sabato 28 gennaio 2012

Sargent e Madame X




Nel maggio 1884, a Parigi, la folla si accalca di fronte a questo dipinto:




L'autore è John Singer Sargent (1856-1925). 
Ventotto anni, di origine americana, ma nato a Firenze, è arrivato a Parigi per fare il pittore. Ammira senza riserve le opere di Manet e degli impressionisti, ma si rifà anche ai grandi maestri del passato, da Velazquez a Franz Hals.
Il suo stile piace molto e lui spera che, esponendo nella prestigiosa sede del Salon, riuscirà ad avere la sua consacrazione ufficiale.

La modella del ritratto è la bellissima Virginie Amélie Avegno (1859-1915).
Ha ventiquattro anni e anche lei è americana: viene dalla Louisiana, dove la famiglia possedeva una piantagione e il padre era stato un eroe della guerra di Secessione.
Si è trasferita da poco in Europa e ha sposato il ricco banchiere parigino Pierre Gautreau. È molto elegante e  si dice che abbia un guardaroba da sogno.
La sua ambizione è quella di emergere e per riuscirci  usa ogni mezzo: molti le rimproverano di aver puntato tutto sulla bellezza e di tenere una condotta non proprio irreprensibile.
Nei salotti, si sussurra delle sue numerose infedeltà e di una eccessiva libertà di comportamento.

John Sargent ha insistito a lungo per poterla ritrarre e si è assoggettato a tutti i suoi capricci: Virginie ha poco tempo per posare e preferisce seguire i suoi molti impegni mondani
È riuscito, comunque, a eseguire una serie di studi, anche se è difficile rendere in pittura il fascino poco convenzionale di quella “donna-pavone”, come l’ha definita in una lettera.
Ma, alla fine, dopo un anno, realizza il suo dipinto.

Nella tela di grandi dimensioni, circa due metri e mezzo per poco più di un metro, su uno sfondo marrone, emerge la silhouette della donna, imponente e statuaria. 
È in posa, in piedi, con il volto di profilo e la mano sinistra appoggiata a un tavolo.
Ha un vestito di raso nero con una scollatura che ne evidenzia il décolleté.
Tra lo scuro del fondo, l’abito nero e la pelle bianca, quasi perlacea, delle spalle e del collo il contrasto è netto. Il pallore, all'epoca, è alla moda e lei lo ha accentuato, usando uno spesso strato di cipria chiarissima.
Se la si guarda da lontano, la bianchezza della pelle lattea dà una sensazione di nudità. 
Ne traspare una sensualità algida, ma ostentata e cosciente di sé.
È una donna libera che conduce il gioco della seduzione e che si propone, con orgoglio, agli sguardi dei visitatori.

Quando si apre la sala 31, dove il dipinto è esposto, è subito scandalo.
E non per la novità della pittura, come era avvenuto, qualche anno prima, per i quadri impressionisti. 
Stavolta è uno scandalo sociale.
La modella del ritratto non è anonima; è quella Madame Gautreau, che tutti conoscono, almeno di nome e che molti hanno intravisto alle feste o nei salotti alla moda.
Non è né una cantante né una balleria, ma una delle esponenti più in vista dell’alta società parigina. 
E si mette in mostra sfrontatamente.
È vero che nella tradizione passata e recente della pittura  c'erano stati dipinti ben più erotici, ma il travestimento mitologico o l'ambientazione storica ne avevano "mascherato" la suggestione sensuale.
Qui, invece,  Virginie, giocando "a carte scoperte", infrange il codice di comportamento della "Parigi bene". E questo per molti è intollerabile.
Il pubblico elegante del "tout Paris" entra nella sala ridacchiando o commentando con riprovazione. 
La notizia passa di bocca in bocca.
I giornali riportano le reazioni della famiglia di Virginie. I parenti sono sconcertati: la madre, indignata, pretende spiegazioni e fa una sfuriata pubblica a Sargent.


Un dettaglio, soprattutto, ha fatto scalpore:  una delle spalline dell’abito è scivolata, come appare nella foto della prima versione del dipinto.
Un solo movimento e potrebbe rimanere nuda”: scrive, con qualche esagerazione, "Le Figaro".
La sola vista della spallina, insomma,  ha turbato e stuzzicato i visitatori.

Approfittando della chiusura del Salon, Sargent, sconvolto dalle reazioni inattese, cerca di rimediare: rialza la spallina e cambia il titolo del dipinto.
Toglie il nome di Virginie e lo intitola Madame X.
L'intento è di sottrarla al gossip, ma anche di far pensare che non sia un ritratto specifico, ma un simbolo generico di erotismo femminile.
Tutto inutile. Lo scandalo non si placa.
Quella spallina  non se la scordano più.

