mercoledì 1 giugno 2016

Tutto l'anno in una vetrata: giugno



Siamo già a metà dell’anno e visto che siamo ormai ai primi di giugno,  mi corre l’obbligo - come si sarebbe detto in altri tempi -  di sfogliare il calendario che ho scelto per quest’anno:  il Ciclo dei Mesi della vetrata realizzata nel primo quarto del XIII secolo per il deambulatorio sud della cattedrale di Chartres.
Ed ecco cosa ci riserva il sesto mese dell'anno:


Stando all'iconografia medievale dei calendari, legati alle più tipiche attività agricole della stagione, giugno è il momento della fienagione.
L'ignoto artista che ha pazientemente realizzato la scena forse non sa leggere o non ha capito bene le istruzioni, tanto che  sbaglia la scritta e la inverte con quella del successivo mese di luglio.
Non sbaglia, invece, nel raffigurare con assoluta precisione la falciatura, così come la poteva vedere all'epoca nei campi, proprio nel mese di giugno, quando l'erba è più abbondante.
Il Mese è rappresentato come un giovane contadino con un cappello in testa per ripararsi dal sole, una corta tunica rossa e calzoni bianchi tagliati, per comodità, a partire dal ginocchio. 
Impugna la falce a manico lungo con le due prese che gli consentono di tenerla più saldamente possibile e ha appoggiato lì vicino gli accessori indispensabili al suo lavoro. 
Proprio dietro di sé ha messo, dentro un recipiente colmo d'acqua, la pietra molare che gli serve più volte nella giornata  per affilare la lama della falce. Accanto ha posato il martello che, insieme all'incudine portatile fissato al terreno, gli è necessario ogni giorno prima di iniziare a falciare, per battere la lama e eliminare le eventuali ammaccature causate dagli urti con le pietre del campo.
Con pochi tratti sintetici emerge tutta la verità di una scena che all'epoca doveva essere assai comune nelle campagne assolate del mese del solstizio.
Il contadino vestito di rosso, l'erba alta, suggerita con pochi tratti scuri di grisaille, l'azzurro del cielo ci dicono che l'estate si avvicina, le giornate si allungano e, forse, che anche la fatica dei campi diventa più tollerabile rispetto al freddo dell'inverno.
Insomma, ora come allora, giugno si apre alla speranza.