Tra i magnifici riquadri affrescati intorno al 1520 dall'architetto e pittore Giovanni Maria
Falconetto (Verona,1468- Padova, 1535) per la Sala dello Zodiaco in Palazzo d'Arco a Mantova scelgo per rappresentare febbraio il segno dell’Acquario.
Basta guardare il grande affresco per scoprire quanto siano complesse le immagini del calendario che ho previsto per tutto il 2020.
Nella scena in
primo piano, sullo sfondo di un edifico antico, riconosciuto come la Porta dei
Leoni di Verona, è raffigurato l’incontro tra un cacciatore con due cani al guinzaglio
e un altro, più giovane, vestito con elmo e corazza e identificato dagli
studiosi con Marte oppure, per via del suo aspetto androgino, con Diana, dea
della caccia.
Nel bosco sullo
sfondo, una muta di cani aggredisce un orso, una scena questa che, insieme alla principale, potrebbe essere messa in relazione con l’attività venatoria tipica del
periodo invernale.
Ma siccome, come abbiamo visto anche per gennaio, il pittore
non disdegna i simboli, anzi più ne mette meglio è, potrebbe essere, invece, interpretata
come un riferimento al mito di Callisto.
Secondo la suggestiva narrazione delle "Metamorfosi"di Ovidio la bella ninfa, cara a Diana a cui aveva fatto voto di
verginità, viene sedotta da Giove.
Quando Giunone, irata e gelosa, scopre l'ennesimo tradimento del marito e la gravidanza della ninfa, la trasforma in orsa, dopo che questa che ha dato alla luce un bambino,
Con le nuove sembianze Callisto si rifugia per anni nei boschi, finché non viene braccata da
un cacciatore che altro non è che il figlio.
Solo a questo punto Giove interviene trasportandoli tutt'e due in cielo e trasformando Callisto nella costellazione dell’Orsa Maggiore.
Solo a questo punto Giove interviene trasportandoli tutt'e due in cielo e trasformando Callisto nella costellazione dell’Orsa Maggiore.
Non bastasse
il riferimento al mito raccontato da Ovidio nella scena della caccia, l’artista ne rappresenta ancora un altro nella parte superiore destra dell’affresco.
Anche stavolta si tratta di uno degli innumerevoli amori di Giove: il giovane Ganimede, la cui bellezza aveva colpito al cuore il signore degli dei, viene rapito in cielo da un'Aquila, mentre lo stesso Giove si sporge tra le nubi con le braccia tese, pronto ad accoglierlo.
Al centro dell’arco è collocata, invece, la personificazione del segno astrologico del mese, l’Acquario, legato anch'esso al mito di Ganimede e rappresentato come un giovane che, con un’anfora, versa l’acqua in un cratere.
Insomma, davvero nella scena di febbraio non manca nulla: miti
classici, sfondi di edifici all'antica, complesse incorniciature trompe-l’oeil decorate a grottesche.
Dopo Diana, Callisto e Ganimede, chissà quante altre storie incontreremo aprendo, mese dopo mese. i fogli di questo straordinario calendario!