Il dipinto sarà ritirato immediatamente.
Altro che successo! Anche a Parigi con i benpensanti non si scherza.
Sargent è costretto a trasferirsi a Londra, e per lui sarà una fortuna perché là, sotto l’egida dello scrittore Henry James, diventerà quel ritrattista alla moda che ha sempre sognato. 
Quando venderà il dipinto al Metropolitan Museum di New York per mille dollari ammetterà che è la cosa più bella che abbia mai fatto.
Virginie, invece, dovrà ritirarsi e condurre una vita quasi monastica prima di essere riammessa in società. 
Dal punto di vista mondano per lei è finita. 
Le porte dei salotti dell'aristocrazia si sono chiuse per sempre.

I tempi, però, cambiano e il ritratto oggi non scandalizza più nessuno. Anzi.
Un ultimo sussulto di suggestione osé il dipinto, a ogni modo,  ce l'ha avuto.
Nel 1946, quando, per un film, si tratta di abbigliare Rita Hayworth come una femme fatale, il costumista si ricorderà del contrasto dell’abito di raso nero con la pelle bianca di Madame X. 
Aggiungerà i guanti lunghi, toglierà del tutto le spalline e sarà una delle icone sensuali più straordinarie della storia del  cinema: sarà "Gilda".





La storia del dipinto è riassunta in un libro di D.Davis: Strapless: John Singer Sargent and the fall of Madame X. Una mostra su "Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo",si aprirà a Firenze a Palazzo Strozzi. dal 3 marzo al 15 luglio 2012.


24 commenti:

  1. La mia opinione sulla "società" francese non è mai stata altissima e dal passato arrivano illustri conferme.
    CST

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  2. Che belli gli scandali della Belle Epoque quando bastava una spallina ! Quanto a Sargent lo andrò a vedere a Firenze alla mostra che segnali.Sai se ci sarà Madame X ?
    Ciao
    Anna

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  3. E' più composta di Gilda ma ha suscitato ugualmente il malevolo ed invidioso chiacchiericcio.
    Interessante il rapporto che poni tra pittura e cinema. Grazie ad un amico blogger ( deladelmur ), ho avuto modo di riconoscere in fotogrammi di films ( di Tarkovskij, per esempio, )celebri composizioni e soggetti leonardeschi.

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  4. L'algida Madame X e la "caliente" Gilda: bello il paragone e interessante la storia per l'evoluzione del concetto di scandalo e la liberazione di un erotismo femmeninile consapevole di sè.
    Ciao
    Marco

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  5. @CST: La società francese è solo apparentemente più libera delle altre alla fine dell'800. In realtà i codici di comportamento, soprattutto nei confronti delle donne sono uguali dappertutto.

    @ Anna: non so se a Firenze ci sarà o no il ritratto di Madame X. Comunque, da quello che si puo' leggere nei comunicati stampa, sembra una mostra da non perdere.

    @ Giacynta: il rapporto tra pittura e cinema è suggestivo e continuo. Di Tarkovskij non sapevo.Ci sarebbe, davvero, materia per molti post...

    @ Marco: E' vero . l'evoluzione del concetto di scandalo dice molto sulla liberazione femminile. Gilda è un film mitico, un capolavoro assoluto.Per me Rita / Gilda è l'icona della sensualità ( ne ho parlato anche in un post). Sul vestito nero e sul costumista Jean Louis c'è una voce in Wikipedia ( la trovi qui :http://it.wikipedia.org/wiki/Vestito_nero_di_Rita_Hayworth )

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  6. Che articolo fascinoso! E pensare che un po' della vicenda sapevo. Non avevo mai fatto un accostamento con "Gilda", un film che é nel mio cuorte da tanto, tanto tempo.

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    1. L'accostamento a Gilda vale solo nel colore dell'abito e nel contrasto con il biancore delle pelle. La sensualità di Gilda, più calda e coinvolgente, rimane per me inarrivabile.

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  7. Ora lo so che ti do un compito per il fine settimana...mi chiedevo come si reagì allora per il ritratto di Donna Florio di Boldini. Lì non c'erano nemmeno le spalline!

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    1. Studio, studio...Di donna Franca Florio ci sono molti ritratti di Boldini. Quello del 1914 è quello con l'abito "senza spalline". Tieni conto, però,che erano già passati una trentina d'anni, e anni che contano...

