Essaouira la «ben disegnata».
Questo è il nome che la città prende nel 1765, quando l'intero piano urbanistico viene riprogettato da un architetto francese, che si dice sia arrivato in Marocco catturato dai pirati, Theodore Cornu.
Il nome della città antica era Mogador.
A volte il fascino di un luogo sta anche nel suono di un nome.
Mogador evoca il commercio atroce degli schiavi, ma anche quello delle esotiche piume di struzzo, del sale e dell'oro che partivano da una città, mitica per la mia immaginazione, Timbuctu.
Le carovane arrivavano qui, dopo aver attraversato il deserto e si trovavano all'improvviso sul mare, sull'oceano. La città doveva apparire, allora, un miraggio, alla fine della via africana dell'oro.
Era l'estremo lembo d'Africa, separato solo dal mare, dalla mèta ultima dei percorso dell'oro e delle spezie: l'Europa.
Anche le isole di fronte hanno un nome straordinario, evocatore.
Sono le Isole Purpuree: da qui - estratto da un mollusco marino, il murex - veniva quel colore porpora che nell'impero romano e poi bizantino era riservato alle vesti degli Imperatori, i porfirogeniti, i nati nella porpora.
“Figlia del vento”, bianca e azzurra, in contrasto con il colore ocra, con la polvere delle città marocchine dell'interno.
Le porte dalle infinite tonalità di blu: cobalto, oltremare, turchese ricordano la vicinanza del mare, che le grida dei gabbiani non fanno mai, comunque, dimenticare.
E ora, lungo i bastioni, nella skala della Casbah, con un vento fortissimo e i cannoni delle fortificazioni ormai inutili, si ripensa all'effetto che la vista di questa città bianca sull'oceano, doveva fare, quando le lunghe carovane arrivavano dal deserto, stanche, impolverate, portando con sé le merci preziose di Timbuctu e scoprivano, d'improvviso, la luce e l'odore del mare.
Essaouira, Mogador, la "figlia del vento".
Quando nel 1952 Orson Welles vi gira il suo «Otello» Essaouira offre il nitore delle sue mura, perfetto per l'ambientazione del film, in un bianco e nero eloquente ed espressivo.
E ora, lungo i bastioni, nella skala della Casbah, con un vento fortissimo e i cannoni delle fortificazioni ormai inutili, si ripensa all'effetto che la vista di questa città bianca sull'oceano, doveva fare, quando le lunghe carovane arrivavano dal deserto, stanche, impolverate, portando con sé le merci preziose di Timbuctu e scoprivano, d'improvviso, la luce e l'odore del mare.
Grazie. Bella foto e bel post. Sei rientrata o sei ancora in questi luoghi fascinosi ed evocatori?
RispondiEliminaChe bella descrizione ! Vien voglia di essere lì , e viaggiare con te come guida.
RispondiEliminaEcco un luogo del Marocco che non ho visitato, ma per fortuna c'è questo post affascinante che me lo fa visitare...
RispondiEliminaMi è sembrato di essere lì con te a respirare l'aria salsa e a lasciarmi sorprendere dall'eleganza del blu cobalto su sfondo bianco.
RispondiEliminaBellissimo post!
Ora so dove sei. Ti ha pagato l'ufficio del turismo di Mogador o Essaouira ?
RispondiEliminaScherzo , è tutta invidia e voglio avere poi fotografie e racconti. Intanto vado a vedermi l'Otello di Orson Welles.
A presto
M.
Ciao Grazia..........non ho parole e, anche se l'invidia è un sentimento che non mi appartiene,dico beata te, ma in senso buono, perchè sono contenta che almeno tu te la stai godendo un pò! Vorrei esserci anch'io, ma mai dire mai o no?
RispondiEliminaDivertiti, un bacione!
Lecoq
Bella descrizione; vorrei sapere se oggi Essaouira è pari all'incanto.Ce lo dirai quando torni.Buon soggiorno
RispondiEliminaAnna
Ho letto di recente un vecchio libro dedicato alla lavorazione dell'"Otello" di Welles. Quindi, ho letto con ulteriore emozione il tuo post.
RispondiEliminaBuona vacanza e intanto grazie di questo anticipo. Che spettacolo!
RispondiEliminaMi basterebbe questa foto, per sentirmi appagata.
RispondiEliminaGrazie, cara! Anche a me, come a Vitamina, piacerebbe essere li con te come guida...
Buon proseguimento di vacanza Grazia!
Un abbraccio,
Lara
E sembra un miraggio anche questo post! Un’immersione nel blu di una città bianca, l’odore del mare, la sabbia del deserto. Un miraggio, appunto, in una giornata grigia con la pioggia che non smette di cadere e il clacson delle auto bloccate nel traffico.
RispondiEliminaGrazie mille!
Quanto sarebbe magnifico godersi,senza preoccupazioni, ogni terra.
RispondiEliminaLa parola Africa è invece inquinata, nel mio immaginario, dalle tante foto di denutriti, schiavi, stroncata da guerre e mutilazioni. Poveri noi.
Poi arrivano le foto e le parole belle di Grazia. E ci si riempie di profumi e di bellezza.
Sari
Hai descritto molto bene una località ricca di storia e.forse,di mistero.
RispondiEliminaPost leggiadro.
Carissima, ben tornata! Ti abbraccio forte
RispondiElimina@ Paola Delfina : sono tornata ieri in Belgio e, devo dire, con il piacere di ritrovare i luoghi e il paese che amo
RispondiElimina@ Vitamina, Nela San, giacy.nta, Marco, Lecoq,Anna:Essaouira e´una citta´da vedere anche se per me non e´pari all`incanto, alla magia di cui l´avevo rivestita ma spesso i luoghi reali non sono pari a quelli sognati.
@ Adriano: cerchero´anch´ío il libro che parla di Orson Welles: a Essaouira c´e`un suo ricordo nel nome della piazza del porto.
@ Nonours(e) : grazie : la vacanza e´durata poco ma sono contenta di avere scelto i luoghi che ho visitato.
RispondiElimina@ Lara :magari organizziamo insieme un altro giro in Marocco ma come guida ci scegliamo qualcuno del luogo.
@ valigiesogni : comé´strano a volte in Marocco mio e´sembrato che fosse il nostro mondo un miraggio
@ Sari : e´vero l África e´difficile aspra , dura. A volte e´quasi impossibile ritrovare l´íncanto
@ Costantino : grazie delle tue parole
@ Barbara: sono contenta anch´ío di essere di ritorno. Un abbraccio anche a te