venerdì 2 marzo 2012

Le "Très riches heures du Duc de Berry": Marzo



Il tempo passa velocemente ed è già il momento di staccare il terzo foglio del calendario delle "Très Riches Heures du Duc de Berry ":

 


È Marzo, non fa più freddo e la primavera è nell'aria.
Brilla un sole chiaro e il tepore della bella stagione ha, finalmente, sciolto la neve di febbraio (ne ho parlato qui). Nelle campagne del duca di Berry, possono iniziare i lavori di sistemazione e preparazione delle colture.


Nella lunetta in alto, il sole transita con il suo carro celeste, sotto i segni zodiacali dell'Acquario e dell'Ariete. Al di sopra, nei semicerchi concentrici, sono indicate le fasi lunari e la durata dei giorni.
Sullo sfondo di un grande castello, circondato da poderose cerchie di mura, iniziano i lavori nelle vigne. Due contadini sono intenti a potare e concimare le viti, mentre dall'altra parte, in un campo recintato, un uomo si china su un sacco per prenderne delle sementi.
In basso un contadino con la barba bianca guida un aratro condotto da due buoi.

Marzo, si sa, è pazzzerello, ora come sei secoli fa, e il cielo può cambiare rapidamente dall'azzurro al grigio.
Se ne accorge bene il pastore, che, visto il bel tempo, aveva deciso di portare fuori le pecore. Ora, invece, deve scappare velocemente, perché, sopra di lui, si sta scatenando una tempesta di grandine.

Davvero nel cielo di marzo può succedere di tutto. Così può anche capitare di vedere volteggiare un drago alato, del colore dell'oro, sopra la torre del castello.



L'apparizione è meno strana di quello che si potrebbe pensare, perche quel drago dorato è  legato alla storia del duca di Berry.
È niente di meno che la fata Melusina, protagonista di un'antica favola che si svolge nel castello sullo sfondo, quello di Lusignano, nel Poitou.
L'ha riadattata da poco il poeta di corte, Jean d'Arras, nel suo Roman de Mélusine, per celebrare la dinastia, da cui discende il Duca.

Il racconto, all'epoca, lo conoscevano tutti. Melusina è una fata bellissima che, per amore, aveva accetto di sposare Raimondino di Lusignano e di concedergli ogni beneficio, purché lui rispettasse un patto: quello di non vederla mai di sabato.
Come sempre succede nelle favole, le proibizioni sembrano fatte apposta per essere trasgredite. Raimondino teme che la moglie lo inganni e, un sabato, si apposta per spiarla da un buco del muro. Scopre così che ha le sembianze ibride di una donna e di un serpente. Rimane atterrito, mentre lei fugge, piangendo, per ritornare nel regno delle acque. Non tornerà mai più, ma riapparirà ogni volta che una disgrazia incomberà sulla famiglia e i suoi discendenti daranno lustro alla stirpe.


Nella miniatura due mondi si uniscono. La realtà assomiglia a una favola, col primo sole di primavera che illumina una campagna, dove sembra assente ogni fatica, ordinata e simmetrica come un giardino. La fantasia entra nella realtà, con il drago-Melusina che vola sul castello di Lusignano, il preferito dal duca. 
È il centro nevralgico del Ducato ed è fedelmente rappresentato, come un vero e proprio "ritratto d'architettura", con le sue torri e i suoi tetti di ardesia.
Siamo  ai primi del Quattrocento: il Medioevo vive il suo sfolgorante tramonto  nel mondo dorato di una corte del Nord.
I romanzi cavallereschi si recitano a memoria. Cavalieri, banchetti e tornei fanno parte del quotidiano.
Il passato si ammanta di un alone leggendario, tanto che il duca di Berry può vantarsi di discendere, non da un eroe classico, ma da una fata.
Sogni e realtà si mescolano nell'ambiente prezioso e ovattato della corte.


È questa l'atmosfera, in cui sono immersi anche miniatori al servizio del duca: i fratelli Limbourg e i loro collaboratori. Sono loro a trasfigurare la realtà con le loro immagini. Grazie alla loro capacità di guardare il mondo con uno stupore infantile riescono a rappresentare, con la stessa meraviglia, fenomeni metereologici e visioni  fantastiche. Possono, così, far convivere, nei loro cieli di lapislazzuli, le nuvole cariche di grandine e l'apparizione di un  drago dorato, stilizzato come un simbolo araldico.
E l'incanto si  trasmette, miracolosamente,  fino a noi.

 
 
 
 

14 commenti:

  1. Ho visto che hai pubblicato un post su marzo e sono venuta a leggerti e è stata una sorpresa trovarci la fata Melusina perché proprio in questi giorni sto leggendo Possessione di Antonia Byatt, in cui si parla della fata Melusina e della sua leggenda.Sono contenta di vedere qui da te i luoghi e il castello in cui si svolge in quell'atmosfera fantastica che tu racconti così bene.
    Saluti
    Anna

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    1. Melusina è un personaggio stupendo. Ne parla anche Marcel Proust nella "Recherche", facendo discendere la stirpe dei Guermantes dai Lusignano e paragonando, a volte, la duchessa Oriane a Melusina. Sono rimasta anch'io meravigliata quando l'ho trovata raffigurata nelle "Très riches heures" e ho scoperto che il duca di Berry era fiero di proclamarsi suo discendente. Era tipico dell'atmosfera "favolosa", nel vero senso della parola, delle corti del Nord

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  2. Che bella questa descrizione! Brava e grazie.
    Buon fine settimana.
    Ciao
    Loretta

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  3. Sai se Melusina e la Melisande di Debussy siano la stessa persona/fata?
    in ogni modo adatte all'incanto del marzo pazzerello come la tua bella descrizione
    Ciao
    Marco

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    1. No, non sembrano la stessa persona. L'opera di Debussy ha tutt'altre fonti .Quello che c'è di simile è l'atmosfera magica e incantata. Grazie e a presto

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  4. E non poteva che discendere da una fata il committente del magico calendario:)
    Un abbraccio

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  5. Trovo incredibile quante varianti esistano dell'antica favola di Amore e Psiche, e anche quella di Melusina non sfugge alla regola che in amore qualcosa deve sempre restare celato e che la curiosità, istigata da brutti sospetti, distrugge il sogno perchè distrugge la fiducia.

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  6. Questo racconto é tutto un incanto! Non posso aggiungere altro, per non rovinare l'atmosfera, anche se mi verrebbero spontanee tante domande di ordine storico: ma di sicuro darai risposte tu affrontando i prossimi mesi.

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  7. se queste sono le premesse, marzo comincia nel migliore dei modi. E noi abbiamo un grande bisogno che sia così. un caro saluto

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  8. Dopo aver letto questo post illuminante, ho proposto un patto a mia moglie: non vederci mai di sabato. Almeno di sabato!
    già CST

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  9. Grazie a tutti per i commenti.
    È vero che l'atmosfera del marzo pazzerello ( ieri c'era il sole e oggi qui nevica) induce a sognare fate e cieli di lapislazzuli e cieli azzurri.La favola di Melusina è bellissima e, come dice Ruhevoll, non è che una variante del mito di Amore e Psiche. A proposito segnalo che ora a Roma a Castel Sant'Angelo c'è una mostra proprio sulle raffigurazioni di questa bellissima storia. Da seguire per continuare l'incanto.

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  10. Quei colori,quell'azzurro mi hanno ammaliato!

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  11. Quanti bei rimandi in ogni tuo post.
    Quante suggestioni diverse.
    La nostra cara Sheherazade...
    (Questa è una delle pagine del calendario che mi piacciono di più)

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