giovedì 30 agosto 2012

Aksell Gallen-Kalella: sul lago incantato





Sarà stato il caldo di questo agosto, saranno stati i post sull'Estonia pubblicati nel blog di un'amica, fatto sta che, mai come in questo periodo, mi sono sentita attratta dagli ampi e aperti paesaggi del Nord.

E che questo sia un paesaggio nordico non c'è dubbio.  Il grigio, il blu, la luce chiarissima evocano, subito, la bellezza fredda e pura di certi spazi scandinavi:


Solo la massa scura delle rive  boscose e una piccola isola  interrompono la superficie liscia dell'acqua cristallina  di un lago, segnata da lunghe scie argentate e appena increspata dal vento.
I riflessi bianchi delle nuvole, la luminosità quasi abbagliante, la severità, il silenzio  e la maestosità del luogo suscitano un sentimento di sospensione incantata. Rendono labile il confine tra sogno e realtà. 
Siamo nel 1905, sul lago finlandese di  Keitele, dove il pittore Akselli Gallen-Kalella (1865-1931), alla ricerca di nuovi orizzonti e di  territori sempre più isolati, si è fatto costruire, in mezzo ai boschi, una casa-atelier, lontana da ogni centro abitato.
"Ho scoperto il posto più adatto al mio carattere. -scrive nel suo diario- Qui siamo completamente soli, non ci sono strade, la luminosità del cielo e la magia delle foreste hanno un'intensità, che non ho mai trovato altrove".
In questa solitudine, si fa affascinare dalla riscoperta delle leggende  della sua terra, come l'epopea di sortilegi e di avventure del"Kalevala".
Nei suoi paesaggi rimane un'eco della magia di quei miti, tanto che c'è chi ha visto nelle scie, che solcano l'acqua del lago del dipinto, una traccia del passaggio della barca incantata dell'eroe dell'antico poema.
Gallen-Kalella è stato uno dei più importanti artisti finlandesi: amico di un musicista come Sibelius, protagonista della lotta di indipendenza della Finlandia dalla Russia e aggiornato su tutti i movimenti artistici europei.
Una recente mostra a Parigi, al Musée d'Orsay, ne ha ricostruito tutto il percorso artistico (QUI è il link).
Un pittore, certamente, interessante.
Ma, in qualche modo, l'emozione che provoca quest'immagine può anche  prescindere dalla conoscenza  dell'autore.
C'è, in questo dipinto, un'intensità profonda che  induce alla soggezione e al rispetto.  Mi ha riportato all'atmosfera di certi paesaggi nordici, che ho incontrato nei miei viaggi,  quando si ha l'impressione che la terra finisca, che rimangano solo acqua, luce e cielo e che qualcosa di sacro ci circondi.
Un'emozione intensa e  difficile a esprimere.
A volte commenti e parole  possono essere superflui  e, allora,  è meglio lasciarsi andare alla suggestione  dell'immagine, accompagnata, magari, dalla musica.
E ognuno può trovare la colonna sonora più adatta.
Per me,  è stato il suono puro e nitido del sassofono di Jan Garbarek (QUI è il link)






"Il lago Keitele", olio su tela, cm 53x66, è conservato alla National Gallery di Londra

24 commenti:

  1. Grande bisogno di respirare quelle atmosfere. Per fortuna il biglietto per la Scozia è già stato emesso. Si parte a ottobre. :-)

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    1. La Scozia è straordinaria, come paesaggi e come persone. Se a ottobre non fossi in Italia...

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  2. Se non fossi confinato sul'appennino bolognese a fare il nonno partirei volentieri per la penisola scandinava a ritrovare le luci che vedo in questo dipinto ma per ora mi accontento di ascoltare le note di Garbarek
    Ciao
    Marco

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    1. Comunque Garbarek già può evocare spazi aperti, luci chiare e laghi come quello raffiguato da Gallen-Kalella. Intanto buone vacanze in appennino e ricordati di ricaricare l'iPod.

