Una scena molto affollata quella del mese di Marzo nel calendario che ho scelto per
quest’anno: quello del Libro d’Ore Da Costa (Morgan Library, MS M388) illustrato
intorno al 1515 dal miniatore fiammingo Simon Bening.
Come al solito, la pittura
fiamminga trasforma ogni rappresentazione in un racconto ricco di dettagli che restituiscono l’atmosfera quotidiana di una
giornata che, malgrado il cielo ancora grigio, sa già di primavera.
Sullo
sfondo di un castello, al di là di una siepe di bosso, due contadini vestiti di
tutto punto per difendersi dal freddo stanno preparando le aiuole per la semina
primaverile.
Sulla destra due signori, più riccamente abbigliati, sembrano dare
istruzioni sulla sistemazione del giardino.
Quello che pare il più autorevole,
con l’abito e il cappello arricchito da una elegante pelliccia si rivolge
direttamente a uno degli operai che si alza in piedi e porta la mano al cappello forse in segno di rispetto.
Nel sentiero che costeggia il castello un altro contadino su
una scala a pioli sta compiendo un’altra attività tipica del mese di marzo, legando le
viti a un pergolato. Sul ponte che attraversa il fossato, una donna e un uomo sembrano
assorti in una conversazione (forse amorosa).
Sul camino del castello si
intravede un nido di cicogne bianche che conferma l’arrivo della primavera, oltre
a essere un chiaro simbolo di fecondità.
Nella pagina a fronte il simbolo
astrologico del mese, l’Ariete, è raffigurato al centro di un paesaggio ancora
spoglio.
Insomma, marzo è rappresentato qui come un mese in cui inverno e primavera si incontrano e che precede
di poco il trionfo della bella stagione.