Oroscopi, almanacchi, calendari, lunari: non si parla mai tanto di stelle come in questi giorni.
E, allora, perché non rivestire il blog dei colori del cielo stellato, con l'immagine del soffitto della Sala del Mappamondo in Palazzo Farnese a Caprarola, in cui sono raffigurati lo zodiaco e le costellazioni dell'emisfero boreale durante il solstizio d'inverno.
Siamo all'interno del Palazzo nell'ultima sala del cosiddetto Appartamento
d’inverno, al piano nobile.
Voluto come residenza
estiva dal Cardinale Alessandro Farnese, il palazzo fu progettato dall'architetto Jacopo Barozzi da Vignola che dispiegò tutta la sua abilità per farne una delle dimore più belle del tempo.
Una grande scala elicoidale, cortili interni, terrazzi, un appartamento estivo e uno invernale, un magnifico giardino: tutto è pensato per soddisfare il gusto raffinato del "grande cardinale" (qui è un link sulla storia del palazzo).
Sala dopo sala, i più illustri esponenti della pittura dell'epoca (da Taddeo a Federico Zuccari, al Bertoja
o a Raffaellino da Reggio), sotto la guida di colti letterati riempiono le pareti di affreschi, in cui storia, mitologia e perfino sacre scritture sono utilizzate per esaltare la gloria della
famiglia.
Fino ad arrivare alla sala del Mappamondo, dove, alle pareti, sono
raffigurati, il planisfero e i quattro continenti allora conosciuti.
Qui, il giglio, emblema araldico dei Farnese, campeggia al centro dell'ovale di stucco che racchiude il dipinto.
Lo sfondo di un blu lapislazzuli che ricorda i cieli degli affreschi medioevali è punteggiato di stelle dorate e popolato dalle figure mitologiche associate allo zodiaco e alle cinquanta costellazioni già note all'epoca.
Ma qui non si tratta soltanto di una rappresentazione allegorica.
Anzi, si è fatto ricorso a tutte le più aggiornate conoscenze astronomiche per raffigurare una mappa celeste
più precisa possibile, dove le stelle sono accuratamente
posizionate in relazione alle linee che compaiono in bella vista e che rappresentano la proiezione in piano delle coordinate celesti, come l'Equatore, l'Eclittica, i Tropici o i Coluri, fondamentali per orientarsi nel cielo e stabilire la collocazione degli astri.
L’artista che, tra il 1573 e il 1575, esegue questa complessa rappresentazione non è stato ancora
identificato con certezza: gli studiosi
hanno proposto i nomi di Giovanni de’ Vecchi, oppure di Giovanni Antonio da Varese
detto il Venosino, autore dell’analoga Volta celeste collocata nella Sala Bologna in Vaticano e commissionata
da Gregorio XIII.
In ogni caso, per realizzare una simile raffigurazione, non
bastano certamente le sole conoscenze di un pittore. A fornire tutto il progetto iconografico sono il coltissimo astronomo Orazio Trigini de'Mari e Fulvio
Orsini, l’erudito bibliotecario e antiquario al servizio del cardinal Farnese.
Sono loro che trovano negli antichi testi di astronomia le citazioni più opportune per ricostruire nel soffitto l'intera volta celeste.
Sono loro che trovano negli antichi testi di astronomia le citazioni più opportune per ricostruire nel soffitto l'intera volta celeste.
Alla fantasia dell’artista non resta che sbizzarrirsi nei particolari, come la grande nave di Argo che solca il mare ai confini dell'affresco, il candido Cigno, lo scattante Centauro o i corpi goffi e robusti delle due orse che personificano le costellazioni.
Gli illustri visitatori del Cardinale possono divertirsi
a far sfoggio di cultura, controllando l’esatta posizione degli
astri, oppure riconoscendo, tra le figure celesti, personaggi come Antinoo, il
bellissimo giovane amato dall'imperatore Adriano e trasformato, dopo la morte, in un dio, oppure l'arrogante Fetonte che precipita nell'Eridano con i cavalli imbizzarriti del carro del Sole.
E possono sfidarsi a scoprire dove sia l'ara su cui Zeus compie il più antico dei sacrifici per assicurarsi la vittoria nello scontro con Crono e dal cui rogo fumante nasce la Via Lattea, che percorre tutto l’affresco come una bianca spirale
di fumo.
Lungo la sua candida scia si dispongono tutte le figure grandi e piccole che popolano quel cielo eternamente azzurro, raccontando ciascuna la propria storia e rievocando antichi miti.
Mentre le costellazioni più lontane della galassia si trasformano nei punti dorati che splendono luminosi sullo sfondo.
Astronomia e astrologia si mescolano, remote leggende prendono vita.
Quale immagine potrebbe essere più adatta per augurare un felice anno nuovo sotto la protezione degli astri?
Quale immagine potrebbe essere più adatta per augurare un felice anno nuovo sotto la protezione degli astri?
E allora buon anno e giorni sereni a tutti!
Per chi volesse visitare il bellissimo Palazzo Farnese a Caprarola, le date e gli orari
d’apertura sono qui)