunto una tappa al mio viaggio! ;)
    Buona Giornata!
    Lily

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  11. Opere che sono davvero una esplosione di vita!

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  12. Grazia cara, so già che prima di visitare Bruxelles dovrò stamparmi molte pagine del tuo blog! :)

    un caro saluto

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  13. ....altro che il mio misero albero della lana....Un caro saluto.

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  14. io rientro nella prima categoria. Non avevo mai sentito parlare di Arne Quinze. Un'altra lacuna da colmare

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  15. Ho pensato alla bella espressione che devono aver avuto i tuoi occhi quando ti sei imbattuta in questa meraviglia. E pensarti felice e stupita mi ha subito messo allegria.
    Saluti affettuosi

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  16. @ Grazie a tutti per i commenti.In effetti la scultura di Arne Quinze vale una visita,da sola e per la città che le sta intorno.Bruxelles è così: la sua vitalità, la sua bellezza è tutta da scoprire.

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  17. Stupendo! Neanche io lo conoscevo! Complimenti per il post.
    No vedo l'ora di poter visitare Bruxelles e vederlo dal vivo!
    http://artsandco-rosie.blogspot.it/

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