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  3. Che bello leggere questo post proprio mentre sogno di visitare Tallin e Riga (spingendosi poi a Stoccolma e -ça va sans dire- passando per Bruxelles!).
    Sogni, ovviamente, ma chissà...
    Un abbraccio.

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    1. Sogna pure l'Estonia, la Lettonia o la Svezia. La sosta a Bruxelles, comunque, è obbligata.
      Un abbraccio

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  4. questo dipinto è emozionante già a prima vista...
    grazie!

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    1. È vero che è un dipinto che colpisce e che emoziona. Io solo in un secondo tempo ho scoperto l'autore, un pittore che ha lavorato molto e in maniera varia, senza raggiungere, secondo me, in altri soggetti, la stessa intensità dei suoi paesaggi.

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  5. Mi piace molto questo dipinto. Mi ricorda Segantini, che io adoro. Perché sa dipingere le emozioni della montagna, che anche adoro! E sopratutto l'Engadina!

    L'artista poi è un'altra scoperta per me, proprio non l'avevo mai sentito nominare nemmeno lui.

    Grazie! Un abbraccio
    Cinzia

    Il sax, poi, è una passione. Me lo sono regalato per i miei 50 anni, poi ho lasciato, ma ora voglio riprendere. Anzi il tuo post è un ulteriore stimolo...

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    1. Sai, Cinzia, che anche a me questo dipinto ha ricordato Segantini, per una comune ricerca di natura incantata e incontaminata.
      E per il sax, devi ricomincaire e suonarlo! È uno strumento bellissimo. Se lo riprendi potrei organizzarti un piccolo concerto con mio marito, che pure, varie volte ha abbondanato e ripreso lo studio del sax.

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  6. Bellissimo dipinto con l'aria senza tempo di un paesaggio spirituale anzichè fisico e topografico. Grazie per la scoperta di un pittore che approfondirò
    Sara

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    1. Hai ragione: c'è in questo dipinto una forte componente spirituale.È un paesaggio preciso, ma, in qualche modo e soprattutto, è un paesaggio dell'anima.

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  7. Grazie grazie! In genere non sono un'appassionata di pittura figurativa, ma l'atmosfera di questo quadro, con questa luce che vibra, è davvero splendida.

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    1. E poi, Silvia, non è nemmeno del tutto figurativo: è in quel confine sottile e affascinante tra la raffigurazione e l'interpretazione del reale.

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  8. Hai scritto: "...quando si ha l'impressione che la terra finisca, che rimangano solo acqua, luce e cielo..."
    E' verissimo. Quando negli anni settanta scorrazzai per tutta la scandinavia ebbi proprio quella sensazione, soprattutto oltre il circolo polare, quando il sole non tramonta mai e i fiordi sul mar glaciale artico sembrano porti sull'infinito.
    Ottimo Jan Garbarek!

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    1. "Porti sull'infinito": dici proprio bene. Una delle emozioni più grandi della mia vita è stata, navigando in Norvegia, oltre il circolo polare, nei giorni del solstizio d'estate,l'apparizione delle montagne delle isole Lofoten, in un mare bianco come il latte.
      Ci tornerei domani.
      Jan Garbarek mi fa sognare quei paesaggi.

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  9. promessa o già scoperta di dolcezza e quiete senza fine.

    Sto ascoltando Gambarek mentre ti scrivo.

    Grazie per questi momenti. :)

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    1. "Quiete senza fine": è questa anche per me l'impressione di questo paesaggio. Mi fa piacere che abbiamo condiviso immagine e musica.

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  10. E anche questo l'ho condiviso! E dire che sono molto parco in materia di ripubblicazione di post altrui...

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  11. Grazie tantissime per le condivisioni, Adriano, è un piacere e un onore.

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  12. Bellezza , riposo e silenzio: un respiro profondo di pace.
    Nou

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