venerdì 1 giugno 2018

Il ciclo dei Mesi del Duomo di Otranto: giugno




Senza nemmeno accorgersene siamo arrivati alla metà dell’anno: siamo al primo di giugno  e, come sempre, sono pronta a vedere cosa ci riserva l'immagine del mese elaborata tra il 1163 e il 1165 dal monaco Pantaleone, su commissione dell'allora vescovo della città, per il Ciclo dei mesi raffigurato a mosaico nel pavimento del Duomo di Otranto.
Dopo Maggio, rappresentato come un re, si torna a una scena più tradizionale tratta da quei lavori agricoli che, con il loro ritmo sempre uguale, segnavano per gli uomini dell'epoca il passare delle stagioni.
Ed ecco allora come si presenta giugno:




L'astrologia collega giugno al segno dei Gemelli che in effetti compare qui raffigurato da due bambini che, anziché tenersi per mano come nelle rappresentazioni tradizionali, sembrano raggelati nella posa di un balletto.
La scritta "IUNI" identifica il mese come un contadino che, indossando una corta tunica e un cappelluccio a punta per difendersi dal sole, sta mietendo il grano con la falce, attento a tagliare le spighe abbastanza in alto in modo da lasciare più stoppie possibile per il pascolo degli animali. 
A terra, davanti a sé, ha già ammucchiato due fasci di spighe.
La mietitura, al tempo, è l'attività principale dell'anno, non solo perché il pane è alimento indispensabile alle mense dei ricchi e dei poveri, ma anche per le sue implicazioni religiose in connessione con il sacramento dell'Eucarestia ed ha per tutti una valenza quasi sacra. 
Le spighe di grano, stilizzate al centro della scena, simboleggiano anche l’abbondanza.
Non stupisce dunque che proprio questo lavoro dei campi sia stato scelto per la raffigurazione di un mese in cui la luce raggiunge il suo culmine con il tempo del solstizio e che sembra aprirsi sotto il segno dell’ottimismo. Speriamo che anche oggi sia così.









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