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  8. Un bellissimo e istruttivo post che pone in evidenza, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di quanto l'immagine femminile sconvolga le menti. Ovviamente è un confronto ambientato tutto in terra maschile, perchè sono gli uomini a dover combattere con le loro pruderie, anche se è possibile che alcune donne condividano, da brave marionette assoggettate, la condanna del dipinto. Non si pone nemmeno minimamente il problema della donna oggetto, i tempi non sono maturi, ma si evidenzia che un simile ritratto sarebbe stato tollerabile se la modella fosse stata una soubrette, ossia una donna-oggetto per "mestiere", ma non una donna dell'alta società. Come se esistesse una precisissima linea di separazione fra una presunta virtù ed il suo contrario, dove per virtù s'intende l'oscuramento della realtà sensuale-sessuale del corpo e dell'immagine femminile. Il tutto ovviamente in un teatro d'azione dove chi dirige e comanda è sempre e solamente l'uomo.
    Cavolo Grazia, ma lo sai che certi tuoi post mi fanno infilare in dei ragionamenti che si ramificano all'infinito? Ovviamente più che ragionamenti sono farfugliamenti, ma appena ho scritto quel che ho scritto sentivo un pensiero che si domandava che differenza c'è, a livello profondo, fra la negazione della donna nei cristiano-cattolici e quella dei musulmani, sapendo che, al di là delle apparenze, i catto-cristiani vorrebbero portare quella negazione della sessualità della donna anche nelle stanze private, mentre i musulmani nel privato riconoscono alla donna una libertà sessuale molto ma molto maggiore.
    Perdona questo commento-fiume.
    Un forte abbraccio

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    1. Le donne dell'alta società dovevano obbedire a codici di comportamento rigidi e precisi, Almeno formalmente. La mia impressione è che quello che disturbava nel ritratto fosse la libertà con cui Virginie conduceva il gioco, libertà possibole, forse, nel privato, ma inaccettabile in pubblico.
      Sono contenta che il post susciti commenti cosi' profondi e articolati.Un abbraccio anche a te

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  9. Sorprende, davvero, che una società tutto sommato aperta come quella francese potesse invece esser capace di tanta spietata chiusura nei confronti delle donne.
    Devo ammettere, però, che il quadro, pur splendido, mi suscita un sentimento di grande antipatia, antipatia proprio per questa madame X, con la sua smania di apparire e di essere ammirata.
    Allora una leggerezza del genere si pagava cara; oggi sarebbe il primo passo per quella popolarità e quell'ammirazione cui Virginie ambiva.
    Saluti affettuosi

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    1. Com'è vero quello che dici: ora una leggerezza del genere non sarebbe che il primo passo...
      Certo Virginie usava coscientemente il suo potere d'attrazione. Nel libro sul ritratto è dato un grande spazio alla figura della madre che spingeva Virginie, salvo poi , quando lo scandalo diventa pubblico, fare marcia indietro ed assurgere a prima paladina della morale...Anche qui niente di nuovo.

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  10. Per un giardiniere come sono io per buona parte dell'anno una donna così, che fa del suo corpo uno strumento per salire nella società, e poi rimane bruciata dalle sue scelte , mi fa abbastanza rabbia. Mi piacciono altri tipi di donne. ovviamente, ma la storia è paradigmatica e il ritratto bellissimo, molto attuale.

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    1. Nemmeno a me certi tipi di donne stanno simpatici ed è una grande abilità di Sargent quella di farci vedere il carattere che sta dietro l'apparenza.

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  11. Stupendo davvero questo ritratto! E la modella deve essere stata davvero speciale. Andrò a fare una ricerca...

    Se vai al Nord Grazia, farai il pieno di neve. Anche da noi era molto secco prima di questa nevicata e quà e la ci sono stati anche degli incendi. Un po' di neve ci voleva anche per ripulire l'aria...

    Buon viaggio e a presto
    Cinzia

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    1. Hai visto ? La modella è fredda come il ghiaccio di questi giorni. Un po' di neve, comunque, ci voleva davvero. Speriamo che rimagna un po'...

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  12. Certo che per noi, oggi, è dura capire cosa ci trovassero di tanto scandaloso. I tempi sono davvero mutati. Resta l'antipatia di quel naso puntato altrove, verso le sue ambizioni, deviato rispetto alla traiettoria dello sguardo dello spettatore con una certa dose di disprezzo. Secondo me il buon titolo di questo dipinto potrebbe essere "La puzza sotto il naso". Non trovi?

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    1. La "puzza sotto il naso" mi sembra adattissimo a quella snob gelida che doveva essere Virginie. Però Sargent, che gran pittore !

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  13. Eh eh... e la storia del famosissimo ritratto di Donna Franca Florio dipinto da Boldini la sai? Eh eh... ;-)

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  14. No, che non la so. E', per caso, quello venduto in asta da Sotheby's ? Non vedo l'ora che tu me la racconti! Eh eh ...

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  15. La storia (molto sintetizzata) del ritratto che Boldini fece a Donna Franca Florio la trovi seguendo questi due link sullo splendido, ricchissimo sito di Natasha Wallace dedicato a Sargent (http://www.jssgallery.org/) alla quale anni fa avevo inviato le foto e i riferimenti bibliografici.

    http://tinyurl.com/7lxulk9
    http://tinyurl.com/6ulfn2b

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  16. è ripreso da Denuziere nella saga di Bagattelle in Louisiana? Si tratta di Gratianne, diglia della mitica Virginie Tregan, fatta sposare a Parigi con un banchiere?

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