Le guerre d'indipendenza, per esempio, me le ricordo male e più che altro come una sfilza di luoghi e di date.
Troppo spesso la storia, ai miei tempi, la studiava in fretta per arrivare più velocemente possibile alla fine del programma.
L'ho riletta un po' in questi giorni per capire meglio il Risorgimento e, siccome sono abituata a usare le immagini, sono andata a rivedermi i grandi dipinti celebrativi: quello che mi è rimasto nel cuore è questo di Giovanni Fattori (1825-1908).
L'ho riletta un po' in questi giorni per capire meglio il Risorgimento e, siccome sono abituata a usare le immagini, sono andata a rivedermi i grandi dipinti celebrativi: quello che mi è rimasto nel cuore è questo di Giovanni Fattori (1825-1908).
G. Fattori, Il campo italiano alla battaglia di Magenta, Firenze, Galleria d'Arte Moderna |
L'artista, che aveva partecipato attivamente ai moti risorgimentali, collaborando con il Partito d'Azione, esegue questa grande tela nel 1862 per un concorso voluto dall'allora Ministro dell'Interno, Bettino Ricasoli.
L'intento era quello di rendere omaggio al nuovo Stato italiano con la rappresentazione delle maggiori battaglie risorgimentali, ancora vive nella memoria di tutti, per esaltare le vittorie conseguite e il cammino già compiuto
All'epoca Fattori non pratica ancora quel tipo di pittura a “macchia”,con contrasti accentuati di colori chiari e scuri, destinata a dare il nome al movimento dei Macchiaioli, di cui sarà uno dei maggiori esponenti.
La novità del dipinto, anziché nella tecnica, consiste piuttosto nella scelta del soggetto, in cui è assente ogni pur nobile retorica patriottica.
Fattori non sceglie la strada della celebrazione e di raffigurare gli episodi più gloriosi ed eroici della battaglia.
Anzi, la relega sullo sfondo.
Lo scontro è intuibile solo dal fumo delle cannonate, a mala pena visibile. Molto lontano, all'orizzonte, appare il profilo della città di Magenta.
Domina su tutto l'azzurro di un cielo primaverile, appena velato da qualche nube.
E sono i caduti di tutt'e due le parti, come dimostra la bianca divisa austriaca del soldato assistito dentro il carro.
Non c'è più divisone tra vincitori e vinti o tra eserciti nemici.
Non c'è più divisone tra vincitori e vinti o tra eserciti nemici.
Alla battaglia di Magenta presero parte cento-ventimila soldati e si contarono alla fine più di seimila vittime.
Tutti per lo più giovani, soldati semplici e, da parte italiana, soprattutto volontari.
Fu, davvero, tanto il sangue versato; si dice che da allora il termine "magenta" fosse adottato per definire quel colore rosso scuro, simile alla tinta del sangue rimasto sul terreno.
Tutti per lo più giovani, soldati semplici e, da parte italiana, soprattutto volontari.
Fu, davvero, tanto il sangue versato; si dice che da allora il termine "magenta" fosse adottato per definire quel colore rosso scuro, simile alla tinta del sangue rimasto sul terreno.
Scegliendo la dimensione della pietà, anziché quella trionfalistica, Fattori ci ricorda il costo in vite umane di quella vittoria e il prezzo di dolore e di sofferenza pagato in ogni battaglia.
Bello Grazia, quasi una foto, per quanto è viva la testimonianza.Anche io ho scarsi ricordi del Risorgimento, mi sembra di sapere e invece ho qualche data e molti nomi , di persona e di luoghi, vorrei ristudiare meglio adesso che ho tempo, ma è d'aiuto qualche bel romanzo. Mi capitò , sempre del mio babbo, "L'eredità della priora" , una storia "gustosa" su quell'epoca, da rileggere con piacere.
RispondiEliminaAnch´io mi sono rimesso a rileggere in questi giorni qualcosa sul Risorgimento. Mi colpisce che Fattori ,un anno dopo la creazione dello Stato Italiano, quando la retorica imperava abbia dato tanto spazio alla compassione umana.
RispondiEliminaM.
Di questo bel post mi colpiscono due cose : il grande spazio dato nel dipinto al colore del cielo che è la prima cosa che si nota e che fa dimenticare la battaglia e quello che tu racconti sul colore magenta.
RispondiEliminaE ' bello che un grande pittore come Fattori abbia scelto la pietà umana
Cara Grazia, e si, Fattori vuole proprio ricordarci che, quei soldati feriti e quei morti, sono persone, esseri umani comuni, contadini,operai,butteri, che hanno accettato il loro destino conducendo fino in fondo il loro compito, in mezzo alla fatica,alle sofferenze e al sudore. Eroi di ogni giorno dal punto di vista umano che, personalmente, non riesco ancora a capire se esistono ancora.
RispondiEliminaGrazie per gli spunti di riflessione che,con ogni tuo post, ci dai!
