giovedì 21 agosto 2014

La via svizzera all'assurdo: le cartoline di Plonk e Replonk



Anche oggi, tanto per cambiare, è una giornata di tempo incerto e mi tocca a stare in casa. Per fortuna, posso distrarmi sfogliando un album di vecchie cartoline che immortalano eventi indimenticabili.

Come, ad esempio, la fine della ciclopica impresa della costruzione delle Alpi nel 1899, con un gruppo di operai che posano, fieri e orgogliosi, dopo aver collocato l'ultima cima:


oppure il primo (e, forse, unico) calesse a utilizzare la rivoluzionaria, quanto poco pratica, invenzione della retromarcia: 


per arrivare alla malinconica immagine di un'intera famiglia, colpita dalla terribile epidemia di mustacchi che infuriò nel 1890 e che non risparmiò né donne, né bambini: 


e per finire con la foto del 1911, che ritrae il glorioso Club dei giocatori di domino del Giura, in occasione della trentesima vittoria consecutiva nel Campionato svizzero a squadre:


No, non sono diventata matta e non avete nemmeno sbagliato blog. 
Queste cartoline esistono davvero: sono quelle create da Plonk e Replonk, due artisti, grafici, editori, comici e chi più ne ha più ne metta, titolari, dal 1997, di un atélier dichiarato da loro stessi "di pubblica inutilità"
All'anagrafe, Hubert e Jacques Froidevaux sono fratelli (qui) e, per di più, svizzeri, nati in una piccola città industriale, Chaux- de-Fonds, con "40.000 abitanti e altrettanti orologi" nel massiccio del Giura (qui è un video con una loro intervista)


La loro intenzione, sotto le vesti di Plok e Replonk (lo pseudonimo richiama i colpi del martello) è quella abbattere i luoghi comuni: primo fra tutti quello che gli svizzeri non abbiano senso dell'umorismo. Perché loro, invece, ne hanno da vendere. 
Un umorismo bizzarro che arriva fino all'assurdo. 
E che ha cominciato  a esercitarsi, modificando cartoline di fine'800, ritrovate in qualche negozio di rigattiere: vecchie foto, a cui il bianco e nero, il seppia o i colori sbiaditi e l'aria solenne dei protagonisti, abbigliati in ghette e doppiopetto, conferivano un tono di austera serietà.  
Con un programma di foto-ritocco e, dove occorre, anche con i tagli e le ricomposizioni di un "collage", sono stati capaci di trasformarle, con l'aggiunta delle loro bizzarre didascalie, in immagini così strampalate da rivelare insolite e insospettabili realtà. 

Basta guardare  come sono riusciti a stravolgere la serie dei "mestieri di una volta", tanto cara ai collezionisti più nostalgici.
Per esempio con questo gruppo di operai di Lione intenti al lavoro, che, brandendo biberon pieni fino all'orlo, si occupano dell'ingrasso dei bachi da seta:




Oppure con questo generale, che passa in rivista le truppe, abbigliato di un vezzoso tutù, ultimo esponente della nobile professione dei "generali da operetta": 



Sarcastici e irridenti, non si fermano nemmeno davanti all'esercito e arrivano, anzi, a ricreare interi battaglioni di fanti in divisa, rigidamente inquadrati e addestrati per pulire, con secchi e spazzoloni, lo sterco del cavallo del comandante:  


Tanto meno hanno scrupoli nell'attaccare tutta la retorica che imperversa nelle celebrazioni del Milite ignoto, collocando, accanto alla tomba, il gruppo in lutto della moglie e dei cinque figli:


Un umorismo beffardo, corrosivo, capace di impegnare  a lungo chi ha voluto trovarne ascendenze illustri tra le arti incoerenti (ne ho parlato qui), il movimento dada o il surrealismo, oppure lo ha avvicinato al non-sense, ai disegni dell'americano Glen Baxter (qui) e- perché no?- perfino alle paradossali battute dei Monthy Phyton.


Plonk e Replonk, però, non si lasciano classificare.  
Preferiscono che la loro opera rimanga un Ufo, un oggetto non identificato e si accontentano di definirsi, più che artisti, "politossicodipendenti di sigarette e di cioccolato". 
Intanto, senza prendersi troppo sul serio, continuano a sovvertire la realtà con le loro idee "che vanno e vengono come un tosaerba in uno stadio o come un boomerang australiano". 

Fino a prendere in giro una società di un tecnicismo così sofisticato da inventare macchine complesse per piegare le banane:


o così maniaca della sicurezza da simulare, con tanto di manichini disarticolati,  improbabili incidenti di pedalò:


Con quel pizzico di serietà e di abitudine agli impervi sentieri di montagna necessari per avventurarsi nel terreno vertiginoso dell'assurdo, Plonk e Replonk si divertono a sfidare il buon senso e a combattere, con l'ironia, le battute e i giochi di parole, le convenzioni del quotidiano

Come con questo straordinario "Fantasma" che all'Opéra preferisce "l'apéro":


Basterà immaginarselo, con tanto di lenzuolo e di catena, aleggiare intorno a qualche tavolino pronto per un'"apero-cena" (una parola che sembra inventata dai due fratelli) per introdurre un po' di bizzarria nelle nostre serate estive e rinfrescare i pensieri con l'aria stuzzicante delle montagne svizzere. 







Chi non si sgomenta di fronte all'assurdo, troverà una sorta di "the best of" nel loro delizioso libro "De Zéro a Z" (qui) oppure scoprirà, nel loro sito di plonkeries, tutta una serie di oggetti stravaganti e inutili, di cui non sarà facile fare a meno. Il link è qui 




9 commenti:

  1. Non solo arte,
    ma tutto quel che serve per allietare lo spirito
    compresa la birra delle trappe e le cartoline
    brava, questo blog va benissimo così
    ma l'altro langue.

    Di Dufy che dici?

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    1. È vero, mi piace, spaziare dall'arte a quello che può farmi ( e far) piacere senza pormi troppi problemi. E poi penso che poter strappare un sorriso sia già una bella conquista.
      Quanto al'altro blog non credo che per ora lo continuerò: sento di avere già scritto quello che avevo urgenza di scrivere e di comunicare. Per il resto vedrò se un giorno mi verrà voglia di ricominciare: mi lascio guidare dall'istinto e lascio una porta aperta.
      Su Dufy ti ho risposto là: credo che in quello che dici ci sia un po' di verità e che la malinconia che tu ci trovo è quella inevitabile in una pittura che si vuole leggera, ma non superficiale. E, comunque, è uno di quegli artisti che possono accettare molte e differenti letture. E, poi, le tue opinioni- e non solo su Dufy- sono sempre interessanti...

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  2. Risposte
    1. Lo immaginavo! Guarda anche il sito e il libro: per me sono straordinari!

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  3. L'effetto domino si applica anche ai sorrisi che questo simpaticissimo post innesca :)
    Un abbraccio

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  4. Insolito lato degli svizzeri...o forse è meglio dire che sono alquanto insoliti questi gemelli che, in quanto svizzeri, hanno questo spiccato ed originale senso dell'umorismo. Belle tutte e scegliere quale fra tutte sia la migliore mi costerebbe tempo, Mumble e rimumble, per fare il verso a loro, in versione fumetto.

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  5. ma questi due posseggono un'ironia strepitosa! Sicuri che siano proprio svizzeri svizzeri?

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  6. Eh, Eh,gli svizzeri possono essere davvero sorprendenti!

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