Lecoq
Una scelta molto bella, la tua, cara Grazia.
RispondiEliminaUn pittore che non dipinge per il trionfalismo, ma per evidenziare le vittime che mai mancano nelle guerre.
Grazie!
Lara
Ninetta mia, crepare di maggio, ci vuole tanto, troppo coraggio,Ninetta bella, dritto all'inferno
RispondiEliminaAvrei preferito andarci d'inverno.
Quando non si può essere ironici non si può.
Bellissima scelta, la tua, cara Grazia.
RispondiEliminaPurtroppo anche io ricordo poco dell'unità d'Italia in quanto anche da me la si studiava male, solo per riuscire a concludere il programma.
un caro abbraccio
Mi ha commosso la tua scelta, il cielo azzurro,il colore magenta del sangue e la canzone di de André ricordata da Anonimo.Triste davvero morire sotto un cielo così e forse è quello che il pittore voleva farci capire sui tanti giovani(come dici tu)sacrificati per l'unità d'Italia
RispondiEliminaSara
Splendido modo di ricordare una vicenda storica, di descrivere un quadro e di raccontare l'origine del nome di un colore! Grazie, cara!
RispondiEliminaPenso spesso alle persone che hanno avuto e hanno il coraggio di sacrificare la loro vita per il bene comune, per un ideale, per la libertà di tutti e per la pace. Persone speciali e incredibili, a cui dobbiamo molto.
RispondiEliminaE penso anche a tutti coloro che sono stati costretti a morire per gli ideali di altri, che non si sono sacrificati volontariamente. A loro credo dobbiamo una gratitudine particolare.
Cinzia
Davvero emozionante leggere questo post, anch'io ho studiato male il Risorgimento a scuola e non ho mai pensato a quante vite di giovani sia costato.Bella l'idea di ricordare nel commento di anonimo la canzone di de Andrè perchè il cielo azzurro del dipinto la ricordava.
RispondiEliminaGrazie per aver scelto per noi questo quadro che non conoscevo.
Luca
@ Vitamina : l"Eredità della priora" non lo conoscevo. Mi sembra una buona indicazione per capire qualcosa di più di un periodo storico trascurato. Grazie
RispondiElimina@ E' vero, Marco, è bello che un quadro come questo abbia vinto in concorso voluto da Ricasoli. Forse vuol dire che ancora c'era spazio per la pietà.
@ Anna : credo anch'io che l'importanza data al cielo non sia casuale. C'è una ragione storica : la battaglia fu combattuta il 4 giugno ma non credo che sia solo questa.
@Lecoq : ho letto che ai moti italiani del Risorgimento parteciparono soprattutto volontari giovanissimi che credevano nel loro dovere e , come dici tu, accettavano di assolverlo fino in fondo.Non so nemmeno io se oggi ce ne siano ancora ma almeno non ci scordiamo di quelli che allora si sacrificarono.
@ Lara : hai ragione , e' uno dei motivi che fanno grande un arista come Giovanni Fattori l'attenzione continua alle vittime, al quotidiano ai gesti della gente comune.
@ Anonimo : la citazione della canzone di De André è il commento giusto a questo quadro. Ecco che il cielo primaverile riacquista un senso e ancora più forte si avverte la sensazione della pietà.
RispondiElimina@ Iulia : forse la storia del risorgimento bisognerebbe riprenderla proprio ora in questi momenti in cui si dà fin troppo spazio alla retorica.
@ Sara : anch'io penso che la chiave per capire questo quadro sia non l'esaltazione dela vittoria ma la compassione.
@giacy.nta : anch'io sono rimasta colpita dalla storia del nome del colore "magenta". Sono questi apparenti dettagli che, secondo me, ci fanno capire meglio quello che é successo.
@ Cinzia : é vero il ricordo deve andare a tutti quelli che si sono sacrificati e soprattutto a quei giovani costretti ad andare a una guerra di cui forse ignoravano lo scopo.
@ Luca : purtroppo la scuola non ci ha insegnato molto del Risorgimento . Bisogna riscoprirlo questo periodo anche attraverso i quadri. C'é stata una bellissima mostra alle Scuderie del Quirinale intitolata "1861": il catalogo é bellissimo. Varrebbe la pena leggerlo, davvero.
belle queste immagini
RispondiEliminatiziana
Un dipinto, tra quelli di Fattori, che non conoscevo. Con il tuo commento gli rendi piena giustizia, così come, del resto, fai con il Risorgimento, pagina di storia mai studiata a sufficienza.
RispondiElimina@ Tiziana :veramente un gran bel dipinto questo di Giovanni Fattori,un grande artista dell´Ottocento europeo che meriterebbe una maggiore attenzione.
RispondiElimina@Adriano : purtroppo a scuola il Risorgimento - me ne rendo conto anche dai commenti - e´trascurato e ora si cerca di ovviare con trasmissioni televisive che, sicuramente, non aiutano a conoscerlo meglio.